“Quei migranti – scrive Marzucchi – sono lì a trascorrere la notte non per spirito di esibizionismo, ma perché non trovano posto nei dormitori comunali o non rientrano nei canoni stabiliti per la protezione, temporalmente limitata, dei nuovi richiedenti rifugio”. Sarebbe proprio la Comunità della chiesa di Santa Cristina a fornire a queste persone bisognose le coperte, mentre al cibo provvedono altre organizzazioni. Marzucchi nella sua lettera spiega infatti che numerosi migranti non trovano posto nei dormitori cittadini e sono quindi costretti a dormire all’addiaccio dove riescono.
Uno dei posti scelti è proprio la Pilotta, dove hanno sede la Galleria nazionale e la Biblioteca Palatina, che non solo è un luogo riparato e al coperto, ma è anche sicuro perché monitorato da una telecamera della Questura. I migranti arriverebbero solitamente verso le 22 o 23 lasciando poi libero lo spazio al mattino, prima dell’arrivo di turisti e cittadini, e quindi “non costituiscono motivo di disturbo”. Per l’amministrazione però si tratterebbe di una questione di decoro perché la Pilotta è uno dei principali luoghi monumentali di Parma. “Quelle coperte e quei rifiuti sulla scalinata monumentale in pieno giorno – spiega una nota del Comune – non sono accettabili né per la città, né per i turisti che ogni giorno visitano il palazzo”.
La polizia municipale, chiariscono dal Municipio, avrebbe agito lecitamente perché le coperte si trovavano incustodite in pieno giorno proprio all’ingresso del monumento. Per questo, impossibilitati a identificare i possessori, i vigili avrebbero portato le coperte e il materiale al comando, a disposizione dei proprietari. “Non esiste alcuna azione persecutoria, e il Comune non è affatto insensibile alle problematiche dei cittadini che, non per loro scelta, si trovano a vivere senza avere un tetto a disposizione – continua l’amministrazione Cinque stelle – il Comune è ben consapevole che ci sono situazioni diverse e che chi si trova a Parma senza averne titolo, né avere pratiche in corso per regolarizzare la sua presenza, non può accedere a servizi pubblici”.
Episodi simili si erano già verificati in passato, ma quest’ultimo, per la comunità di Santa Cristina e molte altre associazioni cittadine attive nel sociale che si sono unite alla denuncia, non è ammissibile. “Alcuni ritengono la faccenda indecente per il decoro della città”, continua la lettera di Marzucchi, che poi punta il dito contro le carenze delle istituzioni sull’accoglienza delle persone che chiedono aiuto: “ma forse è indecente perché evidenzia l’incapacità delle istituzioni a provvedere ad un minimo rispetto per i diritti di persone che chiedono aiuto”.
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