domenica 27 dicembre 2020

pc 27 dicembre - Con la rete del gas Eastmed, l'Italia imperialista, con al centro l'ENI, basa le sue alleanze strategiche su Egitto e Israele per le sue posizioni di dominio nel Mediterraneo allargato

L'ENI continua la rapina delle risorse: è di questi giorni una nuova scoperta di petrolio nel deserto occidentale dell’Egitto nella concessione Meleiha

Per i profitti imperialisti sulla pelle delle masse egiziane il golpista Al Sisi incarcera e reprime e i nazisionisti israeliani sopprimono il diritto all'autodeterminazione del popolo palestinese e terrorizzano le masse arabe

Anche l’Italia entra ufficialmente a far parte dell’East Mediterranean Gas Forum (Emgf), nato al Cairo il 22 settembre scorso. Il Consiglio dei ministri ha ratificato lo Statuto del Forum con l’obiettivo di creare un dialogo strutturato e un coordinamento stabile fra i Paesi del Mediterraneo orientale, che sono a vario titolo produttori, consumatori e vie di transito per il gas naturale. In sostanza si tratta di un braccio operativo internazionale che permetterà agli aderenti di ricavare il massimo beneficio economico dai giacimenti di gas esistenti e che saranno trasportati dal gasdotto Eastmed. 

EMGF

Il Forum, che vanta il sostegno della Commissione europea e della World Bank, acquista lo status di

organizzazione internazionale proprio dopo l’entrata in vigore dello Statuto. È una sorta di Opec del gas mediterraneo, creata per coordinare le policies di Italia, Egitto, Grecia, Cipro, Israele, Giordania e Autorità palestinese sorte attorno ai nuovi giacimenti presenti nel Mare Nostrum, che troveranno plastica attuazione nel gasdotto Eastmed. Si pone inoltre l’obiettivo di stimolare la cooperazione fra Paesi produttori, acquirenti e di transito, con una particolare attenzione al coinvolgimento dell’industria del gas e del settore privato. Il Forum è sostenuto tecnicamente da un Gruppo di Lavoro chiamato Giac composto dalle maggiori imprese dei 7 Paesi, come le nostre Eni, Saipem e Snam.

ROMA&CAIRO

Il Forum è stato avviato materialmente dall’Egitto che ha voluto imprimergli un marchio ad hoc: ovvero la prima realtà internazionale dedicata al rafforzamento della cooperazione nel settore del gas nel Mediterraneo orientale. Inoltre l’intreccio tra Egitto e Italia svolgerà un ruolo primario nei lavori del Forum anche alla luce dell’altro significativo obiettivo: il rafforzamento del sistema di sicurezza energetica nel Mediterraneo, strategico per gli equilibri geopolitici nell’intera macro area che va da Gibilterra agli Urali.

BALCANI

Inoltre il minimo comun denominatore di Grecia, Israele, Cipro e Bulgaria è la trasformazione dei Balcani nella nuova strada del gas con Tel Aviv e Nicosia a fare da propulsori (per la presenza dei nuovi giacimenti) e Grecia e Bulgaria da vettori per via del contemporaneo passaggio di Tap e Tanap. Una prospettiva che vede il sostegno della Casa Bianca che ha stimolato da un biennio una serie di meeting tematici in tutti i Paesi coinvolti al fine di analizzare trend e future alleanze.

ISRAELE

Egitto sì, ma anche e soprattutto Israele è il nuovo centro nevralgico nel dossier Eastmed. Il potenziale nel mercato egiziano è infinito, come osservato nei mesi scorsi da Yossi Abu, Ceo di Delek Drilling LP l’azionista di maggioranza nel bacino del Leviatano. È da tale consapevolezza che passa la nuova strategia di Israele per esportare più gas, con l’obiettivo ormai non più celato di vendere in Egitto ben più dei 15 miliardi di dollari concordati nel 2018. Un dossier, quello energetico, che è cartina di tornasole delle policies di Tel Aviv, poggiate essenzialmente su due gambe: in primis economica, con i possibili introiti già citati e in seguito geopolitica.

Tel Aviv infatti è consapevole di poter incassare forti dividendi politici dal nuovo vettore, perché di fatto crea un collegamento fisico con l’Europa continentale: è la ragione per cui guida il nuovo quadrumvirato del gas con Egitto, Cipro e Grecia anche al fine di cambiare volto alla leadership mediterranea.

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