martedì 30 settembre 2014

pc 30 settembre - Renzi, il suo partito e il suo governo vogliono cancellare l'articolo 18! Landini... ne vuole parlare

Da Porta a Porta a "Che tempo che fa" e fino alla direzione del suo partito tenutasi ieri, Renzi ripercorre la strada cui era abituato il suo alter ego, e cioè il suo attuale sostenitore/pregiudicato Berlusconi, ma ancora peggio. Come dice la Camusso "cose mai dette da nessuno"! Pensate sì, diciamo noi, praticate in gran parte, anche dalla Camusso, ma dette no!
Abolire l'art. 18 dello statuto dei lavoratori! è un "sogno" da tempo accarezzato dai padroni. E che si tratti di una questione "ideologica" e cioè di un modo di ripensare i diritti conquistati lo ricordano allo stesso Renzi in tanti… adesso ha fatto perfino "arrabbiare" Landini che dice "Basta parole al vento…"? Ma Landini sta parlando di se stesso? Perché veramente qui più che parole Renzi vuol fare i fatti, e che fatti! Il vero chiacchierone, ancora una volta, come dimostra questa intervista riportata dalla Repubblica di oggi, è proprio Landini. (Tutte le sottolineature e i grassetti sono nostri)

Mentre il governo guidato da Renzi ha deciso di dare il colpo finale al "tabù", ad uno dei diritti dei lavoratori conquistati con le durissime lotte degli anni Sessanta e Settanta, Landini chiede "… a Renzi un confronto pubblico, scelga lui dove e come, purché sia pubblico. È ora di far un'operazione verità, di dire le cose come stanno, a partire dall'articolo 18." Come se già questo "confronto" non fosse abbastanza pubblico! Come se Renzi fosse uno stupido cui va spiegato il significato dell'articolo 18! Questa "richiesta" dimostra appunto quanto sia Landini a "fare parole al vento" e un'offesa all'intelligenza di tutti coloro che stanno seguendo il "dibattito".

E infatti, dopo la domanda dell'intervistatore che parla di "novità" nel discorso di Renzi, Landini è costretto ad ammettere: "Non prendiamoci in giro, nel discorso di Renzi, per quanto riguarda l'articolo 18 non c'è nessuna novità. Siamo di fronte ad un ulteriore spacchettamento della norma dopo quello già operato dalla Fornero." E qui Landini dovrebbe spiegare perché contro la Fornero nei fatti non si è alzato un dito, e come si pretenderebbe ora, dopo aver concesso il dimezzamento di fatto dell'articolo 18, di impedirne il totale annullamento! Landini continua: "la discriminazione è trattata nel codice civile, il disciplinare è regolato nei contratti. Il giudice, quando decide per il reintegro, lo fa perché considera false le motivazioni che hanno portato al licenziamento. Se annullo il reintegro vuol dire che l'azienda, anche con motivazioni false può licenziare e che l'onere della prova cade sulle spalle del lavoratore. È un passo indietro, altro che novità".

Il giornalista, però ricorda a Landini che "… il premier ha parlato di Tfr in busta paga, di legge di rappresentanza, di salario minimo. Ha promesso di cancellare i contratti precari: sono o non tutti temi da voi proposti?" E bisogna aggiungere che sono temi di cui Landini va fiero!

Landini risponde con la sua abituale "foga": «Ma cosa c’entrano tutte queste cose con il rendere più semplice il licenziamento? La precarietà si riduce estendendo i diritti, non riducendoli. Vogliamo parlare di questi argomenti? Bene, Cgil e Fiom hanno proposte su ogni tema e sono pronte a parlare su tutto. [Non solo a parlare! Cgil e Fiom fanno tutto! Firmano contratti a perdere, aiutando così i padroni a fare più profitti e a cancellare appunto i diritti dei lavoratori!] Ma dentro questo schema ci sono punti che non possono essere oggetto di trattativa. Ci sono cose davanti alle quali si deve dire no: il diritto al lavoro deve essere senza ricatti».

Il "diritto al lavoro" di Landini è una frase che significa tutto e niente, come direbbe lui stesso, è già previsto dalla Costituzione! Ed è proprio il modo in cui parla Renzi. "Vago" lo ha definito perfino la Camusso. Non c'entra con il modo in cui si difende l'articolo 18!

Il giornalista incalza con gli argomenti che piacciono ai padroni: " Il governo dice che per colpa di quella norma nessuno investe in Italia." E Landini risponde: «Se le multinazionali non vengono qui non è per via dell’articolo 18, ma perché non c’è una politica contro la corruzione e la burocrazia: sono questi i motivi tengono lontani gli investitori. [A parte la concezione tutta patriottica che vede l'Italia come un paese dove si fanno investimenti, mentre proprio in questo momento quello che più "tira" nell'economia italiana sono le aziende italiane che investono all'estero! Ma dove vive Landini? I padroni di ogni paese hanno sempre investito in qualsiasi tipo di paese compreso l'Italia, ogni volta che lo hanno ritenuto opportuno e se ne sono fregati della corruzione e della burocrazia. Adesso il problema vero è semmai la crisi che colpisce tutti i paesi per cui anche "investire" non è garanzia di fare profitti!] Invece di cambiare il lavoro per decreto, Renzi faccia un decreto sul rientro dei capitali, sul riciclaggio, sul falso in bilancio, sugli appalti. [Tutti argomenti per suscitare l'"indignazione popolare" ma che spostano l'attenzione dal problema principale] Il taglio dell’articolo 18 interessa solo alla Confindustria e non serve, perché in questo Paese si può già licenziare quando l’azienda è in crisi». Proprio così, ma Landini non dice mai come siamo arrivati a questo punto!

Il giornalista prova ancora a illustrare i possibili lati positivi della scelta del governo: "Neanche il fatto che il governo abbia messo sul piatto un miliardo e mezzo per gli ammortizzatori sociali vi sta bene?" E giù un'altra brutta risposta: «E’ un passo avanti, ma bisogna capire che tipo di riforma si vuole fare. Perché se si tratta di estendere la cassa integrazione ordinaria e straordinaria a tutti, di prevedere un sussidio e un salario minimo, di allungare l’indennità di mobilità e la cassa integrazione in deroga al 2015 per far fronte al rischio di licenziamenti di massa cui questo 2014 ci espone, certo quella cifra non basta». Un passo avanti? Landini dimentica subito subito che questi soldi sono soldi dei lavoratori, risparmiati e accantonati alla grande da tutti i governi perché solo nel pubblico impiego i contratti sono fermi da sei anni! Solo per citare un esempio. E alla fine il giornalista pensa di chiudere con una domanda "forte": "Secondo lei Renzi ha il favore dei poteri forti o li ha contro?" Landini: «Diciamo che nel Jobs Act lui ha assunto tutte le richieste dei poteri forti e che è andato a Detroit a prendere consigli da chi non paga le tasse in Italia e ha portato le sedi della Fiat all’estero. Non mi pare che la sua politica del lavoro colpisca chi versa il 12 per cento sulle stock option, colpisce i dipendenti, che non evadono e che pagano le tasse al 43 per cento». E allora, visto che Renzi lavora per i "poteri forti" e cioè i padroni finanziari e industriali a che cosa servirebbe un "confronto pubblico"? Landini fa chiacchiere per il proprio "pubblico" e tra questo si troveranno pure sicuramente quelli che con una bella pacca sulla spalla aggiungono sorridenti e trionfanti: "Accidenti quante gliene hai dette!"

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