Da Porta a Porta a "Che
tempo che fa" e fino alla direzione del suo partito tenutasi ieri, Renzi
ripercorre la strada cui era abituato il suo alter ego, e cioè il suo attuale
sostenitore/pregiudicato Berlusconi, ma ancora peggio. Come dice la Camusso
"cose mai dette da nessuno"! Pensate sì, diciamo noi, praticate in
gran parte, anche dalla Camusso, ma dette no!
Abolire l'art. 18 dello statuto
dei lavoratori! è un "sogno" da tempo accarezzato dai padroni. E che
si tratti di una questione "ideologica" e cioè di un modo di ripensare
i diritti conquistati lo ricordano allo stesso Renzi in tanti… adesso ha fatto
perfino "arrabbiare" Landini che dice "Basta parole al
vento…"? Ma Landini sta parlando di se stesso? Perché veramente qui più
che parole Renzi vuol fare i fatti, e che fatti! Il vero chiacchierone, ancora
una volta, come dimostra questa intervista riportata dalla Repubblica di oggi,
è proprio Landini. (Tutte le sottolineature e i grassetti sono nostri)
Mentre il governo guidato da
Renzi ha deciso di dare il colpo finale al "tabù", ad uno dei diritti
dei lavoratori conquistati con le durissime lotte degli anni Sessanta e
Settanta, Landini chiede "… a Renzi un confronto pubblico, scelga lui
dove e come, purché sia pubblico. È ora di far un'operazione verità, di dire le
cose come stanno, a partire dall'articolo 18." Come se già questo
"confronto" non fosse abbastanza pubblico! Come se Renzi fosse uno
stupido cui va spiegato il significato dell'articolo 18! Questa
"richiesta" dimostra appunto quanto sia Landini a "fare parole
al vento" e un'offesa all'intelligenza di tutti coloro che stanno seguendo
il "dibattito".
E infatti, dopo la domanda
dell'intervistatore che parla di "novità" nel discorso di Renzi, Landini
è costretto ad ammettere: "Non prendiamoci in giro, nel discorso di
Renzi, per quanto riguarda l'articolo 18 non c'è nessuna novità. Siamo di
fronte ad un ulteriore spacchettamento della norma dopo quello già operato
dalla Fornero." E qui Landini dovrebbe spiegare perché contro la Fornero
nei fatti non si è alzato un dito, e come si pretenderebbe ora, dopo aver
concesso il dimezzamento di fatto dell'articolo 18, di impedirne il totale
annullamento! Landini continua: "la discriminazione è trattata nel codice
civile, il disciplinare è regolato nei contratti. Il giudice, quando decide per
il reintegro, lo fa perché considera false le motivazioni che hanno portato al
licenziamento. Se annullo il reintegro vuol dire che l'azienda, anche con
motivazioni false può licenziare e che l'onere della prova cade sulle spalle
del lavoratore. È un passo indietro, altro che novità".
Il giornalista, però ricorda a
Landini che "… il premier ha parlato di Tfr in busta paga, di legge di
rappresentanza, di salario minimo. Ha promesso di cancellare i contratti
precari: sono o non tutti temi da voi proposti?" E bisogna
aggiungere che sono temi di cui Landini va fiero!
Landini risponde con la sua
abituale "foga": «Ma cosa c’entrano tutte queste cose con il rendere
più semplice il licenziamento? La precarietà si riduce estendendo i diritti,
non riducendoli. Vogliamo parlare di questi argomenti? Bene, Cgil e Fiom
hanno proposte su ogni tema e sono pronte a parlare su tutto. [Non solo a
parlare! Cgil e Fiom fanno tutto! Firmano contratti a perdere, aiutando
così i padroni a fare più profitti e a cancellare appunto i diritti dei
lavoratori!] Ma dentro questo schema ci sono punti che non possono essere
oggetto di trattativa. Ci sono cose davanti alle quali si deve dire no: il
diritto al lavoro deve essere senza ricatti».
Il "diritto al lavoro"
di Landini è una frase che significa tutto e niente, come direbbe lui stesso, è
già previsto dalla Costituzione! Ed è proprio il modo in cui parla Renzi.
"Vago" lo ha definito perfino la Camusso. Non c'entra con il modo in
cui si difende l'articolo 18!
Il giornalista incalza con gli
argomenti che piacciono ai padroni: " Il governo dice che per colpa di
quella norma nessuno investe in Italia." E Landini risponde: «Se le
multinazionali non vengono qui non è per via dell’articolo 18, ma perché non
c’è una politica contro la corruzione e la burocrazia: sono questi i motivi
tengono lontani gli investitori. [A parte la concezione tutta patriottica che
vede l'Italia come un paese dove si fanno investimenti, mentre proprio in
questo momento quello che più "tira" nell'economia italiana sono le
aziende italiane che investono all'estero! Ma dove vive Landini? I padroni di
ogni paese hanno sempre investito in qualsiasi tipo di paese compreso l'Italia,
ogni volta che lo hanno ritenuto opportuno e se ne sono fregati della
corruzione e della burocrazia. Adesso il problema vero è semmai la crisi che
colpisce tutti i paesi per cui anche "investire" non è garanzia di
fare profitti!] Invece di cambiare il lavoro per decreto, Renzi faccia un
decreto sul rientro dei capitali, sul riciclaggio, sul falso in bilancio, sugli
appalti. [Tutti argomenti per suscitare l'"indignazione popolare" ma
che spostano l'attenzione dal problema principale] Il taglio dell’articolo 18
interessa solo alla Confindustria e non serve, perché in questo Paese si può
già licenziare quando l’azienda è in crisi». Proprio così, ma Landini non
dice mai come siamo arrivati a questo punto!
Il giornalista prova ancora a
illustrare i possibili lati positivi della scelta del governo: "Neanche il
fatto che il governo abbia messo sul piatto un miliardo e mezzo per gli
ammortizzatori sociali vi sta bene?" E giù un'altra brutta risposta: «E’
un passo avanti, ma bisogna capire che tipo di riforma si vuole fare. Perché se
si tratta di estendere la cassa integrazione ordinaria e straordinaria a tutti,
di prevedere un sussidio e un salario minimo, di allungare l’indennità di
mobilità e la cassa integrazione in deroga al 2015 per far fronte al rischio di
licenziamenti di massa cui questo 2014 ci espone, certo quella cifra non
basta». Un passo avanti? Landini dimentica subito subito che questi soldi sono
soldi dei lavoratori, risparmiati e accantonati alla grande da tutti i governi
perché solo nel pubblico impiego i contratti sono fermi da sei anni! Solo per
citare un esempio. E alla fine il giornalista pensa di chiudere con una domanda
"forte": "Secondo lei Renzi ha il favore dei poteri forti o
li ha contro?" Landini: «Diciamo che nel Jobs Act lui ha assunto tutte
le richieste dei poteri forti e che è andato a Detroit a prendere consigli da
chi non paga le tasse in Italia e ha portato le sedi della Fiat all’estero. Non
mi pare che la sua politica del lavoro colpisca chi versa il 12 per cento sulle
stock option, colpisce i dipendenti, che non evadono e che pagano le tasse al
43 per cento». E allora, visto che Renzi lavora per i "poteri forti"
e cioè i padroni finanziari e industriali a che cosa servirebbe un
"confronto pubblico"? Landini fa chiacchiere per il proprio
"pubblico" e tra questo si troveranno pure sicuramente quelli che con
una bella pacca sulla spalla aggiungono sorridenti e trionfanti:
"Accidenti quante gliene hai dette!"
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