Sono apparsi rassicurati i rappresentanti dei sindacati all’uscita
dall’incontro odierno al MiSe, per quel che riguarda la trattativa Ilva.
Nel corso dell’incontro con i leader di Fim, Fiom e Uilm, infatti, il
ministro dello Sviluppo, Luigi Di Maio, avrebbe più volte
tranquillizzato le organizzazioni sindacali: “Di Maio ha più volte
detto che non avrebbe fatto accordi che non siano condivisi e che non
siamo in un’epoca in cui salute, lavoro e ambiente possano essere in
contraddizione“, hanno detto al ministro Marco Bentivogli,
Francesca Re David e Rocco Palombella lasciando il ministero dopo un
incontro in cui di fatto il ministro ha ascoltato le voci della
trattativa.
All'incontro tenutosi oggi al Mise, “il ministro ha detto due
cose importanti: la prima è che bisogna fare un accordo condiviso, la
seconda è che non siamo in un’epoca in cui salute ambiente e lavoro
possono essere messi in contrapposizione tra di loro” ha detto Francesca Re David, segretario generale della Fiom Cgil, aggiungendo “immagino
che Di Maio cercherà una soluzione giusta da
questo punto di vista e
anche noi pensiamo che l’unico modo per salvaguardare l’ambiente sia che
l’Ilva continui a produrre, perché chiudere significherebbe nessun
investimento sul risanamento ambientale“. Al tavolo odierno, i sindacati hanno descritto al nuovo ministro “qual è la condizione della trattativa dal nostro punto di vista, perché siamo assolutamente fermi“, ha continuato Re David aggiungendo che il ministro “ci
ha detto che tra oggi e domani sentirà tutte le parti comprese le
istituzioni locali e le associazioni ambientali e che a breve ci
rivedremo“.
L’incontro “è iniziato con un ascolto di tutte le organizzazioni
sindacali e ognuno ha potuto esprimere la sua posizione rispetto allo
stato della trattativa con Arcelor Mittal abbiamo chiesto ripetutamente
chiarezza sulla posizione del governo e del ministro Di Maio sul futuro
dell’Ilva su questo non ci ha voluto dare risposte ma ha preferito
rimandare alla fine degli incontri che ci saranno oggi pomeriggio e
domani con l’azienda per poi rincontrarci nuovamente” ha affermato
invece Marco Bentivogli, segretario generale Fim Cisl, al termine del tavolo aggiungendo che il ministro Di Maio “ha
spiegato che il lavoro pregresso (fatto dall’ex ministro Calenda) viene
tenuto in considerazione e ha detto che non procederà a decisioni
unilaterali ma che tutto avverrà nell’ottica del confronto“. I sindacati hanno ribadito “che bisogna fare assolutamente presto perché sono partiti i licenziamenti nell’indotto e l’impianto è sempre più insicuro“, ha concluso Bentivogli.
“Il ministro ci considera interlocutori validi. Al momento non
siamo entranti nel merito, siamo disponibili a tornare ad un tavolo dopo
la fine di questo giro di incontri“, ha dichiarato invece Rocco Palombella, segretario generale Uilm. “Dobbiamo fare presto – ha detto Palombella – i
lavoratori vivono momenti di attesa mista a fiducia e preoccupazione.
Chi parla di chiusura dello stabilimento non sa di cosa parla. Il tempo
non gioca a nostro favore, ma se Arcelor Mittal ci tiene davvero deve
compiere uno sforzo in più e assicurare la piena occupazione a tutti i
lavoratori“. L’incontro è stato solo interlocutorio, ma il ministro
ha espresso la volontà di programmare a stretto giro nuovi appuntamenti
ravvicinati conferma il segretario della Uilm. “Questo è un segnale positivo, vuol dire che il ministro avverte la nostra stessa urgenza – ha aggiunto Palombella -.
Ora dobbiamo restare con i piedi per terra e auspicarci una rapida
ripresa della trattativa con il gruppo industriale che ha vinto la gara,
per dar seguito al piano Ambientale e quello Industriale“. Per il sindacalista “più
passano i giorni e più aumenta la responsabilità di AM InvestCo nel
ricercare un accordo sindacale che eviti la gestione unilaterale
dell’Ilva perché questo darebbe il via a un conflitto insanabile che
farebbe precipitare la situazione a un punto di non ritorno“, ha concluso.
“Consideriamo importante l’incontro di oggi con il ministro del
Lavoro, Luigi Di Maio, sulla vertenza Ilva: abbiamo riscontrato da parte
sua una concreta volontà di ascolto delle istanze di tutte le
Organizzazioni sindacali e il chiaro intento di comprendere i problemi
ancora aperti sul tavolo per arrivare ad un percorso condiviso“. Così il segretario generale dell’Ugl Metalmeccanici, Antonio Spera,
che oggi – insieme al segretario nazionale Ugl Metalmeccanici con
delega alla Siderurgia, Daniele Francescangeli, e a una delegazione
dell’Ugl di Taranto – ha partecipato al confronto tra governo e
sindacati. “La nostra posizione – spiega Spera – è da
giugno dello scorso anno sempre la stessa: nella nuova Ilva devono
essere compresi tutti i lavoratori dell’attuale Gruppo, devono essere
mantenuti gli attuali livelli retributivi, garantita
l’ambientalizzazione dentro e fuori dall’Ilva, soprattutto non devono
essere create altre società in cui far confluire il dipendenti di cui
Arcelor Mittal ad oggi non intende farsi carico“. “Queste – scandisce – sono
le ragioni fondamentali per le quali fino ad oggi non è stato raggiunto
un accordo con Arcelor Mittal, che peraltro con il precedente Governo
aveva sottoscritto un contratto fin troppo distante dalle richieste
nostre e della altre organizzazioni sindacali“. “Attendiamo – conclude Spera – che
il ministro concluda i confronti con gli Enti territoriali e con
l’azienda stessa per poi tornare a confrontarci con lui e trovare la
sintesi migliore tra tutte le esigenze in campo“.
questo punto di vista e anche noi pensiamo che l’unico modo per salvaguardare l’ambiente sia che l’Ilva continui a produrre, perché chiudere significherebbe nessun investimento sul risanamento ambientale“. Al tavolo odierno, i sindacati hanno descritto al nuovo ministro “qual è la condizione della trattativa dal nostro punto di vista, perché siamo assolutamente fermi“, ha continuato Re David aggiungendo che il ministro “ci ha detto che tra oggi e domani sentirà tutte le parti comprese le istituzioni locali e le associazioni ambientali e che a breve ci rivedremo“.
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