Entrambi sono passi di guerra nella competizione/scontro in un'area strategica come il Medio Oriente tra imperialismo Usa e russo, con l'imperialismo dei paesi europei che cercano il loro tornaconto.
Con una mano si stringono le mani al Consiglio di sicurezza dell'Onu, con l'altra preparano la guerra.
Nello stesso momento in cui veniva adottato un documento, definito "storico", perchè “per la prima volta siamo tutti insieme su una nuova strada”, la Nato dava il via libera all'invio di caccia, navi, aerei radar nel Mediterraneo orientale per sostenere lo Stato Turco in funzione anti Russia: "considerando la situazione di instabilità della regione... la Turchia deve fare ancora fronte alla Russia, La situazione resta quindi calda e l'invio di rinforzi della Nato non aiuta sicuramente a far calare la tensione".
Nato/Usa, quindi, vanno a difendere il loro amico e braccio armato nella zona, l'assassino Erdogan che ogni giorno sta perpetrando massacri del popolo curdo, e sta mandando a morire migranti, donne, bambini.
Nello stesso tempo, l'accordo sulla Siria adottato dal Consiglio di Sicurezza dell’Onu è in realtà molto fragile; e subito dopo le strette di mano, già dal giorno dopo emergono i contrasti sul futuro del presidente Bashar al Assad. E la Russia precisa: "questo summit non era su Assad ma sul cercare di trovare un’opposizione accettabile per i negoziati e un accordo sulla lista dei gruppi terroristici».
L'altro aspetto che ritorna è proprio la questione dei "gruppi terroristici". Qui da un lato si usa l'Isis ma in realtà si sta parlando di intervento militare, di guerra, per riprendere il pieno controllo economico strategico dell'area da parte dell'imperialismo; dall'altro si nomina l'Isis ma in realtà per "gruppi terroristici" si intendono i curdi e le popolazioni della zona che combattono per la loro liberazione dai regimi reazionari e dall'imperialismo.
E l'imperialismo italiano? Via via, volente o nolente, ne viene sempre più pienamente coinvolto in questi venti di guerra. E diventerà sempre più, necessariamente e giustamente, uno dei nemici da colpire per le masse del Medio Oriente.
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