Il cosiddetto "corridoio rosso" si estende verso l'estremo sud del paese... riportiamo stralci di una "analisi" online di un quotidiano borghese indiano.
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RITORNO DEI NATIVI: IL PCI-maoista IN KERALA - ANALISI
Il 7 dicembre 2014, nel primo episodio mai avvenuto di
questo genere, il personale di Thunderbolt, il commando paramilitare d’élite
della polizia del Kerala ha avuto uno scontro a fuoco con un gruppo di sei
membri del Partito Comunista dell'India-Maoista (CPI-maoista) nella foresta del
Chappa superficie situata al confine Kozhikode-Wayanad. Non sono stati
segnalati feriti dopo i circa 10 minuti
di scontro subito dopo il quale la squadra maoista è fuggita. Nei giorni
successivi, piccole squadre di maoisti hanno distrutto uffici forestali a Wayanad
e Palakkad ed effettuato un attacco contro le strutture di una cava privata nel
distretto di Kannur.
Sulla base di questi tre episodi, che si sono
verificati nell’arco di due mesi (dicembre 2014 e gennaio 2015), è difficile
concludere che il Kerala potrebbe presto diventare una roccaforte di estremisti
di sinistra. Tuttavia, ciò che è innegabile è che le condizioni sociali che hanno
permesso la nascita del Naxalismo alla fine del 1960 in Kerala continuano a persistere
e sono ancora sfruttate dagli estremisti. Peggio ancora, a dispetto di almeno
due anni dall’ingresso del CPI-maoista nella regione, l'amministrazione statale
ha fatto poco per soddisfare le esigenze popolari. Ispirato dalle rivolte
Naxalbari, il Kerala è stato testimone del primo attacco violento della sinistra
estremista sotto forma di un raid contro la stazione di polizia di Thalassery
nel distretto di Kannur del Nord Malabar il 21 novembre 1968....
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