Genova, ieri sera.
Arriva una chiamata alla caserma dei Vigili del fuoco. È la polizia locale.
“C’è da rimuovere urgentemente uno striscione al palazzo dell’Inps” dicono.
Una squadra di pompieri arriva sul posto, entra nell’edificio, esamina la situazione. Lo striscione è lì. È uno striscione antifascista.
“Nessuna piazza sarà intitolata a fascisti in questa città” recita, con chiaro riferimento alla decisione da parte della amministrazione
comunale di centrodestra di intitolare la nuova darsena del porticciolo
di Nervi a un noto esponente della X Mas della Repubblica di Salò.
I vigili del fuoco prima constatano che lo striscione non crea nessun rischio alla pubblica incolumità, poi alzano gli scarponi e se ne vanno, rifiutandosi di rimuoverlo.
Infine, in una lettera firmata dal sindacato Usb, spiegano tutto con un messaggio al sindaco e all’intera città che è un manifesto di dignità e resistenza.
“Denunciamo l’utilizzo improprio del corpo per interventi che non riguardano la pubblica incolumità - scrivono - Noi svolgiamo interventi tecnici di soccorso e vorremmo che il sindaco di Genova avesse ben chiaro questo concetto. Lo striscione non danneggiava l’edificio e non era pericolante, probabilmente infastidiva chi vuole rievocare periodi bui della nostra storia antifascista del paese.
Semplicemente grandiosi.
(Lorenzo Tosa)
Arriva una chiamata alla caserma dei Vigili del fuoco. È la polizia locale.
“C’è da rimuovere urgentemente uno striscione al palazzo dell’Inps” dicono.
Una squadra di pompieri arriva sul posto, entra nell’edificio, esamina la situazione. Lo striscione è lì. È uno striscione antifascista.
“Nessuna piazza sarà intitolata a fascisti in questa città” recita, con chiaro riferimento alla decisione da parte della amministrazione
I vigili del fuoco prima constatano che lo striscione non crea nessun rischio alla pubblica incolumità, poi alzano gli scarponi e se ne vanno, rifiutandosi di rimuoverlo.
Infine, in una lettera firmata dal sindacato Usb, spiegano tutto con un messaggio al sindaco e all’intera città che è un manifesto di dignità e resistenza.
“Denunciamo l’utilizzo improprio del corpo per interventi che non riguardano la pubblica incolumità - scrivono - Noi svolgiamo interventi tecnici di soccorso e vorremmo che il sindaco di Genova avesse ben chiaro questo concetto. Lo striscione non danneggiava l’edificio e non era pericolante, probabilmente infastidiva chi vuole rievocare periodi bui della nostra storia antifascista del paese.
Semplicemente grandiosi.
(Lorenzo Tosa)
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