Ercole
Incalza è stato l’uomo delle grandi opere di ben 7 governi consecutivi
tanto che negli ambienti dei lavori pubblici era considerato il vero
Ministro, visto che da Lunardi a Lupi lui è rimasto sempre al suo posto.
L’inchiesta che lo ha visto trarre in arresto è relativa a
diversi intrecci che vanno dal Tav toscano al Mose veneziano, passando
dall’onnipresente Expo.
Vari tipi di reati gli sono contestati e tra le altre cose
sono stati passati al setaccio i rapporti con alcuni imprenditori e
collaboratori stretti, assegnatari di buona parte dei lavori pubblici
sottoscritti da Incalza.
Uno in particolare, Stefano Perotti esce nell’inchiesta
insieme al figlio del Ministro Lupi, per lavori e favori diretti al
pargolo del ministro di CL. Che difende Incalza a spada tratta oggi sui
quotidiani.
Neo detenuto e neo pensionato, Incalza era il direttore
della Struttura Tecnica di Missione del Ministero, sotto le dirette
dipendenze del Ministro di turno. Questo organismo ha il compito di
“definire le strategie per l’assetto trasportistico del Paese”, compresa
la Torino Lione che dalle indiscrezioni non comparirebbe, per ora, in
questa inchiesta; ma si sa, qui la vicenda assume caratteri inquietanti
perchè sono avvenute cose molto discutibili attorno alla Tav in Val
Susa, rese sempre pubbliche dal movimento, ma da queste parti la
magistratura ha un solo obbiettivo nel mirino: la crociata contro i
notav.
Siccome immaginiamo che a breve tutto il “sistema tav”
baderà a prendere le distanze da Incalza, facendosi forte della non
presenza della Torino Lione nell’inchiesta che lo ha fatto mettere agli
arresti, ci teniamo a pubblicare il documento che segue(qui in pdf), che fa ben comprendere che ruolo aveva Incalza anche nella Torino Lione.
E’ una lettera del Novembre 2013 a lui indirizzata dal
direttore generale di LTF Maurizio Bufalini, nella quale si chiedono a
Incalza ben 21,5 milioni di Euro, da aggiungere allo stanziamento
iniziale di 143 milioni di Euro per il tunnel geognostico della
Maddalena (un aumento dei costi del 15% dopo due anni dall’apertura del
cantiere). I 21 milioni e mezzo di Euro richiesti da LTF a Incalza
sarebbero serviti a rafforzare le difese del cantiere/fortino: reti anti
intrusione, assistenza alle forze dell’ordine (uffici, bagni chimici e
raccolta immondizia), sistema di illuminazione, varco autostradale e
soldi dati alla Sitaf per il restringimento della carreggiata. Incalza
era l’uomo a cui rivolgersi per chiedere ancora soldi per il cantiere
della Maddalena.
Non briciole, ma milioni di euro a disposizione dell’uomo
dei 7 governi, quello su cui tutti potevano contare, e che poteva fare
il bello e il cattivo tempo in termini finanziari, cosa che al sistema
tav torna sempre molto utile.
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