venerdì 8 maggio 2020

pc 8 maggio - EPIDEMIA - QUESTO SISTEMA BORGHESE INTENDE SALVARE INNANZITUTTO SE STESSO - Da un contributo

La borghesia dovrà pagare per l’ennesimo crimine contro le masse prodotto dalla sua gestione di questa crisi sanitaria ed economica. La rabbia e l’odio sociale verso di essa  richiedono una comprensione critica perché il conto che le masse gli presenteranno sia “lucido” ed estremamente fermo.
Il modo con cui il sistema borghese ha affronto questa epidemia dimostra ancora una volta che esso non intende salvare la società, intende salvare sé stesso. Non è il sistema borghese a provvedere ai bisogni della popolazione, ma è il contrario: è la popolazione a servire i bisogni del sistema capitalista.
Chiama le masse ad essere unite in questo momento e a lasciar fare al loro governo. L’appello è all’unità per riprendere a far girare il sistema, quello per cui anche le epidemie virali possono tornare ciclicamente come le crisi economiche.
Dalla comprensione del nesso tra l’epidemia in corso e le leggi capitaliste proprie di questo sistema
deriva l’impossibilità di una soluzione che non sia il rovesciamento di un modo di produzione che non permette lo sviluppo dell’umanità.
Ma questo sistema non muore da solo, e questo è il compito della rivoluzione proletaria.

E’ un problema di tutte le società quello del come si organizza di fronte ad una crisi, ad una epidemia, ma è il modo di produzione specifico di ogni società a determinarlo. In questa società capitalista, non perché sia particolarmente cinica e cattiva ma perché sono così le sue leggi di funzionamento, le masse sono ridotte per esempio a non avere mascherine per proteggersi dal contagio ma ad avere invece una produzione di armi, sempre più intensificata.
La questione centrale è, come sempre, lo Stato e il suo ruolo necessario come forza di mantenimento/sviluppo della borghesia capitalistica.

Ci sono 2 soluzioni: una della borghesia e una del proletariato. Una imposta dalla dittatura della borghesia, un'altra che dovrebbe essere imposta dalla dittatura del proletariato. Entrambe sono dittature, ma totalmente differenti, in generale, come su questa emergenza.
Nello Stato, nei governi della borghesia, le masse, i loro organismi, comitati, associazioni, sindacati veri dei lavoratori, ecc. quando succede un disastro come questo, non hanno nessun ruolo e potere. Invece il Partito, lo Stato proletario darebbe loro i poteri per decidere, organizzare le masse e occuparsi delle loro condizioni.

La società socialista è stata un’esperienza concreta di masse rivoluzionarie dirette dalla classe operaia che hanno creato un nuovo potere e hanno preso decisioni e condotto lotte contro la sopravvivenza del vecchio in tutti i campi, dalla sanità alla scuola, dalla produzione sul cosa e come produrre con al centro gli operai. Lo ha dimostrato la Russia bolscevica e la Cina maoista. La storia di queste esperienze dimostra quanto il socialismo abbia dato risposte ai problemi dell’umanità.
Il pluslavoro nella società socialista è “tempo di lavoro necessario” non a produrre valore per il capitale, ma per accrescere la ricchezza, il progresso sociale delle masse, per un “fondo di riserva e di accumulazione” che permetta, in caso di calamità, epidemie, la sospensione di attività, la salvaguardia della salute dei lavoratori e delle masse e la sopravvivenza di tutta la società.
ED - Ravenna

Nessun commento:

Posta un commento