mercoledì 15 aprile 2015

pc 15 aprile - Autostrade: La Sicilia crolla ma si continuano a spendere miliardi per la TAV!

Continuiamo a chiederci perchè crollano i ponti delle autostrade! 
E' una domanda retorica, tanto che preferiamo usare un punto esclamativo.
Partiamo dal presupposto che le notizie che scriviamo (in parte prese da altri siti) non sono tutte allineate al nostro "pensiero" ma che in gran parte fotografano una realtà innegabile e di questo non possiamo non tenerne conto! 

Leggiamo da un giornale on line (Stopeuro) quanto segue:
[ . . . Vedremo come viene amministrata la più importante stazione appaltante d’Italia, a partire dalla Sicilia, dove il viadotto Scorciavacche, inaugurato a
Natale con 3 mesi d’anticipo, senza collaudo, è stato chiuso una settimana dopo a seguito del crollo della rampa d’accesso. Perché tanta fretta? Perché i collaudatori si sono dimessi prima dell’inaugurazione?
Poi la statale Maglie Leuca, in Puglia, dove Anas ha affidato l’appalto a un consorzio di imprese, ma gli esclusi hanno vinto il ricorso al Consiglio di Stato e adesso Anas ha dovuto passargli l’appalto: sono 44 km che attendono di essere rifatti da 15 anni. E si scopre anche che il tracciato della nuova strada passa sopra una serie di discariche che sono lì dagli anni ’80, ma nessuno le ha viste.
In Umbria, invece, gli operai che hanno lavorato alla costruzione di un tratto di strada non ancora terminato, dicono che le ditte avrebbero messo meno cemento del dovuto nella volta di una galleria. La stessa cosa che è successa nella costruzione, eterna, dell’autostrada Salerno – Reggio Calabria, che adesso è finita anche nell’inchiesta Grandi Opere. . . ]

Ma noi oggi volevamo parlare del caso più eclatante che è quello siciliano.
R.It scrive:

FRANA DI SCILLATO, I GEOLOGI: "Nel 2005 l'autostrada era già a rischio".

"IL DESTINO di quel viadotto era già scritto. Ed era scritto da dieci anni. C'era una relazione, redatta dal servizio geologico e geofisico della Regione, che metteva in guardia sui rischi di una frana che sin dal 2005 aveva fatto intuire il suo potenziale distruttivo. In quel dossier di dieci pagine, corredato da 11 eloquenti fotografie, tre dirigenti  -  Daniela Alario, Ambrogio Alfieri e Giovanni Bafumo  -  facevano il check-up di una rilevante massa di terreno che era venuta giù distruggendo la provinciale Scillato-Caltavuturo. Era già allora un fenomeno rilevante, uno "scivolamento" di un fronte lungo 200 metri e largo 250. Ebbene il piede di quella frana, si legge nel rapporto, "si estende fino al fiume Himera, sotto l'autostrada ". Insomma, già due lustri fa la minaccia per la A19 era più che concreta. Tanto che nella stessa relazione si faceva riferimento al "muro di controripa" del fiume che, "in prossimità del tracciato autostradale, ha subito una rotazione di 30 gradi". E sono le immagini, allegate al documento, a fare impressione: si vede lo stesso pilone che adesso ha ceduto raggiunto anche in quell'occasione dalla frana: ma i danni, allora, si limitarono all'abbattimento di alcuni alberi di pino. Era un evidente grido d'allarme, e nessuno lo ha ascoltato. Eppure quella relazione non era un documento segreto: è rimasta pubblicata sul sito dell'assessorato regionale all'Industria per anni.

Leggendo IL VULCANO SOTTO on line ci colpisce il 
titolo:

CADO DALLE NUVOLE MENTRE LE AUTOSTRADE CROLLANO -


"IL DESTINO di quel viadotto era già scritto. Ed era scritto da dieci anni. C'era una relazione, redatta dal servizio geologico e geofisico della Regione, che metteva in guardia sui rischi di una frana che sin dal 2005 aveva fatto intuire il suo potenziale distruttivo. In quel dossier di dieci pagine, corredato da 11 eloquenti fotografie, tre dirigenti  -  Daniela Alario, Ambrogio Alfieri e Giovanni Bafumo  -  facevano il check-up di una rilevante massa di terreno che era venuta giù distruggendo la provinciale Scillato-Caltavuturo. Era già allora un fenomeno rilevante, uno "scivolamento" di un fronte lungo 200 metri e largo 250. Ebbene il piede di quella frana, si legge nel rapporto, "si estende fino al fiume Himera, sotto l'autostrada ". Insomma, già due lustri fa la minaccia per la A19 era più che concreta. Tanto che nella stessa relazione si faceva riferimento al "muro di controripa" del fiume che, "in prossimità del tracciato autostradale, ha subito una rotazione di 30 gradi". E sono le immagini, allegate al documento, a fare impressione: si vede lo stesso pilone che adesso ha ceduto raggiunto anche in quell'occasione dalla frana: ma i danni, allora, si limitarono all'abbattimento di alcuni alberi di pino. Era un evidente grido d'allarme, e nessuno lo ha ascoltato. Eppure quella relazione non era un documento segreto: è rimasta pubblicata sul sito dell'assessorato regionale all'Industria per anni.

E ancora:

Una frana ha inclinato un pilone del ponte Himera sulla Palermo-Catania, tra lo svincolo di Scillato e Tremonzelli. L'autostrada, in questo tratto, è stata chiusa. Il primo a chiamare la polizia è stato Tommaso Vitale che lavora vicino al viadotto: "Ho visto la strada deformarsi, erano le quattro e mezza". "Continua a muoversi, ho sentito il rumore", dice un altro testimone


Fa discutere l'imbarazzante dichiarazione del direttore regionale dell'Anas siciliano dopo l'ennesimo crollo, il quinto in pochi mesi, di un viadotto. I trasporti, già impossibili, diventano da quarto mondo. 
La fortuna? 
Che non ci scappi ancora il morto.

Da qualche altra parte un riferimento a un vecchio film:

[...A19 - Sono lontani quegli anni '70 durante i quali, un indimenticabile Nanni Loy diresse Alberto Sordi (con Lino Banfi e vari altri attori di qualità) in quel dramma italiano su celluloide che è "Detenuto in attesa di giudizio". Il film, stigmatizzando i tempi biblici di una Giustizia cieca, incapace e sorda, partiva da un assunto di cronaca: il crollo di un tratto di autostrada dove sarebbe perito, finendo giù dal viadotto, l'automobilista tedesco con tanto di "Maggiolino" Volkswagen al seguito. Era un film, fotografava, romanzandola, l'Italia di quegli anni.
Oggi, quasi cinquant'anni dopo, le autostrade crollano davvero e fortunatamente non ci sono morti. . . ]

Ma noi che amiamo leggere - informarci - capire per lottare e cambiare - non tralasciamo nulla . . . anche il fenomeno TAV entra in gioco (eccome . . . )




Ci permettiamo una licenza . . passiamo dal plurale al singolare: NON POSSO FARE A MENO DI CHIEDERMI il perché non si siano risolti a tempo debito questi problemi e si siano spesi (si spendono tutt'ora), miliardi di euro per l'inutile TAV e si lasci la Sicilia (ma tutto il sud in genere) in una situazione che oltre a mettere a rischio le vite, da l'ennesimo colpo a un'economia già altamente precaria . . . CONOSCO LA RISPOSTA ma mi piacerebbe che un pubblico fatto di masse represse e mai depresse, innescasse un dibattito su questo post, convinto come sono che nulla cambierà senza il “volere cambiare” . . . non servono elezioni e petizioni, non serve il politico di turno che fa parte del gioco prima ancora di diventare “politico”, non serve un presidente della regione (Crocetta) che va sul luogo del "misfatto"  e con questa scusa lascia i lavoratori precari a manifestare sotto il palazzo della regione, lasciandoli in pasto a digos e leccapiedi vari  . . . le masse crescono e si evolvono e sono certo che sapranno dare il loro contributo a questo cambiamento radicale.
METTIAMOCI IN GIOCO – PARLIAMONE !

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