giovedì 21 giugno 2018

pc 21 giugno - Macron usa La violenta repressione poliziesca con diritto di sparare come deterrente alle proteste di piazza

Francia, ecco perché “tout le monde déteste la police”.
di Roseline Vachetta

La politica antisociale di Macron è così violenta che può solo sperare di imporla con un livello molto alto di repressione. Il “sinistro” dell’Interno (gioco di parole francese per “sinistre” per “ministre”, ossia l’inquietante, dannoso ministro ndr), Collomb, anche se afferma di essere “stufo”, assume con zelo la funzione di “fascista di servizio”. Massiccia e “adattata” a diversi ambienti, la repressione mira a rompere le persone e distruggere la speranza di un altro futuro.

Repressione a tutto campo
Questo potere attacca ancora i migranti, i cui deboli diritti saranno limitati dalla legge sull’asilo e sull’immigrazione. Cacciati, rinchiusi o ridotti alla totale invisibilità, non hanno alcun ricorso contro
gli abusi della polizia. Anche le persone che osano mostrare la loro solidarietà sono represse. Il dovere di accoglienza è sostituito da quello di far rispettare i confini.
A Notre-Dame-des-Landes (dove per decenni ha funzionato una lotta contro un progetto di aeroporto annullato solo quest’inverno, ndr), si tratta di una guerra quasi civile (con diversi episodi di repressione violentissima contro la “Zad”, zone a defendre, ndr) che implica l’uso di mezzi militari contro coloro che hanno l’audacia di ignorare il diritto di proprietà e opporsi a vite alternative alla barbarie del sistema: 330 feriti gravi in due mesi!
I dipendenti che lottano contro le minacce al loro lavoro, per difendere i nostri beni comuni o per il diritto di mobilitazione, vengono repressi e dati in pasto al pubblico dagli editorialisti agli ordini. Girare per la strada è diventato un diritto a rischio: non più una singola manifestazione si svolge senza affrontare la repressione poliziesca, a volte con dozzine di feriti, alcuni gravemente. Effetto deterrente garantito!

“Anche la Repubblica taglia le mani” (scritta in Place de la Republique)
Non solo il “diritto di sparare” della polizia è stato allineato a quello dell’esercito, ma la Francia è l’unico paese dell’UE ad usare ordigni esplosivi nelle operazioni di contrasto, come il tritolo contenuto nelle granate GLIF4 che mutilano e hanno già ucciso. Collomb il cinico oggi chiede alle organizzazioni e ai sindacati di fare loro il sporco lavoro cacciando i “perturbatori” dai cortei, sotto pena di mettere in discussione il diritto di scendere in piazza! Due piccioni con una fava: dividere e minacciare la repressione del diritto alla protesta.
Con un livello di repressione fino all’illegittimità, cercano di dissuadere la protesta e incoraggiare la complicità passiva o attiva con il loro sistema. Altrimenti, è la soppressione dei diritti, la repressione poliziesca e le molestie giudiziarie.
Guerra ai giovani della classe lavoratrice
Questa insopportabile violenza è la vita quotidiana delle persone che vivono nei quartieri della classe operaia, specialmente i giovani, specialmente se sono neri, arabi o sospettati di essere musulmani. Spiegando che i “maschi bianchi”, anche ai vertici dello stato, non possono fare nulla per questi luoghi in cui non vivono, Macron annuncia che i quartieri, già vittime di discriminazioni multiple, saranno ancora più disimpegnati dallo Stato, quindi meno investimenti e servizi pubblici. Ma ancora più polizia. Ciò rafforza il degrado, la reclusione, la povertà.
La selezione all’ingresso dell’università mira a mettere in ordine quelli che il sistema capitalista considera utili e gli altri. Al culmine della riproduzione sociale è la perdita di ogni speranza di studiare per centinaia di migliaia di giovani delle classi inferiori. La resistenza è forte nelle scuole superiori e la repressione feroce, come nel liceo Arago di Parigi. Colpevoli di incontrarsi in AG (assemblea generale, ndr), i giovani sono stati rinchiusi per ore su un furgone, poi gettati in prigione, con ingiurie verbali, comprese minacce sessiste contro le ragazze, per finire alcuni davanti a un giudice. Un’operazione repressiva deliberatamente eseguita “fuori dalle striscie” di varie procedure, comprese quelle per la protezione dei minori: non è un difetto, è volontà di colpire la gioventù più consapevole e terrorizzarla.

“I brutti giorni finiranno”!
Il limite della strategia del presidente dei ricchi è che colpendo tutti allo stesso tempo, alimenta ovunque molteplici focolai di ribellione alimentati da immensi sentimenti di ingiustizia, rabbia e legittimità.
Dagli studenti delle scuole superiori ai pensionati agli impiegati pubblici e privati, migranti, famiglie di vittime di violenze della polizia, zadisti, “delinquenti di solidarietà” (la Francia ha istituito un reato specifico di solidarietà: arrestati in un corteo al confine di Briançon, il 22 aprile, due giovani ginevrini, Theo e Bastien, e un’italiana, Eleonora sono stati accusati di aver contribuito “all’ingresso di stranieri in situazione irregolare sul territorio nazionale” con l’aggravante di aver agito in banda organizzata. Rischiano fino a 10 anni di prigione, 750mila euro di multa e il divieto di entrare sul territorio francese, ndr), genitori di studenti, privati di lavoro, di alloggi, di tutto … è profondo e bolle. E’ già molto di più di una debole marea, che piaccia o meno al potere e al suo disprezzo di classe.

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