L’assassinio istituzionale di Rohiti
Vemula
Rohith Chakravarti Vemula era uno
studente del dottorato presso l'Università di Hyderabad, nato 30
gennaio 1989e suicidatosi 17 gennaio 2016.
La sua morte è il tragico epilogo, di
una persecuzione che durata parecchi mesi, dal luglio 2015, quando
l’Università gli comunicò la decisione di revocare il pagamento
di una borsa di studio di 25.000 rupie al mese in quanto ritenuto
responsabile di aver aderito alle proteste dell’associazione
studentesca Ambedkar Students Association (ASA).
Per tutta risposta a ciò, il 3 agosto
2015 Rohith Vemula e altri quattro attivisti ASA manifestavano contro
la pena di morte inflitta Yakub Memon, e condannavano l'attacco
realizzato dalla Akhil Bharatiya Vidyarthi Parishad ABVP,
un’organizzazione studentesca di destra affiliata al RSS, un
partito politico parte della coalizione del governo MODI, contro la
proiezione del
documentario 'Muzaffarnagar Baaqi Hai' alla Delhi University.
documentario 'Muzaffarnagar Baaqi Hai' alla Delhi University.
La sera stessa, indignato, Rohit
incrociava nei corridoi della residenza universitaria il capo locale
dell’ABVP, Nandanam Susheel Kumar, e gli gridava “squadrista”,
mentre entrambi si ritiravano nelle rispettive stanze. Il giorno dopo
Kumar veniva ricoverato per un’appendicite acuta, ma lui denunciava
“sono stato aggredito e malmenato da una 40 di membri dell’ASA
che hanno fatto irruzione nella mia stanza”.
In seguito, l’ABVP ha inviato una
lettera al Ministro dell'Unione Dattatreya, sostenendo che i membri
ASA indulgevano in attività 'castiste' e 'anti-nazionali’. La
lettera era trasmessa prima al Ministro per sviluppo delle risorse
umane dell'Unione, Smriti Irani e poi al pro-retttore dell'università
prof P. Appa Rao, che prendeva la decisione di sospendere Rohith
Vemula e altri quattro membri dell’ ASA e di espellerli
dall’ostello universitario. Il 17 gennaio 2016, dopo che il suo
ricorso era stato respinto e la sospensione confermata, Rohith Vemula
è stato ritrovato morto nella sua stanza della residenza
universitari Umma Anna.
In un suo scritto ritrovato nella
stessa stanza e che gli inquirente hanno presentato come l’ultimo
messaggio prima di uccidersi Rohith scriveva:
“Il valore di un uomo viene ridotto …
a un voto, a un numero, a una cosa. Mai quell’uomo è stato
trattato come una mente pensante, come qualcosa di glorioso, fatto
della stessa sostanza delle stelle. In ogni campo, negli studi, nelle
strade, in politica, nella morte e nella vita.
Scrivo per la prima una lettera di
questo tipo … Scusatemi se non riesco a dare un senso a tutto ciò
che scrivo. Forse mi sono sbagliato, sempre, nel comprendere il
mondo. Nel comprendere l'amore, il dolore, la vita, la morte. Non
c'era nessuna urgenza. Eppure ho sempre corso. Nel disperato
tentativo di iniziare una vita. Per alcune persone, tutta la loro
vita è una maledizione. La mia nascita è stato il mio incidente
mortale. Non riesco mai a recuperare la solitudine della mia
infanzia. Il bambino mai apprezzato che sono stato. Non sto male in
questo momento. Non sono triste. Sono solo vuoto. Indifferente a me
stesso. Questo è triste. Ed è per questo che lo sto facendo.
Mi potranno chiamare codardo, egoista,
o stupido quando me ne sarò andato. Non mo preoccupo di come mi
chiameranno. Non credo alle storie sulla post-morte, ai fantasmi o
agli spiriti. Se c'è qualcosa che credo, è che posso viaggiare
verso le stelle. E conoscere altri mondi …
Il padre, Manikumar, ha affernato che
quello del figlio non è stato un suicidio e preteso un’inchiesta.
Mentre rispondeva in parlamento, il
ministro Smriti Irani, ha lamentato: “a nessun medico è stato
permesso di avvicinare Vemula per soccorrerlo. "Anzi, il suo
corpo è stato utilizzato come arma politica. Neppure la polizia ha
potuto avvicinarsi fino alle 6 e 30 del mattino seguente”. Ma il
Responsabile Medico dell’Università di Hyderabad, Rajashree M, ha
smentito la dichiarazione del ministro sulle circostanze della morte
di Rohith Vemula.
Il suo suicidio ha scatenato un’ondata
di proteste e indignazione in tutta l'India ed ha guadagnato
l'attenzione dei media come un caso scandaloso di discriminazione
verso i dalit e le caste inferiori in tutta l’India, le cui
istituzioni di istruzione superiore sono accusate di fomentare la
discriminazione di casta contro gli studenti appartenenti alle caste
più basse.Studenti, docenti, intellettuali, gente
comune sono scese in piazza in massa in un onda di manifestazioni che
ha attraversato tutto il subcontinente, a Hyedarabad come a Delhi,
Mumbai, Chennai, Kolkata e centinaia di centri più piccoli e remoti
del secondo paese più popoloso del mondo.
Attivisti democratici e dei diritti
umani hanno accusato Kumar, con la sua lettera e le false accuse, e
le istituzioni, che hanno spalleggiato Kumar e punito lo studente
dalit, di essere i responsabili della sua morte di Rohith Vemula, un
assassinio istituzionale.
A seguito dell’esposto di alcuni
studenti dell'Università di Hyderabad, la polizia ha aperto un caso
per violazione della legge di prevenzione delle atrocità di casta e
tribali, contro Bandaru Dattatreya, deputato BJP (il partito di Modi)
di Secunderabad, il ministro del lavoro e dell'Occupazione del
governo indiano; Ramachandra Rao (BJP MLC) e Appa Rao Podile
prorettore dell’Università di Hyderabad.
Ma poi sono emerse voci secondo cui
Rohith si sarebbe procurato un certificato da Dalit solo per ottenere
l'ammissione all’Università. Dopo che il Ministro Sushma Swaraj ha
rivelato che Rohith vemula non era un Dalit, la polizia ha aperto
un'indagine per accertare il suo status di casta. Così, le accuse
contro Dattatreya, Rao e Podile rischiano di cadere se è provato che
Vemula non era un Dalit. Il certificato casta di suo fratello lo
qualifica come Vaddera e lo zio di Vemula ha dichiarato alla polizia
che il padre di Rohith era anche lui Vaddera, casta esclusa dai
programmi di protezione delle caste deboli dell’Andhra Pradesh. Ma
Raja Chaitanya, fratello di Vemula, ha dichiarato: "abbiamo
documenti che provano che apparteniamo alla casta protetta [...] noi
siamo dalit.”. Secondo fonti di stampa, esiste un certificato di un
ufficio governativo dell'Andhra Pradesh che afferma che Rohith vemula
era un Dalit”.
Al di là delle veline e delle “verità”
di politicanti e poliziotti, è ben chiaro che la morte di Vemula non
può che essere considerata un assassinio istituzionale, frutto non
di un “insano gesto”, individuale disperato, ma conseguenza
diretta di una persecuzione sistematica quotidiana e di massa, di un
odio selettivo che si è accanito Rohith, cioè chi in prima persona
ha osato ribellarsi e gridare la verità.
La lotta la vita e la morte di Rohith
proiettano questa vicenda come importante terreno di battaglia contro
il montante fascismo hindu che con Modi è salito al potere in India
e dall’alto usa lo stato e i suoi apparati nel come i fascisti
fanno in ogni paese e ogni tempo: servili verso i forti, crudeli
verso i deboli.
Sono decine gli intellettuali,
dirigenti sindacali e popolari, attivisti dalit e adivasi che in
questi ultimi mesi sono diventati bersaglio delle squadracce fasciste
hindu, protette e aiutate dalla complicità di polizia, partiti e
autorità di governo. Ma quando tutti questi settori di popolo sotto
attacco si uniscono e osano lottare … alla loro maniera, allora la
storia può anche cambiare.
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