Benevento,
frode su centri d'accoglienza.
Arrestato il "re dei rifugiati" con altri 4.
Indagati in 36
Arrestato il "re dei rifugiati" con altri 4.
Indagati in 36
Coinvolti
un funzionario pubblico, un impiegato del ministero di Giustizia e un
appartenente delle forze dell'ordine. Sono accusati di truffa ai
danni dello Stato
di
DARIO DEL PORTO e CONCHITA SANNINO
BENEVENTO
- Era l’uomo dell’ “impero” costruito sulla gestione dei
migranti. Tredici centri con circa 800 richiedenti asilo. Paolo Di
Donato, al vertice del consorzio ‘Maleventum’, è finito agli
arresti domiciliari con accuse gravissime. Truffa ai danni dello
Stato, falso, corruzione, e altre contestazioni.
Per tutti era ormai ‘il re dei rifugiati’. Lui si ribellava ai sospetti e ostentava sicurezza: “Io faccio l’imprenditore: mi occupo del sociale sì, ma non sono mica un prete, devo fare utili”. E ne faceva eccome. Un milione in pochissimi
anni. Ma ora si scopre che - stando all’impianto accusatorio - con la presunta complicità di funzionari pubblici truffava lo Stato e lucrava due volte sulla pelle dei migranti: dei quali percepiva contributi anche se molti rifugiati che risultavano ospiti delle sue strutture erano andati via da un pezzo.
Un’inchiesta che si pensava potesse esplodere già da qualche mese, quella coordinata dal procuratore capo Aldo Policastro e dall’aggiunto Giovanni Conzo, con la pm Filomena Rosa: indagini della Digos di Benevento sulla serie di illeciti che riguarderebbe Di Donato e dei carabinieri su altre vicende collegate.
Per tutti era ormai ‘il re dei rifugiati’. Lui si ribellava ai sospetti e ostentava sicurezza: “Io faccio l’imprenditore: mi occupo del sociale sì, ma non sono mica un prete, devo fare utili”. E ne faceva eccome. Un milione in pochissimi
anni. Ma ora si scopre che - stando all’impianto accusatorio - con la presunta complicità di funzionari pubblici truffava lo Stato e lucrava due volte sulla pelle dei migranti: dei quali percepiva contributi anche se molti rifugiati che risultavano ospiti delle sue strutture erano andati via da un pezzo.
Un’inchiesta che si pensava potesse esplodere già da qualche mese, quella coordinata dal procuratore capo Aldo Policastro e dall’aggiunto Giovanni Conzo, con la pm Filomena Rosa: indagini della Digos di Benevento sulla serie di illeciti che riguarderebbe Di Donato e dei carabinieri su altre vicende collegate.
In totale cinque arresti e 36 indagati a Benevento per una frode sui centri di accoglienza per migranti. Tra le persone finite ai domiciliari anche il funzionario Felice Pansone della Prefettura di Benevento e un carabiniere accusati a vario titolo di diversi reati di “truffa ai danni dello Stato per il conseguimento di erogazioni pubbliche”, frode in pubbliche forniture, corruzione. Ma dovranno rispondere anche di rivelazione di segreti d'ufficio.
L'indagine, partita nel novembre 2015 e coordinata dalla Procura di Benevento, ha avuto origine da un esposto e ha riguardato l’ormai vasta serie di illeciti nella gestione dei centri di accoglienza. Ció che è emerso per i pm era un “sistema criminale” che faceva affari sulle assegnazioni pilotate dei migranti, sul sovraffollamento dei centri, sulla falsa attestazione di presenze degli ospiti, con la connivenza di alcuni pubblici dipendenti.
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