Foibe, medaglia al merito a fascista: “Governo la ritiri.
“Quel riconoscimento mal si concilia con una città come Reggio Emilia, medaglia d’oro per la Resistenza e patria dei fratelli Cervi, di cui peraltro Delrio è stato sindaco – sottolinea Andrea Capelli, capogruppo Pd in consiglio comunale a Reggio – quindi lo abbiamo contattato immediatamente, e ci è stata data conferma che il sottosegretario riesaminerà l’istruttoria, e che, se ci saranno i presupposti, nei prossimi giorni quel riconoscimento verrà ritirato”. Forse già il 23 marzo, appena qualche settimana dopo la Giornata del ricordo, quando la commissione esaminatrice dovrebbe riunirsi per riesaminare l’istruttoria.
Venuta a conoscenza della consegna della medaglia ai figli di Mori,
infatti, l’amministrazione reggiana aveva approvato un ordine del
giorno per chiedere al sottosegretario “immediate spiegazioni” rispetto
alla decisione di attribuire al “fascista repubblichino” tale riconoscimento. E nemmeno il tweet di Delrio
era bastato a placare le polemiche: “Se la commissione che ha vagliato
centinaia di domande ha valutato erroneamente – cinguettava l’ex sindaco
di Reggio Emilia, poi volato a Roma con il premier Matteo Renzi,
a notizia sui giornali – il riconoscimento dovrà essere revocato”. Solo
il dietrofront comunicato via telefono dallo staff del sottosegretario
ai consiglieri reggiani ha momentaneamente calmato le acque, “ma ora
quella medaglia al valore va ritirata”, precisa l’amministrazione.
Una richiesta condivisa da quasi tutti i partiti eletti in consiglio
comunale a Reggio. Se, infatti, per Forza Italia un eventuale passo
indietro “sarebbe da valutare, perché la vicenda va vista nella sua
complessità”, come spiega al fattoquotidiano.it il capogruppo Claudio Bassi, il centrosinistra al timone della città vorrebbe invece che il governo si riprendesse l’onorificenza immediatamente.“Mori – recita la mozione presentata dalla consigliera comunale reggiana Lucia Lusenti di Sel, poi approvata dalla maggioranza – l’8 settembre del 1943 scelse il fascismo invece di accettare i termini dell’armistizio firmato dall’Italia, aderì alla Repubblica di Salò, fu repubblichino e ufficiale parmense del Battaglione Bersaglieri volontari Benito Mussolini, e combatté al fianco della Waffen SS contro i partigiani, che lo uccisero in uno scontro il 18 febbraio del 1944. La nostra città, invece, ha forte in sé il radicamento antifascista ed è insignita dell’onorificenza di medaglia d’oro per la Resistenza per aver combattuto e sacrificato vite umane alla lotta contro il fascismo e alla liberazione dell’Italia. Dal governo ci aspettiamo delle scuse ufficiali”.
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