Il giudice ha accolto le richieste della procura per tutte le imputazioni. Tra questi l'amministratore delegato di Ferrovie L'inizio del dibattimento è fissato per il 13 novembre.
Il gup ha deciso. Tutti e 33 gli imputati vanno a giudizio per la strage ferroviaria del 29 giugno 2009, in cui persero la vita 32 persone. A processo finirà Mauro Moretti, ad di Fs, dirigenti e funzionari di altre società del Gruppo e delle ditte proprietaria del convoglio o che lo montarono o revisionarono.Antonini , il ferroviere licenziato: "Decisione giusta, il giudice ha letto le carte"
L'inizio del dibattimento è fissato per il 13 novembre. Gli imputati sono stati rinviati a giudizio per tutte le accuse formulate dalla Procura. Fra i reati ipotizzati, il disastro ferroviario colposo, l'incendio colposo, l'omicidio e le lesioni colpose plurime. Ad alcuni imputati sono state contestate anche violazioni delle norme sulla sicurezza sul lavoro.
L'attesa dei familiari delle vittime della Strage di Viareggio è iniziata fin dalle 9 al polo fieristico di Lucca dove si tiene l'udienza preliminare. Sono arrivati in corteo, portando striscioni con le foto delle vittime e con la richiesta di "verità, giustizia, sicurezza per Viareggio". C'è la sorella di Emanuela, una delle vittime. Il fratello Stefania Mazzoni, Andrea Mazzoni, che nella strage ha perso la sorella, due nipoti Lorenzo e Luca. C'è il padre di Leonardo Piagentini, il solo della famiglia che si è salvato. Il rinvio a giudizio dei 33 imputati per la strage di Viareggio "è un fatto positivo. La decisione del giudice si basa sulle carte e le carte parlano", ha detto Valentina Menichetti, sorella di Emanuela.
"La sede giusta dove chiarire ogni dubbio - ha continuato Valentina - è il dibattimento. Come abbiamo fatto per l'udienza preliminare, anche lì saremo sempre presenti".
Valentina Menichetti è figlia di Daniela Rombi, la presidente dell'Associazione 'Il mondo che vorrei', che raggruppa i familiari delle vittime della strage. I familiari delle vittime hanno chiesto anche la dimissione da ad di Mauro Moretti.
Acquisita agli atti come prova anche la relazione ministeriale di indagine. Un documento nel quale si afferma che la cisterna che trasportava Gpl, deragliata alla stazione di Viareggio a causa di un asse portante che si è spezzato, è stata squarciata da un picchetto di regolazione delle curve. In particolare dal margine tagliente e non, come affermato dalla perizia dell'incidente probatorio, da un pezzo dello scambio.
"Siamo contenti del risultato, vuol dire che è stato dimostrato che l'impostazione accusatoria al momento ha retto", ha detto il procuratore di Lucca Aldo Cicala
comunicato
Tutti e 33 gli imputati della strage
ferroviaria di Viareggio rinviati a giudizio con i capi d’imputazione della
procura di Lucca. Non essendogli, ad oggi, stato contestato il reato di dolo,
possono ritenersi fortunati. Come si suol dire, gli è andata di lusso!
Moretti, gli altri Ad delle società Fs
& soci, prima indagati, poi imputati, adesso rinviati a giudizio cosa
aspettano a rassegnare le dimissioni?
Moretti deve dimettersi da Ad delle Ferrovie dello Stato italiane, ritirare tutti i provvedimenti disciplinari (licenziamenti, sospensioni, ecc.) nei confronti dei ferrovieri impegnati sulla sicurezza e la salute, affrontare il processo senza alcun tentativo di fuga. Questo è l’unico atto umanamente concreto per avanzare le proprie scuse per la strage ferroviaria di Viareggio, per le rappresaglie scatenate contro i ferrovieri, per le frasi offensiva scritte e dette in questi 4 anni, ultime quelle fatte pronunciare ai suoi avvocati durante le sedute dell’udienza preliminare.
Chi lo ha messo a capo delle ferrovie deve fare una profonda e sincera autocritica e destituirlo immediatamente!
Moretti deve dimettersi da Ad delle Ferrovie dello Stato italiane, ritirare tutti i provvedimenti disciplinari (licenziamenti, sospensioni, ecc.) nei confronti dei ferrovieri impegnati sulla sicurezza e la salute, affrontare il processo senza alcun tentativo di fuga. Questo è l’unico atto umanamente concreto per avanzare le proprie scuse per la strage ferroviaria di Viareggio, per le rappresaglie scatenate contro i ferrovieri, per le frasi offensiva scritte e dette in questi 4 anni, ultime quelle fatte pronunciare ai suoi avvocati durante le sedute dell’udienza preliminare.
Chi lo ha messo a capo delle ferrovie deve fare una profonda e sincera autocritica e destituirlo immediatamente!
A Viareggio sono state raccolte 10.000
firme per le sue dimissioni, consegnate ai massimi rappresentanti delle
istituzioni e dello Stato, ma rimaste nel cassetto o cestinate. Non
possono continuare a fare orecchie da mercante.
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