si elude un problema annoso:Revisionismo o marxismo leninismo/oggi marxismo-leninismo-maoismo
Dopo
8 anni di assidua e dedicata militanza mi trovo a dover comunicare la
mia uscita dal Partito Comunista. Una comunicazione che in realtà è
conseguenza della decisione da parte del gruppo dirigente di negare
il rinnovo della tessera a tanti compagni e compagne rei di esserci
opposti al processo involutivo in cui è immerso il Partito. Da tempo
ormai assistiamo all’introduzione e diffusione di pratiche,
concetti, elementi e categorie d’analisi che passo dopo passo hanno
smantellato il nostro impianto ideologico, la nostra linea politica,
la nostra visione strategica, il nostro approccio di classe e di
costruzione del Partito, deviando in modo irreparabile dalla linea
congressuale.Quest’ultimo atto è l’ennesima azione arbitraria e
vigliacca, in continua e palese violazione dello Statuto, con cui il
gruppo dirigente ha scelto di liquidare la questione fin dal
principio, impedendo scientificamente ogni possibilità di
discussione e ricomposizione interna negli organismi preposti che
sono stati esautorati fino alla loro fisica
sostituzione.Nascondendosi dietro la falsità e la denigrazione ad
uso e consumo della sua frazione personale, il Segretario generale ha
operato da tempo per inquinare e sovvertire la vita interna del
Partito fino a truccare il Congresso Nazionale attraverso una
Commissione (fuori Statuto) di fedelissimi (composta da “segretari
regionali” che in gran parte sono stati nominati personalmente da
Rizzo senza alcuna votazione delle rispettive federazioni) e un tanto
assurdo quanto ridicolo Regolamento Congressuale non approvato dal CC
nemmeno consultato e sostituito di fatto in tutte le sue funzioni
previste dallo Statuto. A questo si somma una commissione di
“garanzia” composta da parenti e amici personali di Rizzo
nemmeno iscritti al Partito e operazioni messe in campo per gonfiare e falsare il tesseramento, mentre si esautoravano dalle loro funzioni il resp. internazionale e il resp. organizzazione, si chiudevano arbitrariamente commissioni elette dal CC e veniva commissariata e sostituita la Federazione di Roma, altre centinaia di compagni e compagne, quadri, federazioni, ritenuti scomodi, venivano isolati, emarginati e sostituiti fino a esser arbitrariamente posti fuori dal Partito con la negazione della tessera (tra cui membri dell'Ufficio Politico e membri del Comitato Centrale come il sottoscritto).Il tutto finalizzato a garantire il plebiscito al Segretario generale funzionale a sigillare il suo progetto di trasformazione del nostro Partito in un “fan club”, in un partito d'opinione, mediatico e puramente elettoralista (individuato come unico metodo di costruzione del partito stesso), con tutti i germi dell'opportunismo e eclettismo. Un partito progressivamente deideologizzato (nel suo vero significato e non nell’esposizione dei santini) e piegato sul personalismo e a un “massimalismo” parolaio usato per riempire di simbolismo un contenitore vuoto e passivo che a parole mantiene l’obiettivo del socialismo ma in realtà si muove nella direzione opposta. Privo di una strategia e pratica di lotta e radicamento di classe, di capacità di intervento politico reale nella classe lavoratrice, di costruzione di un rapporto organico con la classe, immobile, passivo e incapace di agire sul piano reale della lotta di classe in una direzione rivoluzionaria.
nemmeno iscritti al Partito e operazioni messe in campo per gonfiare e falsare il tesseramento, mentre si esautoravano dalle loro funzioni il resp. internazionale e il resp. organizzazione, si chiudevano arbitrariamente commissioni elette dal CC e veniva commissariata e sostituita la Federazione di Roma, altre centinaia di compagni e compagne, quadri, federazioni, ritenuti scomodi, venivano isolati, emarginati e sostituiti fino a esser arbitrariamente posti fuori dal Partito con la negazione della tessera (tra cui membri dell'Ufficio Politico e membri del Comitato Centrale come il sottoscritto).Il tutto finalizzato a garantire il plebiscito al Segretario generale funzionale a sigillare il suo progetto di trasformazione del nostro Partito in un “fan club”, in un partito d'opinione, mediatico e puramente elettoralista (individuato come unico metodo di costruzione del partito stesso), con tutti i germi dell'opportunismo e eclettismo. Un partito progressivamente deideologizzato (nel suo vero significato e non nell’esposizione dei santini) e piegato sul personalismo e a un “massimalismo” parolaio usato per riempire di simbolismo un contenitore vuoto e passivo che a parole mantiene l’obiettivo del socialismo ma in realtà si muove nella direzione opposta. Privo di una strategia e pratica di lotta e radicamento di classe, di capacità di intervento politico reale nella classe lavoratrice, di costruzione di un rapporto organico con la classe, immobile, passivo e incapace di agire sul piano reale della lotta di classe in una direzione rivoluzionaria.
Le
questioni di “democrazia interna” – con la negazione di ogni
principio base del funzionamento di una organizzazione
marxista-leninista – sono un tutt’uno pertanto con le questioni
politiche alla base della rottura col gruppo dirigente. Questioni che
si sarebbero potute affrontare e risolvere attraverso un regolare
Congresso come con diversi altri membri del CC abbiamo più volte
richiesto attraverso più lettere inviate al CC, all’UP e al SG,
ricevendo ogni volta come risposta solo chiusura e denigrazioni volte
a nascondere e capovolgere il contenuto della critica.
Una
critica che trova ormai ampio e palese riscontro nella realtà dove
l’annuncio dell’ingannevole Referendum sull’UE e l’alleanza
elettorale nelle Marche con il “PCI” sono l’apice
dell’operazione di deviazione della linea congressuale e di
mutazione genetica del Partito condotta dal Segretario generale che
dimostra come abbia operato da tempo alle spalle degli organismi e
del corpo del partito su una strategia diversa mai discussa ad alcun
livello. Gli stessi incontri e relazioni (documentati e denunciati)
con personaggi del campo politico borghese di destra, anche a livelli
di dirigenti e deputati della Lega e altri, fino agli ambienti
propriamente fascisti come con Sinagra, trovano oggi una spiegazione
che va ben oltre l’inopportunità di certi comportamenti e
relazioni personali, assumendo invece il loro reale carattere di
relazioni politiche che si manifestano con il “referendum” nel
tentativo di coagulare una area sovranista trasversale da cui trarre
profitto elettorale.
La
stessa distorsione e capovolgimento della cosiddetta “politica di
alleanze sociali” risponde a questo, con l’assunzione di punti di
vista e riferimenti reazionari e nazionalisti propri della piccola e
media borghesia che sostituisce di fatto il proletariato trasformato
in nient’altro che in un orpello simbolico. Si finisce così col
negare il ruolo centrale della classe operaia come soggetto
rivoluzionario, ponendola al contrario alla coda contribuendo ad
alimentare piani, interessi e visioni estranee, pericolose trappole
ed inganni. Il tutto in una direzione generale che ha come bussola
quella di raccogliere consenso elettorale ricoprendo il ruolo di ala
sinistra di settori borghesi e piccolo borghesi che si riconoscono
nell’ampio campo politico del cosiddetto “sovranismo” o della
corrente dell’“euroscetticismo” funzionale alla difesa degli
interessi di settori del capitale nazionale nella competizione
intraimperialista nell’UE.
Pensano
così di attrarre gli elettori che sono andati a destra replicando un
certo tipo di messaggio e impostazione, camuffando fino a stravolgere
la nostra linea e criterio di classe. Questa è una direzione del
tutto ingannevole e ignora completamente il ruolo di un partito
comunista che è quello di attrarre gli elementi più avanzati e
migliori della classe operaia, di elevare la coscienza e
organizzazione di classe, è lottare per esser l’avanguardia del
movimento operaio.
Di
conseguenza, viene snaturato il Partito e la sua stessa
organizzazione è mutata definitivamente (in elettorale) assumendo
determinate caratteristiche che rispondono a quell’obiettivo con la
sostituzione di buona parte della base del partito (dando vita ad un
PdCI 2.0).
I
cedimenti ideologici che hanno portato a questo si possono
individuare nell’assunzione di categorie e concezioni estranee al
marxismo ma camuffate come tali e penetrate nel vertice del Partito
(e di conseguenza nel passivo corpo dello stesso). Si sposa così la
visione secondo cui la contraddizione principale sarebbe quella tra
“capitale nazionale e globale”, tra la “colonia” Italia e
l’UE, figlia della distorta lotta “contro la globalizzazione”
che avrebbe portato alla “scomparsa dello Stato nazionale”. Una
posizione che - al di là degli enunciati ufficiali - finisce di
fatto per allinearsi al campo degli opportunisti nel Movimento
Comunista Internazionale che lamentando la “perdita di sovranità”
e conformando una errata analisi dell’imperialismo, teorizzano il
gradualismo, le “tappe intermedie”, in cui la prima sarebbe
quella del recupero della “sovranità” e della “democrazia
costituzionale” in alleanza con settori della borghesia, come
“presupposto” per il socialismo che diviene un semplice
“richiamo”, un proclama, rimandato a tempi indefiniti. Guarda
caso le stesse tesi sancite nel documento di alleanza elettorale con
il PCI nelle Marche e con l’annuncio del Referendum sull’UE per
la cosiddetta Italexit*, ossia l’uscita sul terreno del capitalismo
(solo un anno fa si diceva: “questo passo va fatto superando prima
il sistema capitalista e applicando quello socialista, perché
altrimenti il sistema ci farebbe a pezzi” cit. Rizzo al Corriere
della Sera nell’Aprile ‘19. Mentiva ieri, mente oggi, mente
sempre?).
Dietro
il paravento delle “alleanze sociali“ in realtà si sperimenta un
fronte interclassista, dietro i proclami di facciata sul “socialismo”
si cela una linea politica riformista-sovranista nei fatti, una
manifestazione di opportunismo di destra. Non è questo di cui
avevamo bisogno ma di una tattica che corrispondesse alla nostra
visione strategica che individua l’obiettivo della rivoluzione
socialista in Italia (senza passaggi intermedi sul terreno del
capitalismo). Obiettivo che corrisponde ai compiti dei comunisti in
tutti i paesi imperialisti come unico modo per rompere le
organizzazioni imperialiste come l’UE e la NATO a beneficio dei
lavoratori e dei popoli. La preparazione della classe operaia
(intorno a cui saldare altri settori popolari oppressi e
potenzialmente alleati) e la costruzione del suo Partito di
avanguardia per questo obiettivo, la mobilitazione militante di
classe basata sui suoi interessi e rivendicazioni immediate e la sua
organizzazione sindacale con orientamento di classe, sono i compiti
primari che dobbiamo svolgere in particolare in una fase di nuova
crisi del capitalismo demarcando il campo della lotta di classe.
Ci
sarà tempo e modo per sviluppare in modo dettagliato e adeguato a
come meritano queste cruciali e profonde questioni politiche a 360°
(che interessano tutto il movimento comunista), essendo il centro
reale di questa rottura in cui emergono due visioni e prospettive
ormai opposte. È ora infatti di far tornare a parlare i documenti
politici, l’elaborazione e analisi teorica, seria e scientifica
come d’altronde è stato sempre fatto fin quando ci è stato
permesso in tutti questi anni in cui quelli che oggi vengono cacciati
e infangati hanno dato un contributo fondamentale all’avanzamento
ideologico, politico e organizzativo del Partito.
Chiudiamo
questo miserabile capitolo che vede protagonista un gruppo dirigente
che sarà ricordato solo per esser responsabile di aver causato la
rottura con il Fronte della Gioventù Comunista e di aver deviato per
l’ennesima volta in senso opportunista il processo di ricostruzione
comunista. Liberandoci da un gruppo dirigente opportunista, dalla
loro linea e metodi che tentano di far passare e imporre giocando
sull’ambiguità, la menzogna e il non detto, una cosa è sicura:
questa deviazione è solo uno scoglio che non può fermare il mare.
La strada della ricostruzione comunista in Italia è tracciata e
continuerà a esser percorsa con coerenza nel conflitto di classe da
cui sorgerà il Partito di quadri, di classe, di avanguardia.
Riprendendo
le parole del Comandante Marulanda “se siamo rivoluzionari prima o
poi ci ritroveremo nel cammino”.
Salvatore
Vicario, (ex) resp. organizzazione regionale della fed. Sicilia
e membro del CC del Partito Comunista
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