BlockBce...non è che l'inizio!
Dopo giornate di mobilitazione e informazione, caratterizzate da cortei,
azioni, un'occupazione simbolica del Banco di Napoli, workshop
all’università e volantinaggi in tutta la città, il 2 ottobre siamo
scesi in piazza contro il vertice della Bce.
Oltre 3.000 persone hanno
attraversato le strade dei Colli Aminei, quartiere dove nei giorni
precedenti le forze dell’ordine hanno incentivato un allarmismo
ingiustificato facendo circolare volantini che invitavano a “barricarsi
in casa” e “tenere chiusi i negozi”: il quartiere, invece, alla vista
del corteo ci ha accolto con applausi di grande solidarietà.
Il corteo ha
proseguito con azioni comunicative, interventi e volantinaggi cercando
di comunicare il messaggio della giornata agli abitanti del quartiere ,
facendo capire che i
veri violenti sono e restano solo quelli che oggi si sono chiusi
all’interno della reggia di Capodimonte, responsabili delle politiche di
immiserimento, disoccupazione
che colpiscono il paese Una volta arrivati sotto le mura della reggia,
con una semplice scala siamo riusciti a mettere in difficoltà l’ingente
macchina organizzatrice del vertice e uno dei manifestanti è riuscito
ad entrare all’interno del parco e esporre uno striscione,
prima di essere fermato dalla polizia. In quel momento è partito un
fitto lancio di lacrimogeni e fortissimi getti d’acqua urticante con
l’obiettivo di spezzare e disperdere il corteo.
Non ci sono riusciti! Siamo andati
avanti, compatti e determinati, attraversando quartieri popolari come la
Sanità comunicando alla popolazione il perché ci trovavamo lì e cosa
stava accadendo. Il corteo si è diretto nei pressi della questura ed è
terminato soltanto una volta rilasciato il compagno. Questa giornata è solo l’inizio di una grande mobilitazione contro chi, da anni ormai, tiene le redini del nostro presente e del nostro futuro.
Ma la Bce non è il nostro unico nemico.
Infatti, sebbene emani direttive chiare e precise sulle politiche di
sfruttamento e precarietà da adottare, trova piena complicità nei
governi nazionali. Tali manovre, in Italia, si concretizzano nell’attuale riforma del lavoro, che di fatto istituzionalizza la precarietà, nell’abolizione dell’articolo 18,
unica tutela dei lavoratori contro i licenziamenti collettivi e contro
l’impossibilità di ottenere un reintegro in caso di licenziamento
ingiustificato, e si concretizzano nelle generali politiche di sfruttamento diffuse in tutta Europa.
Per questo ritorneremo in piazza il 10 Ottobre al fianco degli studenti contro la nuova riforma della “buona scuola” che va a deteriorare gli ultimi resti del sistema scolastico.
Saremo in piazza anche il 16 Ottobre, in occasione dello sciopero della logistica,
al fianco dei facchini che lottano per ottenere migliori condizioni di
lavoro, retribuzioni dignitose e il rispetto dei propri diritti.
Non è che l'inizio...supportare la resistenza, preparare l'offensiva!
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