Nadia è l'unica compagna, insieme a altri 2 prigionieri politici, ad essere ancora sottoposta al regime di 41-bis, inasprito dalla direzione del carcere de L'Aquila da fine novembre 2014 e alla misura dell’isolamento disciplinare, con la conseguenza di una condizione d’isolamento totale e perenne.
L'accanimento dello Stato contro Nadia Lioce non può e non deve passare sotto silenzio, perchè, al di là del giudizio sulle scelte di lotta, politiche da lei fatte e portate avanti, questo accanimento repressivo è per cercare di ammazzare la sua volontà di non cedere, la sua coerenza nella battaglia contro questo Stato.
Lo Stato borghese vuole le donne subordinate e oppresse e, se si ribellano e lottano, pentite o dissociate. Chi non ci sta viene doppiamente repressa, anche perchè ha osato...
Per questo, tutte le donne, le compagne che lottano per spezzare le doppie catene di questo sistema sociale devono far sentire la solidarietà per Nadia.
Le donne combattenti, la loro vita, le loro scelte, non vanno ricordate solo dopo morte o solo per il passato. Oggi c'è una donna combattente che per fortuna lo Stato non ha ucciso, o non è riuscito a stroncarne la volontà. Oggi essere dalla parte delle donne che lottano per dare l'assalto al cielo è anche difendere Nadia Lioce.
Movimento Femminista Proletario Rivoluzionario
Nessun commento:
Posta un commento