BARI – C'erano anche i bambini questa mattina a impedire l’accesso in fabbrica ai camion che hanno provato a portare via, per la terza volta consecutiva , i 250 carrelli elevatori già pronti nella dalla Om carrelli di Modugno (Bari), i cui cancelli sono presidiati giorno e notte dagli oltre 220 operai che attendono di conoscere le sorti dell’azienda tedesca, di proprietà della Kion, chiusa ormai da due anni. "I carrelli non usciranno da qui – dicono gli operai - fino a che non sapremo cosa ne sarà di noi". E ora, "con le scuole chiuse – sottolineano – alcuni di noi hanno portato al presidio mogli e figli, così almeno l’azienda capirà chi sta rischiando con noi e cosa vuol dire perdere il lavoro quando si ha una famiglia". Ma quella degli operai "non è solo resistenza". Infatti, spiegano, "abbiamo avanzato alla Regione Puglia, ma a tutte le istituzioni in generale, l’idea di espropriare la fabbrica per pubblica utilità, così come previsto dall’articolo 42 della Costituzione". Secondo i lavoratori, le istituzioni possono per lo meno "cominciare con le pratiche dell’esproprio che, se andrà a buon fine, permetterà di concedere l’azienda in gestione a un altro soggetto, motivo per cui gli operai stanno pensando di costituirsi in una cooperativa". Se la "Regione lo avesse già fatto, oggi sarebbe l'interlocutore dei potenziali acquirenti dell’azienda, al posto della kion che non rispetta nè noi nè le nostre famiglie". Questa mattina, complice anche la presenza dei bambini, "i poliziotti anti sommossa non si sono avvicinati ai cancelli, ma sono rimasti di fronte a osservare". Del resto, spiegano alcuni operai, "l'azienda probabilmente non ha ancora deciso davvero di sgomberare il picchetto che impedisce l’uscita dei carrelli, perchè l’uso della forza produrrebbe un effetto solidarietà nei nostri confronti, che sarebbe controproducente per la Kion".
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