mercoledì 30 marzo 2016

pc 30 marzo - GIULIO REGENI: I COMPLICI DEL CRIMINE DELLA DITTATURA MILITARE EGIZIANA

DAL N. 9 DEL GIORNALE PROLETARI COMUNISTI - per richiederlo anche on line: pcro.red@gmail.com



"....I Complici del crimine della dittatura militare egiziana

Parte della stampa ha sostenuto che se l'è andata a cercare.
Giornalisti e analisti abituati a considerare il loro mestiere e la loro attività possibile come “embeddeb”, non possono minimamente immaginare che Giulio Regeni non è come loro e possa fare ricerca anche in un paese come l'Egitto dominato da una dittatura golpista senza essere accompagnato dalla polizia dei golpisti.
Perchè è così che fanno i giornalisti anche italiani in Egitto il loro mestiere.
D'altra parte come dare torto a questi giornalisti, visto che è diventata presidente della RAI, la più nota e sputtanata giornalista embedded del nostro paese, Monica Maggioni, diventata nota per le gite sulle jeep e i carri americani nei teatri di guerra.
Essere analisti, ricercatori, giornalisti in quella maniera è esattamente il contrario di quello che faceva Giulio e che fanno ancora e aspirano a fare tanti altri ragazzi come lui...

...Renzi dimostrando quando per lui sia molto più importante al-Sisi di Regeni, abituato a cinguettare in forme arroganti e idiote su ogni tema, sul caso Regeni ha mandato avanti al massimo i suoi cretini di riferimento, Gentiloni in testa.
In una della case storiche del golpismo, in Argentina, in occasione della sua visita, l'unica cosa che è riuscito a balbettare: “E' stato ucciso in circostanze ancora tutte da chiarire”. Dichiarazione, oltre che ignobile per un presidente italiano, è solo poco sopra quella dell'ambasciatore egiziano a Roma, che per giorni ha ripetuto che Giulio non è mai stato arrestato dalla Sicurezza egiziana. Perfino la Emma Bonino, che non è certo mai stata particolarmente progressista nella sue relazioni internazionali, ha detto che “quello che è avvenuto a Giulio sono circostanze note anche prima, e che l'autocensura del governo italiano non ha giustificazioni
di sorta”...

...“Dietro la guerra? Profitti!”

Questo diceva il grande giornalista comunista John Reed. Ma, ancor prima di lui Robert Clive, che creò la potenza delle Indie orientali britanniche e fu anche governatore del Bengala, spiegò e teorizzò l'interdipendenza tra espansione commerciale e forza delle armi, sintetizzandola in una frase: “I commerci finanziano le armi e le armi proteggono i commerci”.
Questo oggi è particolarmente evidente nell'attivismo commerciale e militare in progress dell'imperialismo italiano. In particolare se si pensa al regime di al-Sisi, Matteo Renzi è stato il primo capo di governo europeo a visitare il Cairo e ha partecipare ad un mega Forum economico a Sharm el Sheikh.
L'Eni è impegnato nella nuove esplorazioni con la mega scoperta del giacimento di Al-Zhor che vale a regime ben 200mila barili di petrolio al giorno e investimenti per almeno 12 miliardi di dollari.
Quella scoperta ha cementato un'amicizia che vale, in scambi commerciali (nel 2014), oltre 5 miliardi di euro e che in prospettiva mira a progetti per i quali complessivamente il governo egiziano ha annunciato di voler investire 80/90 miliardi di dollari nei prossimi anni.
Infine l'Egitto confina con la Libia... Quindi, l'Egitto è anche il garante, l'alleato principale nella zona dell'Italia, nel quadro dell'intervento-tentativo di riprendersi la Libia, o almeno riuscire a salvare la restante presenza dell'Eni che gestisce impianti strategici per il gas. Ma non ci

sono solo i commerci e il petrolio, ma anche le telecomunicazioni e tutta la rete di presenza nel Mediterraneo, dato che la Libia è la porta dell'Africa Sub sariana dove vi sono importanti materie prime e tassi di crescita economica foritaliani e dal loro capo reale Renzi...

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