domenica 3 maggio 2020

pc 3 maggio - La lotta nell'epicentro della pandemia - la Lombardia

NO ALLA PANDEMIA CRONICA 
E AL CONTAGIO DI RITORNO A MILANO

La crisi epidemica in Lombardia e a Milano ha già evidenziato quanto un sistema Sanitario, trasformato da Sanità territoriale pubblica in Sanità residenziale – dove nel tempo la sanità pubblica veniva falcidiata con tagli ai finanziamenti e operatori, dalla disgregazione e dalla frammentazione e quella privata era attenta esclusivamente alla corsa all’utilizzo della malattia e dei servizi sanitari e farmaceutici a scopo di profitto – non sia in grado di far fronte ad una condizione di emergenza !
Ma la situazione può addirittura peggiorare se permane una condizione in cui il manovratore non viene disturbato e se non si crea una pressione su una dirigenza politica che ha nel
proprio DNA la visione privatistica della salute legata al business ed intenta a fare della salute un lucroso affare che in questa regione dura ormai da vari decenni e che neanche corruzioni svelate e scandali hanno scalfito.
Stiamo in questi giorni assistendo ad un braccio di ferro dove l’oggetto è l’uscita dal lockdown e dove Regione e Governo si stanno prodigando in confronti muscolari. Ambedue gli organi istituzionali non possono garantire un’uscita dal contenimento del virus che non lasci strascichi e nuovi contagi tra le nostre popolazioni.
La Regione Lombardia sembra non aver imparato nessuna lezione di quanto di grave si è prodotto sul suo territorio, mentre il Governo tenta di mitigare con una certa gradualità l’uscita della 1 fase.
Ora è certo che non sia uguale un modo o l’altro per affrontare la fase 2 e soprattutto appare evidente che se i primi sono per un ritorno al passato, i secondi cercano di mitigare l’impatto su una ripresa che ha come fondamento lo stesso paradigma neoliberista dal volto umano. Queste impostazioni del modello di sviluppo sono da ripensare per ribaltarne totalmente la logica che le guida. Lo Sfruttamento delle risorse del pianeta non è più compatibile con lo sviluppo umano e il modello capitalistico e totalmente da sovvertire.
Noi oggi abbiamo un’urgenza impellente e a questa urgenza dobbiamo rispondere. Oggi abbiamo a che fare con il rischio della fase 2 che porta con sé il contagio di ritorno che con la ripresa delle attività lavorative potrebbe causare un innesco di nuove infezioni di Covid 19 tra i Lavoratori e di ritorno dai luoghi di lavoro tra le loro famiglie e di tutta la comunità!

Diventa quindi indispensabile definire e organizzare risposte fino anche alla sollecitazione del Sindaco a svolgere azioni. Investire la Prefettura per condizionare la prosecuzione delle attività all’applicazione del protocollo sottoscritto dal Governo con le parti sociale segnalando la necessità dell’aggiornamento del “Documento di valutazione dei rischi” e aumentare i relativi controlli come già sta avvenendo in altre provincie tramite Ats per verificare nelle aziende attive l’applicazione del “Protocollo Governo – parti sociali” e l’aggiornamento di valutazione dei rischi.
Questo lavoro va proposto a larga parte delle associazioni e gruppi che si muovono sul terreno della salute e della giustizia sociale. Bisogna che arrivi a tutti quei lavoratori che sono tantissimi che non sono in grado di sottrarsi al ricatto padronale tra salario o disoccupazione per dare speranza e rafforzarli nell’organizzazione a salvaguardia.

Il Comitato contro il contagio di ritorno si affianca e si integra nel lavoro svolto dal Comitato Sud Ovest di Milano in difesa della salute e degli Ospedale San Paolo e San Carlo.

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