pc 19 giugno - Salvini, Salvini! Il ministro degli assassini
Caserta, “spari contro due immigrati al grido ‘Salvini, Salvini!’: un ferito”
I fatti risalgono all'11 giugno, stando al racconto dei responsabili del
Centro sociale Ex Canapificio, l'associazione che gestisce il progetto
Sprar di cui i due immigrati malesi sono beneficiari. "Invitiamo il
ministro e l’intero governo a prendere spunto da questo episodio per
interrogarsi sulle scelte da fare", scrivono i responsabili in un
comunicato
Salvini, il ministro degli assassini, in realtà ha ben poco da interrogarsi. Sono i meridionali che inneggiano a Salvini che dovrebbero farlo, i meridionali e i terremotati che lo hanno votato. Ma forse è meglio rischiarargli la memoria, chissà che un domani non correggano il tiro e invece di sparare ai neri che non gli han fatto niente, sparino al verde che li ha pubblicamente insultati e disprezzati dall'alto della sua Pontida e della sua metropolitana "solo per i milanesi".
Qui alcune "perle" di Matteo Salvini e altri leghisti sui meridionali:
“Ma questo da che albero scende”, rivolto a un assessore siciliano
“Prima il Nord non è più solo uno slogan, è una necessità.”
“Senti che puzza scappano anche i cani stanno arrivando i napoletani" “colerosi, terremotati, con il sapone non vi siete mai lavati"
"Napoli merda, Napoli colera”
“Ci siamo rotti i coglioni dei giovani del Mezzogiorno, che vadano a fanculo i giovani del Mezzogiorno!”
“Al Sud non fanno un emerito cazzo dalla mattina alla sera. Al di là di tutto, sono bellissimi paesaggi al Sud, il problema è la gente che ci abita. Sono così, loro ce l’hanno proprio dentro il culto di non fare un cazzo dalla mattina alla sera, mentre noi siamo abituati a lavorare dalla mattina alla sera e ci tira un po’ il culo”
“Noi siamo Celti e Longobardi! Non siamo merdaccia Levantina e Mediterranea. Noi siamo Padani!.”
Ecco cosa cantava a squarciagola Matteo Salvini, a 3 mesi dal terremoto dell'Aquila (e la lega era al governo con Berlusconi, che in quei giorni teneva il G8 a L'Aquila, sulla pelle e in beffa dei terremotati):
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