domenica 27 dicembre 2020

pc 27 dicembre - ENGELS: E' NECESSARIO UN PARTITO DELLA CLASSE OPERAIA INDIPENDENTE...

Durante la serata dedicata ad Engels, maestro del proletariato, il 28 novembre scorso, si è detto che ha dedicato tutta la sua vita alla descrizione della condizione della classe operaia, alla organizzazione della classe operaia e alla rivoluzione della classe operaia.

E dal documento che pubblichiamo oggi (un intervento di Engels fatto durante la Conferenza di Londra dell’Internazionale il 21 settembre del 1871, all’indomani della Comune di Parigi, all’indomani cioè della sconfitta della prima esperienza di rivoluzione proletaria e di governo proletario), si può ben vedere quanto sia alta l’attenzione posta proprio al problema dell’organizzazione della classe operaia.

In quella Conferenza lo scontro era soprattutto con gli anarchici, sulla strategia e la tattica della classe operaia, su questioni di principio, cioè, che restano validi anche oggi.

Engels attacca in maniera chiara e semplice gli anarchici che coprivano la loro opposizione alla politica dell’Internazionale con la parola d’ordine dell’astensione in politica, per portare avanti, nella sostanza, la loro politica.

Innanzi tutto, nessun equivoco: gli operai devono fare politica!

“L’esperienza della vita attuale – dice Engels - e l’oppressione politica che è loro imposta dai governi esistenti, per degli obiettivi o politici o sociali, costringe gli operai a occuparsi di politica, che lo vogliano oppure no.”

 E, quindi: “Si tratta soltanto di come la si fa” la politica, ma per farla, il partito della classe operaia deve essere indipendente, per non spingerla nelle “braccia della politica borghese” o piccolo-borghese!

“… la politica che bisogna fare è la politica operaia; bisogna che il partito operaio sia costituito non come la coda di qualche partito borghese, ma piuttosto come partito indipendente, che ha il proprio obiettivo, la propria politica.”

Posizione strategica e tattica chiara, una ferma posizione di classe, che ha posto le basi di principio per la formazione del “partito operaio”.

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Friedrich Engels

Sull’azione politica della classe operaia

Nota manoscritta del discorso pronunciato alla seduta del 21 settembre 1871 della Conferenza di Londra

Il cit. Engels. L’astensione assoluta in materia politica è impossibile; tutti i giornali astensionisti fanno anch’essi politica. Si tratta soltanto di come la si fa, e quale politica. Del resto, per noi l’astensione è impossibile. Il partito operaio esiste ormai come partito politico nella maggior parte dei paesi. Non siamo noi che dobbiamo mandarlo in rovina predicando l’astensione. L’esperienza della vita attuale e l’oppressione politica che è loro imposta dai governi esistenti, per degli obiettivi o politici o sociali, costringe gli operai a occuparsi di politica, che lo vogliano oppure no. Predicare loro l’astensione significherebbe spingerli nelle braccia della politica borghese. Soprattutto all’indomani della Comune di Parigi, che ha messo l’azione politica del proletariato all’ordine del giorno, l’astensione è del tutto impossibile

Noi vogliamo l’abolizione delle classi. Qual è il mezzo per pervenire a ciò? La dominazione politica del proletariato. E proprio quando siamo tutti d’accordo su questo, ci si chiede di non metterci in politica! Tutti gli astensionisti si dicono rivoluzionari, e addirittura i rivoluzionari per eccellenza. Ma la rivoluzione è l’atto supremo della politica; chi la vuole deve volere il mezzo, l’azione politica, che la prepara, che dà agli operai l’educazione per la rivoluzione e senza la quale gli operai, all’indomani della lotta, saranno ancora vittime dei Favre e dei Pyat. Ma la politica che bisogna fare è la politica operaia; bisogna che il partito operaio sia costituito non come la coda di qualche partito borghese, ma piuttosto come partito indipendente, che ha il proprio obiettivo, la propria politica.

Le libertà politiche, i diritti di riunione e di associazione e la libertà di stampa, sono queste le nostre armi, e dovremmo incrociare le braccia ed astenerci se ce le vogliono togliere? Si dice che ogni atto politico implichi che si riconosca lo stato di cose esistente. Ma quando questo stato di cose ci fornisce dei mezzi per protestare contro di esso, far uso di questi mezzi non è riconoscere lo stato esistente.

Scritto il 21 settembre 1871.

[Marx Engels - Opere Complete - Vol. XXII pag.399]

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