mercoledì 6 maggio 2020

pc 6 maggio - SANATORIA MIGRANTI: NO ALLA DESTRA SALVINIANA/M5S - NO ALLA REGOLARIZZAZIONE PROAGRICOLTORI PD/BELLANOVA

Nel governo è in atto uno scontro tra destra/M5S e gli altri. La viscida Bellanova addirittura minaccia dimissioni se non passa la bozza per la sanatoria nel decreto di maggio. Ma se chiaramente la destra, con l'aiuto ora del M5S, non la vuole punto e basta, va denunciato il tipo di sanatoria che viene proposta dai Ministri Bellanova, Catalfo, Lamorgese, Provenzano.
Riprendiamo su questo un testo pubblicato settimane fa:

"Lo spirito e lo scopo di questa sanatoria è evidente già dal primo articolo, in cui si dice esplicitamente che essa viene fatta unicamente per sopperire alla carenza dei lavoratori nei settori dell’agricoltura, dell’allevamento, della pesca e dell’acquacoltura; cioè per dare braccia alle aziende da sfruttare per il tempo necessario al lavoro (max un anno).
Della situazione di migliaia di braccianti non gliene importa nulla, importa solo la continuità produttiva e dei profitti di questi settori del capitale.
Il lavoratore migrante viene legato al suo padrone, con una doppia corda; dipende totalmente dalla volontà/convenienza o meno del padrone se può rimanere in Italia o deve tornare nei lager libici o in altri paesi da dove è sfuggito. Questa stessa bozza infatti non sospende affatto le espulsioni, i
procedimenti penali e amministrativi a carico dei migranti, li sospende solo se viene "comprato" dal padrone e giusto per il tempo che deve lavorare per lui.
Della serie: se vieni sfruttato hai diritti (anche alla vita), se non lavori non hai diritti come persona.

Questa regolarizzazione riguarda solo un settore produttivo, sicuramente grande, dei lavoratori migranti, ma non tutti i lavoratori. Pensano di regolarizzare sulle 250mila max 370mila migranti, un numero dettato non certo dalla realtà dei migranti - che sono migliaia - ma da quanti servono alle aziende, a causa della mancanza di braccia per il coronavirus (anche per la resistenza a rientrare in Italia o a restare da parte delle persone provenienti dalla Romania, Bulgaria e Polonia). E sicuramente non riguarda le migliaia di migranti dei centri, molti dei quali non lavorano, o che al massimo si arrangiano in lavoretti a nero.
Questi possono ammalarsi di coronavirus - come effettivamente sta avvenendo nei centri, nei Cpr in cui spesso devono vivere ammassati, come viene più volte denunciato dalle migranti e migranti,per esempio di Ponte Galeria a Roma -  ma non possono neanche curarsi, perchè sono considerati "invisibili" e diventano esistenti solo per provvedimenti e interventi di repressione.

Sono comunque esclusi da questo provvedimento i lavoratori migranti che hanno fatto lotte, proteste, che sono stati denunciati, incriminati, "che comunque - come viene scritto nel testo - siano considerati una minaccia per l'ordine pubblico o la sicurezza dello Stato...".
Come è stato per le misure dei detenuti, anche verso i migranti che giustamente lottano vi è una "vendetta", doppia punizione (oltre quella poliziesca e giudiziaria); e un monito/ricatto verso tutti gli altri: se volete i minimi diritti umani dovete stare buoni...
Proprio i migranti che con la lotta e solo con le loro lotte hanno ottenuto dei risultati non solo per loro ma per tutti, rischiano ancora una volta di essere cacciati.

Che sia una sanatoria che non si discosta molto dai decreti sicurezza di Salvini, è spiegato anche da alcune dichiarazioni all'interno del governo, come la squallida Min. dell'agricoltura Bellanova, che dicono che per arrivare alla sanatoria ci si può servire del "decreto Salvini sulla sicurezza che prevede la possibilità di rilasciare un permesso temporaneo di sei mesi in caso di calamità naturale o emergenza sanitaria".

Noi vogliamo una effettiva soluzione per tutti i migranti, lavoratori o non lavoratori, che sono presenti in Italia - una soluzione che sia rapportata all'emergenza del coronavirus - anche tutti i migranti in Italia non possono viaggiare/uscire dal nostro paese e la condizione di non lavoro, di mancanza di reddito e/o di alloggi totalmente a rischio sanitario mettono in grave pericolo la loro salute e la loro vita.
Questo rendo urgenti e pienamente attuabili queste rivendicazioni:

permessi di soggiorno per tutti di almeno due anni di validità; o rinnovo indipendentemente dalla scadenza senza alcuna verifica su reddito e/o lavoro;
documenti anagrafici, sanitari, per tutti senza condizione (qui alcuni giudici stanno andando per fortuna controcorrente e ben oltre le intenzioni del governo).
A questi obiettivi si devono accompagnare altri, altrettanto necessari e resi ancora più urgenti dall'emergenza pandemica:
reddito - non ci deve essere alcuna differenza tra il reddito - noi preferiamo salario garantito - a tutte le persone italiane disoccupate, a chi ha perso il lavoro e non ha indennità di sostegno, alla gente povera e il reddito alle persone migranti; 
case per tutti - vi sono tante case, appartamenti, strutture, anche pubbliche, o da requisire se vuote - che devono essere messe a disposizione dei migranti;
diritto d'asilo per tutti coloro che hanno fatto richiesta - dato che per l'emergenza sono bloccati tutte gli iter giudiziari.
contratti di lavoro per tutti; se il lavoro riprende ed è nella massima sicurezza.
Chiusura dei Cpr - che oltre tutte le condizioni orribili in cui vivono i migranti, anche bambini, oggi sono come le Residenze per gli anziani, un realtà ideale per la diffusione del contagio coronavirus;
Blocco di ogni espulsione e apertura dei porti.

E' chiaro, come dicono gli stessi migranti che hanno dovuto fare tante lotte per ottenere anche dei minimi diritti, che anche questi obiettivi si possono conquistare solo con le lotte, il sostegno attivo ad ogni protesta dei migranti dovunque sia e la mobilitazione unitaria e articolata nelle varie città, passando via via dal "virtuale" al reale. Non bastano prese di posizioni, raccolta di firme, assemblee tematiche, mailbombing - come sono in corso da parte dell'area "sanatoriasubito" - a governo, Ministeri, presidente della Repubblica, ecc.; certo, ogni forma che dia visibilità al problema dei migranti serve, ma sappiamo anche che governo, Ministeri, Istituzioni non sentono, e solo la paura della lotta, della rivolta può far ottenere dei risultati.

Da Il Manifesto:
Il permesso di sei mesi non cambia la vita dei migranti nei ghetti
«Per noi resta il problema della casa e dello sfruttamento nelle campagne»
Abbas è un bracciante nigeriano di 42 anni che da dodici vive sulla «pista» di borgo Mezzanone, in provincia di Foggia. Lavora nella raccolta dei pomodori e guadagna circa 30 euro al giorno.
«Il permesso di soggiorno – dice con voce chiara – è importante ma il problema sono queste baracche e il padrone che paga poco o niente». A borgo Mezzanone abitano stabilmente poco più di 1.000 immigrati impiegati nella raccolta dei pomodori. In ogni baracca dormono in 6 o in 10 e non dispongono, come Abbas, dei servizi minimi essenziali, come elettricità, acqua, servizi igienici e fognatura.
Sandhu Singh, bracciante indiano che da otto anni vive nel residence «Bella Farnia Mare» di Sabaudia, lavora «in regola» per una cooperativa agricola locale.
«Siamo migliaia che lavoriamo in agricoltura. Molti di noi, come me, hanno un regolare permesso di soggiorno e altri invece lavorano senza permesso e senza contratto... Penso che regolarizzare è importante per noi stranieri ma il problema è che a sfruttare i lavoratori sia regolari che irregolari è il padrone. Ho lavorato tre anni in un’azienda di Terracina e avevo il permesso di soggiorno e anche il contratto ma guadagnavo 2,90 euro all’ora. È il padrone o il caporale che registra le nostre ore di lavoro e ne segna meno di dieci al mese mentre io lavoro tutti i giorni. È il padrone il problema. Se proviamo a protestare ci dice di restare a casa perché trova altri lavoratori al nostro posto».
A Saluzzo, nel ricco Piemonte a guida leghista, le istituzioni regionali sono gravemente latitanti rispetto alle condizioni di vita e di lavoro dei lavoratori migranti stagionali che nel solo cuneese rappresentano il 75% dei lavoratori impiegati in quell’area. La Regione Piemonte continua, con ostinazione sovranista autolesionista, a reclamare l’impiego nelle campagne della sola manodopera italiana... la Lega ha deciso di dichiarare guerra alla regolarizzazione e di non occuparsi dello sfruttamento e del caporalato."

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