“Acerra. Scontri tra i militanti di
Casapound, organizzazione di estrema destra, e quelli della sinistra
locale, tra i quali componenti dei movimenti dei disoccupati. Ci sono
dei fermati. La polizia ha effettuato degli interventi per impedire
che i militanti della sinistra assaltassero il gazebo montato nella
centrale piazza San Pietro dai nazifascisti di Casapuond.”
Scrive lo stesso Mattino. E non gli sembra neanche surreale che possa essere difeso dalla polizia di uno stato che si definisce democratico un banchetto “nazifascista”…
Scrive lo stesso Mattino. E non gli sembra neanche surreale che possa essere difeso dalla polizia di uno stato che si definisce democratico un banchetto “nazifascista”…
I fermati sono tre, tutti compagni
della zona, mentre un poliziotto asserisce di essere stato colpito da
un oggetto scagliato non si sa da chi.
La provocazione fascista era nell’aria
da giorni, ma prefettura e comune hano egualmente dato il permesso ai
fascisti di installare un gazzebo nella stessa zona in cui, il 2
ottobre del 1943, i soldati tedeschi diedero il via all’eccidio di
Acerra, uccidendo un centinaio di donne, vecchi e bambini nella
strada che ora porta il nome di corso della Resistenza.
Dopo due o tre tentaivi di assalto al
gazebo nazista, i poliziotti – fin lì schierati a difesa di quelli
che, a termine di legge, avrebbero dovuto arrestare – hanno
“consigliato” ai fascisti di Casapound di smantellare tutto e di
andare via. Per essere sicuri che filassero via indenni, li hanno
scortati fino alla stazione (erano tutti “in trasferta”, a
riprova del carattere assolutamente provocatorio della loro presenza).
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