E si tratta solo delle lavoratrici della Funzione pubblica.
Mancano tutte le lavoratrici delle cooperative, delle Ditte private appaltatrici che lavorano nei servizi, pulizie, asili, assistenza, ecc. che hanno scioperato in tantissimi posti di lavoro, dalle migliaia di Roma alle centinaia di Palermo, Taranto, ecc. (per quelle che conosciamo); come mancano le lavoratrici del commercio; le lavoratrici immigrate, ecc. Ancora non abbiamo i dati delle lavoratrici dei trasporti di varie città, dove sappiamo che c'è stato lo sciopero delle donne.
Questi poi sono i dati dello sciopero indetto dallo Slai cobas per il sindacato di classe, appoggiato dall'Usi, mentre siamo in attesa di conoscere i dati dell'Usb.
E' QUINDI MOLTO PROBABILE CHE QUESTA CIFRA, DI 11.753, DELLA FP SI RADDOPPI!
Dimostrando che anche questo secondo sciopero delle donne, fatto volutamente nella importante giornata di lotta dell'8 marzo, è riuscito e ha esteso, rafforzato la "scintilla" del primo sciopero del 2013.
Nel leggere i dati di questa tabella, sono significativi alcuni. Per esempio la partecipazione allo sciopero delle lavoratrici della Sanità (751), uno dei settori fondamentali in cui i tagli, l'aumento dei carichi di lavoro, la pesantezza del clima rende molto più dura la condizione delle donne; significativo è anche il dato dell'Università (72) in cui in generale la partecipazione allo sciopero non è così scontata.
Stiamo raccogliendo il dato dell'immenso mondo del precariato, dal nord al sud, dove la maggioranza sono donne che hanno dato la migliore risposta alla politica ipocrita a parole e doppiamente peggiorativa per le donne nei fatti del governo Renzi, con il suo job act,
A queste lavoratrici si sono unite le lavoratrici della scuola (6.417) già nei mesi passati in lotta.
Si sono unite soprattutto al sud contingenti di donne disoccupate che non compariranno in nessuna tabella.
Così come non comparirà in nessuna tabella la partecipazione delle donne immigrate, che pur c'è stata in alcune realtà del nord. contro lo schiavismo del nostro "moderno e civilizzato" paese imperialista.
MA, PUR MANCANDO TANTI DATI, LE DONNE, LE LAVORATRICI DEVONO ESSERE ORGOGLIOSE. LO SCIOPERO DELLE DONNE DELL'8 MARZO E' RIUSCITO!
E questi dati hanno ancora più valore perchè questa volta l'MFPR è stata un pò sola nel lanciare lo sciopero. L'area del femminismo medio e piccolo
borghese organizzato, intellettuale, una parte dell' area della Cgil
che nel 2013 parlò dello “sciopero delle donne” (spesso solo
per snaturarlo, farlo diventare unicamente virtuale, da internet, o
di “massimo mezz'ora”), questa volta è scomparso. Ma ciò non
ne ha impedito la sua riuscita ed estensione.
Nello stesso tempo, ripetiamo che
dobbiamo e c'è per tutte ancora da fare molto lavoro soprattutto
perchè lo “sciopero delle donne” veda realmente e numericamente
in campo le operaie e i settori delle lavoratrici più sfruttate e
oppresse. In tante fabbriche, esemplare alla Fca, la
situazione sta diventando inaccettabile per le donne, sfruttate,
penalizzate e poi le prime ad essere licenziate, discriminate, ecc. La lotta delle donne in queste
fabbriche interessa tutte le lavoratrici, perchè se le donne
vincono qui vincono dovunque, se perdono perdono d'ovunque.
Così nel
mondo schiavizzato delle braccianti, abbiamo appena cominciato, dopo
una estate in cui vi sono state braccianti morte, e qui più che
altrove si uniscono in maniera brutale e schifosa condizioni
disumane di lavoro e ricatti e violenze sessuali.
Ma il carattere di “lunga marcia” di questo secondo sciopero deve servirci, darci tempo per far maturare sempre più le condizioni a livello di massa.
DOBBIAMO COSTRUIRE UNA MANIFESTAZIONE NAZIONALE DELLE LAVORATRICI, PRECARIE, DISOCCUPATE,
DI TUTTE LE DONNE SFRUTTATE E OPPRESSE, A ROMA IN AUTUNNO, CHE ASSEDI I PALAZZI DEL POTERE POLITICO ED ECONOMICO.
Chiediamo alle varie realtà di raccogliere e inviarci, scrivendo a mfpr.naz@gmail.com, i dati dello sciopero delle donne nei settori privati, soprattutto.
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