domenica 17 giugno 2018

pc 17 giugno - Solidarietà dalle lavoratrici a Lavinia Flavia Cassaro

Dalle lavoratrici delle pulizie delle scuole di Taranto

NOI LAVORATRICI PULIZIE DELLE SCUOLE STATALI DI TARANTO
ESPRIMIAMO TUTTA LA NOSTRA SOLIDARIETA' A LAVINIA FLAVIA CASSERI,
INSEGNANTE ANTIFASCISTA DI TORINO, CONTRO L'INGIUSTO E INGIUSTIFICATO LICENZIAMENTO!
IL LICENZIAMENTO DI LAVINIA DEVE ESSERE RITIRATO!

Lavinia Flavia Casseri, l'insegnante antifascista, in una manifestazione ha espresso la sua rabbia contro la polizia che proteggeva i fascisti di Forza nuova, e invece caricava violentemente giovani, donne e lavoratori che in piazza numerosi protestavano a Torino in difesa dei valori antifascisti e antirazzisti della Resistenza e della nostra Costituzione 

Lavinia è stata licenziata per essere antifascista, per aver difeso i  valori che nelle nostre scuole dovrebbero essere materia di insegnamento, cardini della nostra Costituzione. 

Noi lavoratrici e i lavoratori impiegati nelle scuole statali ormai da più di 20 anni, sfruttati, malpagati, in balia delle decisioni di Governo-Miur, di appalti in cui agiscono corruzione e interessi vari, sappiamo benissimo cosa vuol dire protestare e vedere calpestati i propri diritti. 
Per questo non possiamo che essere al fianco di Lavinia e lottare insieme per il rietro nel suo posto di lavoro.

SEGUONO FIRME (che si stanno continuando a raccogliere)

Dalle lavoratrici del Policlinico di Palermo

IL LICENZIAMENTO DI LAVINIA E’ UN CHIARO E MERO ATTO POLITICO DEL FASCISMO CHE AVANZA! 

OGGI HA COLPITO LAVINIA, DOMANI POTRA’ COLPIRE OGNI ALTRA LAVORATRICE O  LAVORATORE DEL PUBBLICO IMPIEGO CHE DISSENTE DALL’AZIENDA, DAL
  GOVERNO E DA QUESTO STATO DI COSE.
NEL PRIVATO HA GIA’ COLPITO ACUNI OPERAI DELLA FIAT DI NAPOLI

Non vi sono dubbi che  il licenziamento di Lavinia Flavia Cassaro sia un chiaro atto politico, che denota l’avanzare sempre più del fascismo di stampo mussoliniano, teso a reprimere l’antifascismo militante, così come pure ogni dissenso, ribellione, lotta  ed opposizione di classe.

La fascistizzazione delle istituzioni ne  è un’ovvia conseguenza, ed ecco che, così come ha fatto l’ufficio scolastico regionale di Torino (su imput dell’ex  presidente del Consiglio Matteo Renzi, che durante una trasmissione di Matrix disse che Lavinia andasse licenziata su due piedi), si arriva finanche a licenziare una insegnante, sol perché durante una manifestazione antifascista contro CasaPound che stava tenendo un comizio elettorale, ha legittimamente espresso la propria opinione contro la polizia che aveva appena caricato pesantemente il corteo, in difesa della melma fascista.

Non è servito neanche che l’Associazione dei Giuristi Democratici intervenisse con un comunicato chiedendo la sospensione del provvedimento disciplinare  rimarcando che “il lavoratore non vende più se stesso ma solo le attività indicate nel contratto e nell’orario di lavoro previsto, restando irrilevante la sua vita extra –lavorativa”.  

Si tratta di un fatto gravissimo, senza precedenti dalla nascita della Repubblica, come sono stati costretti a riconoscere anche alcuni giornali. Essere licenziati per le proprie opinioni politiche, espresse, tra l’altro, fuori dal proprio luogo di lavoro e, quindi, NON nell’esercizio delle proprie funzioni, viola oltre che lo Statuto dei Lavoratori, anche la stessa Costituzione. Altro che solo una “sanzione sproporzionata”!

E l’altra aberrante cosa che dà il segno dei tempi… è che mentre si criminalizza e licenzia Lavinia per “reato di opinione”, si alimenta e difende il rigurgito fascista, lasciandone impuniti gli innumerevoli crimini fino ad oggi commessi. Così come sono stati lasciati impuniti chi, come Lega, FN e CasaPound hanno di fatto legittimato la tentata strage di Macerata.

Il licenziamento di Lavinia è un caso eclatante ed inaccettabile, che si aggiunge a quello dei cinque operai della Fiat di Napoli licenziati per avere inscenato, dopo il suicidio di un loro collega ed il trasferimento forzato di altri operai,  l’impiccagione di Marchionne tramite un  fantoccio. Licenziati per avere espresso liberamente la propria rabbia ed opinione rispetto al massacro sistematico delle proprie condizioni di lavoro e della propria stessa vita, sempre più sacrificata sull’altare dei profitti padronali, tanto che sono oltre mille che ogni anno ci lasciano la pelle o rimangono invalidi. 

Per questo sistema si  deve essere, come si suole dire, “cornuti e mazziati”, altrimenti, se si osa ribellarsi,  si finisce in galera. Se questo non è fascismo!

La tendenza al fascismo, come la storia ci insegna, è organica all’imperialismo e si manifesta ancora più  in tempi di crisi per il capitale,  come adesso, portando ad un inasprimento soprattutto della repressione delle lotte sociali e di classe. 

Ma a tutto c’è un limite e la repressione non fa altro che alimentare la ribellione!
Rispedire con ogni mezzo possibile al mittente il licenziamento di Lavinia così come pure quello degli operai della Fiat di Napoli è una necessità storica di classe, che ci tocca tutte e tutti.  

Siamo tutte e tutti antifascisti, siamo tutte e tutti Lavinia!

Lavoratrici SLAI Cobas sc –Policlinico Palermo

Nessun commento:

Posta un commento