appalto eni - scontro sindacati confederali - slai cobas
I sindacati chiedono l’inserimento di una clausola che preveda la salvaguardia di tutti i lavoratori anche in caso di passaggio di appalto da un’azienda all’altra. L’esubero annunciato riguarda invece 31 operai delle ditte De Pasquale e Rendelin.
Lo Slai Cobas per il sindacato di classe non ha condiviso la decisione di sospendere la protesta contestando l’accordo iniziale che prevedeva "l'assunzione graduale da un bacino a discrezione delle ditte". Per il sindacato di base, "sospendendo lo sciopero si ripete lo stesso copione delle scorse settimane di incontri inconcludenti con aziende e in prefettura". Il sindacato ha confermato quindi "lo stato di agitazione fino a martedì 23 luglio".
continua sciopero e blocco all'appalto eni - voci di arrivo di nuova polizia per interrompere il blocco con la forza - strumentale allarmismo antioperaio di ENI e amici, i benzinai sono forniti
nella giornata di oggi le assemblee dei lavoratori ENI Appalto e in particolare lavoratori della De Pasquale e Rendelin hanno deciso di proseguire la lotta e i blocchi conseguenti in forme adeguate alla
situazione, in attesa dell'incontro con tutte le parti in causa in settimana per una soluzione definitiva soddisfacente della vertenza per i lavoratori dell'appalto
lo slai cobas chiede l'intervento del prefetto per rispondere positivamente alla lotta dei lavoratori appalti Eni
Sciopero Eni Taranto, stop autobotti |
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TARANTO
- Continua oggi lo sciopero di 8 ore di tutte le ditte dell'appalto
Eni, con presidi ai varchi delle portinerie della raffineria di
Taranto, compreso quello di ingresso delle autobotti. Alla protesta,
indetta da Cgil, Cisl e Uil, aderisce anche lo Slai Cobas per il
sindacato di classe, che ha chiesto al prefetto Claudio Sammartino di
convocare un incontro per «dare immediata garanzia di lavoro e salario
agli operai, in sciopero e lotta da tanto tempo, e pretendere dall'Eni e
dalle ditte interessate il rispetto di norme e contratti». I sindacati
invocano il rispetto dell'accordo che prevede il mantenimento dei
livelli occupazionali anche in caso di passaggio dell'appalto da una
ditta a un'altra. È stata invece già dichiarata la mobilità per i 13
lavoratori della ditta Rendelin.
La polizia. «Mentre anche questa mattina nulla ancora si muove per arrivare ad una giusta soluzione per tutelare lavoro e salario dei lavoratori dell'appalto Eni che sono giustamente stanchi ed esasperati e stanno bloccando i tre varchi, la polizia interviene con intimidazione di repressione verso gli operai che pacificamente stanno presidiando il varco 2 dove passano le autobotti, rallentando il loro ingresso». È quanto denuncia Margherita Calderazzi dello Slai Cobas per il sindacato di classe in merito alla protesta dei lavoratori dell'indotto della raffineria Eni di Taranto. «Gli operai al varco 2 - aggiunge - in questo momento stanno seduti per terra, e chiedono il diritto al lavoro. Non ci deve essere solo il diritto alla produzione e agli utili dell'Eni, mentre agli operai viene perfino negato il diritto di vivere loro con le loro famiglie». I lavoratori chiedono la salvaguardia dei livelli occupazionali anche in caso di passaggio dell'appalto a nuove aziende. «Chiediamo al prefetto - conclude Calderazzi - di realizzare l'incontro con tutte le parti. Chiediamo al Questore e al Prefetto di non rispondere con la repressione ad una sacrosanta lotta dei lavoratori». In seguito alla protesta degli operai si è creata una lunga coda di autobotti sulla statale 106, all'ingresso di Taranto. |
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