mercoledì 7 agosto 2013

pc 7 agosto - NOMUOS.. Niscemi 9 agosto manifestazione ..



Muos strumento di guerra globale

Muos strumento di guerra globale

 

...intervista a Antonio Mazzeo, giornalista, attivista, autore de “I Padrini del Ponte” che sul Muos sta scrivendo in questi giorni un saggio....

L’appalto formalmente è stato dato nel 2008 dal Comando della Usa Navy, la marina statunitense di Sigonella, ad un Consorzio, associazione temporanea di imprese, che si chiama Consorzio Team Muos Niscemi, capofila la Gemmo Impianti spa di Arcugnano Vicenza e con la LaGeCo di Catania. Queste ditte hanno subappaltato lavori di scavo, movimento terra e preparazione delle piattaforme in cemento armato per installare le antenne alla Calcestruzzi Piazza srl, società che è sprovvista  di certificato antimafia.
Perché ne è sprovvista?
Perché ritenuta in alcuni rapporti di polizia, con tanto di timbro della Prefettura, vicina al boss dominante di Niscemi che si chiama Giancarlo Giugno che ora - da un paio di mesi – è sottoposto al regime del 41 bis. Sulla questione c’è stato già un ricorso al Tar. Cioè, la Calcestruzzi Piazza dopo essere stata privata del certificato antimafia si è opposta al Tar di Palermo facendo ricorso. Il Tar ha respinto il ricorso ritenendo motivato il provvedimento della Procura di Caltanissetta che le aveva tolto il certificato antimafia.

Dal punto di vista giuridico, di fatto quell’aria è di proprietà del demanio militare italiano ed è data in concessione all’uso esclusivo delle forze armate americane, la marina militare statunitense. Dal punto di vista del diritto valgono le leggi italiane. Loro quando gli serve dicono che posso non rispettare le leggi italiane come ad esempio quando si oppongono al decreto di sequestro della  Procura di Caltagirone. Quando invece non conviene vanno al Tar chiedendo la revoca della revoca delle autorizzazioni della Regione Sicilia invece dichiarano che è del demanio italiano anziché una struttura italiana.. Il fatto comunque che devono rispettare le leggi italiane, nel caso del Muos, i 6 volts metro in termini di elettromagnetismo ma anche in termini di rispetto delle normative ambientali ed urbanistiche era previsto dall’accordo, è la conditio sine qua non affinché il Governo italiano desse le autorizzazioni al Governo statunitense. E’ il requisito minimo.
C'è un trattato che regola la vicenda?
C’è un accordo bilaterale firmato da due dipartimenti, uno della Marina Militare Americana l’altro dal nostro esercito, in cui il Governo italiano dà il nulla osta per l’installazione  a condizione che gli americani rispettino tutte le normative. Aggiungo che per l’Accordo bilaterale Italia – Stati Uniti  del 2005 sulla regolamentazione dell’uso delle Basi Militari Usa in Italia c’è un articolo che prevede obbligatoriamente anche il rispetto della normativa antimafia nella gestione degli appalti. E’ palese tutta la violazione delle normative.
La Sicilia portaerei americana nel Mediterraneo. Lo è sempre stata ma in questa vicenda ribadisce il concetto. Ne ha parlato anche il ministro della Difesa Mauro.
Gli elementi in gioco sono due, uno il diritto alla salute, l’altro la sovranità violata dello Stato italiano che ripudia la guerra. Questo sistema satellitare consente anche l’uso di strumenti da guerra. E’ una delle ragioni, di principio, per le quali la popolazione si oppone, una questione di principio dal quale non si transige. Il Muos prima di essere una bomba elettromagnetica, di essere un attentato all’ambiente e alla salute della popolazione è uno dei tasselli chiave delle nuove filosofie, delle architetture di guerra delle forze armate statunitensi. Questo lo sottolineo perché non è un progetto Nato, né un progetto deciso bilateralmente dai rapporti Italia-Stati Uniti. E ad uso esclusivo della marina militare americana. Nulla toglie che le informazioni possano essere messe a disposizione degli alleati, ma questo sempre che lo vogliano gli Stati Uniti d’America perché comunque finanziamenti, architettura network di comando è tutto sotto il comando delle forze armate statunitensi. E’ un tassello chiave della nuova architettura di guerra che punta progressivamente alla totale automatizzazione dei circuiti decisionali sulle operazioni belliche. Non solo la parte esecutiva che già in atto con i droni killer che lanciano attacchi missilistici. Il Muos accelera questo processo in cui in nome della superiorità c’è bisogno di una serie di elementi: i droni, i sottomarini, l’architettura missilistica nucleare e ovviamente un sistema di collegamento di comunicazioni satellitare che sarà il Muos. Per cui è uno strumento di guerra, una guerra di attacco, di guerra globale, di una guerra in cui non vengono esclusi assolutamente i sistemi d’arma più distruttivi di massa, comprese le testate nucleari. Ed è per questo che anche simbolicamente le madri No Muos non si sentono solo le madri dei figli di Niscemi che moriranno di cancro per le emissioni elettromagnetiche, per l’impatto ambientale della base che non è solo elettromagnetico, perché la base vengono bruciati milioni di litri di gasolio altamente inquinante.
Perché si brucia gasolio?
Per i motori diesel. In questa base già funzionano 46 antenne di telecomunicazione in tutti i range di frequenza. Con l’aggiungersi del Muos si può immaginare che domanda energetica ci sarà. Abbiamo le prove di incidenti con lo sversamento di milioni di litri gasolio, che non è lo stesso che si usa comunemente ma ha componenti chimiche più pericolose, nelle falde acquifere. La base non ha solo impatti elettromagnetici, ma altri grandi impatto ambientale. Basti pensare che incide in una riserva naturale fondamentale per flora e fauna con alcune specie in via d’estinzione ma anche perché è una delle aree di transito tra l’Africa e l’Europa. Interrompere, deviare, creare problemi, ha grandi impatti.
La Direttiva Uccelli non è intervenuta?
La vicenda del Muos è una enciclopedia della illegalità, e di come puoi legalizzare il crimine.
A che punto è la vicenda giudiziaria?
Il Tar deve motivare il rigetto del ricorso. Ci sarà la convocazione dell’udienza del merito. L’Avvocatura dello Stato richiede ora di pronunciarsi con motivi di urgenza con il giudice monocratico per sbloccare la sentenza di rigetto. La pronuncia arriverà entro fine di luglio, prima della chiusura estiva del Tar.
L’ambasciatore Usa in Italia, da Gela dove era per le celebrazioni dello sbarco in Sicilia, è intervenuto in merito affermando “Spero che possiamo trovare un modo per andare avanti”.
Sicuramente il corpo diplomatico statunitense, soprattutto il console Usa a Napoli, Donald L. Moore, ha fatto una operazione di  pressing a 360 gradi intervenendo sulle autorità regionali, sugli enti locali, sul Governo Italiano, sulle Forze Armate, sulla prefettura di Caltanissetta. Penso che non ci sia un solo organo istituzionale e anche politico che non abbia avuto ricevuto la pressione degli Stati Uniti d’America. Le pressioni sono anche sugli studiosi e sugli esperti.
Cosa ha detto in particolare il professor Massimo Zucchetti?
Zucchetti ha rincarato la dose ovvero che il Muos è totalmente incompatibile dal punto di vista ambientale e soprattutto c’è una aperta violazione di quelle che sono le procedure. Zucchetti ribadisce la insostenibilità della base già presente, c’è una violazione costante dei limiti di legge. 0,5 volt metro o 1 volt/metri sono già 10/12 volte in più d quanto gli studiosi indicano come limite massimo di esposizione specie per i bambini. La base di Niscemi è operativa dal 1991 e solo dal 2008 abbiamo i monitoraggi, sulle cui modalità tecniche ha espresso delle perplessità il Politecnico di Torino monitoraggi sui quali oggi abbiamo una voce autorevole che è la Sapienza di Roma attraverso la Facoltà di Ingegneria, che ha effettuato una perizia per conto del Tar di Palermo che sposa al cento per cento le conclusioni dello studio del Politecnico e andando anche oltre affermando che ha impatti sugli aeroporti ed è il motivo per cui il Muos è stato dirottato dalla base di Sigonella a Niscemi, proprio per le problematicità sul traffico aereo.
Quali sono le interazioni tra il Muos e il Sicral collocato a Vigna di Valle sul lago di Bracciano?
Questo sistema di comunicazione satellitare in questo momento – loro contavano di finire il Muos nel 2009 mentre i ritardi sono ormai spaventosi - è stato messo a disposizione a uso e dotazione della Marina militare statunitense proprio per coprire il gap nelle trasmissioni ad ultrafrequenza, per colmare le difficoltà nelle loro comunicazioni Uhf. Attualmente stanno utilizzando il Sicral.

da una Intervista pubblicata su Lindro.it il 16 Luglio del 2013

Verso il corteo del 9 a Niscemi


no muos 83La manifestazione nazionale prevista per il 9 Agosto a Niscemi si avvicina. Grande l’attesa per tutto il movimento, che in questi giorni, a partire da oggi avrà il suo centro nevralgico al campeggio (di cui sotto il programma) sito presso il presidio permanente, contrada Ulmo, Niscemi, e che si concluderà giorno 11 Agosto.
Grossa è l’attenzione mediatica, e da copione il clima di tensione e criminalizzazione che stampa e media stanno già costruendo e che andrà intensificandosi nei giorni a ridosso della manifestazione. La paura vera è che questa lotta popolare possa sconfinare i territori, richiamando nella giornata del 9 chi, dalla Val Susa a Niscemi rintraccia nelle lotte in difesa dei territori, possibilità di accrescere e di crescita soggettiva dell’opposizione politica in questo paese. Difficile prevedere in toto lo svolgersi della manifestazione, anche perché la retorica che divide la lotta in “buoni e cattivi”, in “violenti e democratici”, ha attraversato in passato anche il movimento. Ma il ritiro delle revoche sui lavori da parte dell’amministrazione regionale, che non pone più nessun ostacolo istituzionale (ammesso che ce ne fossero mai veramente stati) al completamento del muos, sembra aver definitivamente spezzato quel sottile filo di mediazione attuato dalla politica istituzionale per arginare il movimento; e la legittimità di difendere e preservare il proprio territorio con qualunque mezzo e a qualsiasi prezzo comincia forse ad assumere una doverosa centralità che non dovrà certo farsi intimorire da chi al servizio del potere, oltretutto, svilisce quotidianamente la professione giornalistica e d’informazione.
Intanto si susseguono di giorno in giorno le azioni di protesta dei no muos (dopo le occupazioni dei comuni di Niscemi e Caltagirone), con i comitati formatisi in quest’anno o addirittura in queste settimane, che in tutto il territorio interessato dall’ecomostro militare, fanno sentire la loro solidarietà e vicinanza a chi combatte a Niscemi e non solo appunto, contro la costruzione dell’impianto di rilevamento satellitare della marina statunitense. Venerdì mattina è stato il Comitato no muos di Piazza Armerina ad occupare l’aula consiliare del comune della propria città, convocando immediatamente una conferenza stampa. Sabato invece è arrivato il turno di Ragusa, grosso centro abitato della Sicilia orientale, dove il Comitato di base no muos della città ha fatto irruzione al comune imponendo all’amministrazione comunale una presa di posizione nei confronti di quella regionale.
Di certo queste occupazioni, pur nella loro temporalità più o meno limitata, allargano e rinsaldano i legami del movimento che attraverserà la riserva della Sughereta giorno 9 in direzione base muos; e anche mediaticamente, tali iniziative stanno ben scandendo il tempo che ci separa dalla manifestazione nazionale, con l’obiettivo di accrescerne la solidarietà e la partecipazione, che si preannuncia numerosa da tutta l’Italia e che come abbiamo visto preoccupa non poco i piani alti del potere, italiani e americani.
Intanto, mentre qualche cariatide della classe politica siciliana, cerca di rifarsi un’immagine (a partire dal sindaco di Palermo Orlando che annuncia la sua partecipazione alla manifestazione del 9, o il Pd siciliano, preoccupato dal consenso raggiunto alle ultime elezioni da Crocetta e dal suo partito, il Megafono) dando solidarietà al movimento e individuando il governo Crocetta come unico responsabile, a Niscemi l’aula consiliare della città rimane occupata, e oggi come detto, parte il campeggio presso il presidio permanente a ridosso della base.

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