lunedì 29 giugno 2020

pc 29 giugno - LA GREEN ECONOMY FONTE DI RIPRESA DALLA CRISI DEL CAPITALE

Ben 500 miliardi darà il governo per la green economy. 
A chi si batte per una economia che rispetti l'ambiente senza porre la questione del rovesciamento del sistema del capitale, lo Stato borghese dà la sua "risposta".
Al capitale non interessa cosa produrre, basta che dà profitti. E che sia "green" o che sia "nero" l'importante che si possa estrarre maggiore pluslavoro dagli operai e pluvalore per il capitale. 
E' normale che lo Stato, al servizio dei padroni, interviene nelle crisi per "salvare" l'economia dei capitalisti, che per i lavoratori vuol dire sempre sfruttamento, e maggior taglio dei costi per la salute e la sicurezza"perchè c'è la crisi..." 
E' chi si illude, in buona o cattiva fede, che basti produrre fiori o dolci invece che acciaio, che ha un problema...
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Dalla stampa - Investimenti di 50 miliardi l’anno fino al 2030 che contribuiranno a una crescita del PIL dello 0,5% ogni anno e ad oltre 5 milioni di posti di lavoro nei settori della green economy in un programma di transizione energetica sulle filiere strategiche: idrogeno e rinnovabili con l’obiettivo di porre l’Italia come il soggetto trainante a livello europeo. Sono queste le azioni e i numeri messi in
campo da Ministero dello Sviluppo Economico e Confindustria che, nel corso di un incontro tra il Ministro Stefano Patuanelli e il delegato per l’Energia di Confindustria Aurelio Regina, hanno iniziato a delineare le strategie industriali del Green New Deal annunciato nei mesi scorsi dal Governo Conte.

“Il Ministro Patuanelli – spiega una nota – ha dato il via libera alle misure per facilitare la transizione di importanti settori industriali gasivori ed evitarne la delocalizzazione. Su questo punto saranno riavviate due misure, una di carattere nazionale e l’altra in corso di notifica alla Commissione UE che consentiranno di ridurre il differenziale di prezzo rispetto ai players industriali europei nel settore del gas. Sul tema ETS, il sistema per lo scambio di quote emissione di gas a effetto serra dell’UE, sarà avviato un tavolo comune per dare attuazione delle norme emanate con la nuova Direttiva Emission Trading, i costi indiretti ETS e per una attenta valutazione delle proposte Comunitarie per la riforma della fiscalità energetica”.

Le misure annunciate dal ministero erano attese da tempo dalle imprese del comparto che chiedevano regole precise per un settore, quello delle energie rinnovabili e della green economy. Un settore che è pronto ad investire, anche con operazioni di reshoring ma che, per farlo, necessita di un quadro normativo che deve essere chiaro e con un orizzonte temporale ben definito".

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