giovedì 13 dicembre 2012

pc 13 dicembre - "TUTTI NELLA STESSA BARCA"? E CHI GUIDA? - LA POSIZIONE DELLO SLAI COBAS SULLA MANIFESTAZIONE DEL 15 A TARANTO

Come abbiamo già scritto riguardo alla manifestazione cittadina a Taranto di sabato 15 dicembre, noi appoggiamo tutti i cittadini, gli abitanti dei quartieri, i lavoratori, che scenderanno in piazza contro il decreto salva-Riva del governo di dittatura “tecnica” Monti/Clini; un vero e proprio diktat che insieme a Napolitano afferma e impone contro le istanze degli operai Ilva e della popolazione di Taranto un decreto che punta salvaguardare la produzione per i profitti di Riva e dei padroni, creando un precedente pericoloso con il discorso del 'sito strategico'.
Naturalmente saremo alla manifestazione perché noi siamo sempre con/tra le masse popolari, anche quando insieme a cose giuste vengono portate avanti posizioni, concezioni, sbagliate o si inseriscono aspetti giusti in una cornice generale sbagliata.

Ma altrettanto chiaramente non aderiamo alla manifestazione per come è indetta e per le posizioni dei suoi principali organizzatori, il “Comitato cittadini e lavoratori liberi e pensanti”.
Il Comitato l’ha costruita contro le “adesioni”. Le forze per partecipare, come è scritto nel volantino/manifesto, devono andare senza alcun simbolo visibile, e non possono fare interventi come realtà organizzate. Chiunque partecipi lo deve fare a titolo individuale. Ci sono quindi solo i “cittadini”. E dietro questo termine ci stanno tutti, dall’operaio, dalla donna o disoccupato dei Tamburi, al capo della Confcommercio.
Questa non è una cosa 'nuova' ma corrisponde ad un vecchio slogan, sempre respinto nelle lotte proletarie, perché falso e fuorviante, che dice: “stiamo tutti nella stessa barca”, in cui poi il proprietario della barca ha il ‘comando’ e i lavoratori e le masse popolari devono remare per lui: questa è di fatto la parola d’ordine degli organizzatori del 15 dicembre, perché la contrapposizione sarebbe di tutta la città (senza distinzione di classe) contro l’Ilva.
Sotto la veste di “cittadini” si dà spazio a rappresentanti e a associazioni di ampi settori della media borghesia tarantina (che comunque hanno altri strumenti per rendersi visibili), i quali finchè la questione Ilva, dell’inquinamento, le conseguenze economiche non lambivano le loro classi, si voltavano dall’altra parte quando gli operai morivano, si ammalavano, quando moriva di tumori la gente dei Tamburi.
Noi non possiamo favorire un’immagine della città in cui tutti i settori sociali, tutte le classi, tutte le realtà organizzate sembrano unite. Perché questo non è vero. I rappresentanti della borghesia partecipano perchè vogliono dallo Stato soldi per loro, si fanno paladini di un ritorno ad un'economia di cozze/agricoltura/turismo, per fare là i loro utili, con il lavoro nero e senza sicurezza (basta vedere come lavorano le braccianti, o i lavoratori immigrati nelle campagne, i precari che lavorano nelle attività marine, o vedere come vengono trattate le commesse, ecc. ecc.).
Quando si consolida uno spirito “cittadino”, si dimenticano in realtà le condizioni reali di tanti proletari.

Perchè poi dovrebbero essere cancellate le forze, come lo slai cobas per il sindacato di classe, la Rete per la sicurezza sui posti di lavoro, altre realtà di base che lottano, da anni, a Taranto contro padron Riva e i governi e lo Stato dei padroni, che da anni si battono per la difesa del lavoro, della sicurezza e salute in fabbrica, e della popolazione dei quartieri? – basterebbe ricordare il processo per la morte del 18 aprile 2006, di Antonio Mingolla, marito di Franca Caliolo, che proprio oggi si conclude e la importante manifestazione nazionale del 18 aprile 2009 della Rete a Taranto, in cui erano presenti – e visibili con i loro striscioni – molti di coloro che oggi sono a capo del Comitato Liberi e pensanti o che vi partecipano, e in cui era bello e importante che tante bandiere, rosse innanzitutto, si ritrovassero unite incutendo la giusta paura a digos, stato e padroni, politicanti e sindacati locali.
Sotto la coperta di “cittadini”, possono tranquillamente riciclarsi e avere legittimità chi nulla ha fatto finora contro Riva, morti sul lavoro, inquinamento; e quel che peggio personaggi di partiti parlamentari o di governo, candidati a tutte le elezioni possibili, che ora fanno l’”anima bella” di giorno nella manifestazione e si preparano a fare l’anima nera di notte, rimanendo in partiti che sono pienamente responsabili o sostenitori del decreto salva-Riva. E in questo periodo preelettorale si dà oggettivamente spazio anche agli esponenti di partiti di centrodestra, che siccome sono contro Monti, strumentalmente ora si dichiarano contro il decreto, o per la 'chiusura dell'Ilva' – di questi, si possono fare elenchi di nomi.
Noi, invece, avremmo voluto vedere chi viene e non viene con le loro “bandiere” alla manifestazione anche per poterne chiedere “conto” del loro operato filopadronale sempre.
Il discorso “niente partiti”, “niente sindacati”, può sembrare apparentemente contro i partiti parlamentari e i sindacati venduti, e più in sintonia con il sentire delle masse, ma lascia di fatto ipocritamente tutto come prima o propone ai lavoratori e alle masse il discorso alla ‘grillo’, in cui, come ‘grillo’ non è che poi le masse e i lavoratori abbiano la parola, ma uno ha la parola. E a Taranto, il pensiero unico del“Comitato cittadini e lavoratori liberi e pensanti”.
Il Comitato attacca i sindacati, in quanto sindacati. Questo se da un lato attenua oggettivamente la critica ai sindacati filo aziendali e conciliativi, dall’altro vuole affermare una linea populista e demagogica tra gli operai: “nessuna organizzazione sindacale” – ma non è quello che vogliono i padroni e lo Stato? - per cui anche gli operai devono essere “individui” o massa seguace del Comitato (che per una cosa buona che fa, la direzione dell’occupazione della Direzione Ilva il 27 novembre, ne fa dieci male, lasciando dopo il momento di lotta gli operai disorganizzati, senza prospettiva, senza poter contare con un sindacato di classe nelle loro mani nella più difficile guerra di classe quotidiana contro padron Riva, ma semplicemente in attesa della prossima eventuale protesta…). Questa posizione è contro tutta la storia del movimento operaio ed è oggi sbagliata.
E' da queste posizione che è venuta la loro diserzione all'unica manifestazione effettivamente promossa dopo anni dagli operai dell'Ilva in quanto tali e non come 'cittadini', quella degli operai del Mof, disertata perché organizzata da un sindacato di base, l’Usb, con l’adesione e la più ridotta ma attiva presenza dello slai cobas per il sindacato di classe.

Ma torniamo alle indicazioni del volantino/manifesto che convoca la manifestazione del 15, in esso si scrive: “non ci saranno interventi dal palco e si invita a non portare simboli associativi o partitici di alcun tipo”.
Nei fatti, pur avendo il Comitato convocato questa manifestazione con una sigla ad hoc “comitato 15 dicembre”, a tutti è sostanzialmente vietato di parlare, meno che a loro, a tutti è vietato di portare simboli, bandiere, ma loro saranno ben visibili anche senza l'apecar con le magliette, tutti non devono essere “liberi” meno che gli esponenti del Comitato. Questo non è accettabile ed è preoccupante.
Per gli operai, per i movimenti proletari, popolari, studenteschi antagonisti, le bandiere, i loro striscioni, la visibilità delle loro organizzazioni, rappresentano le proprie storie, la propria identità e proposta di lotta. Ogni altro tipo di messaggio, pur nelle migliori intenzioni, è oggettivamente qualunquista o va avanti la demagogia, l'interclassismo, l'oscuramento degli interessi di classe, che sono contrapposti in questo sistema capitalista non solo tra operai e padroni ma tra proletariato e media borghesia ecc.
Gli operai, in particolare, i proletari sono morti per difendere le loro bandiere rosse! Chi oggi dice “niente bandiere, niente simboli visibili”, toglie innanzitutto le bandiere rosse, dato che di solito nere o altro non si portano nelle vere manifestazioni di lotta. Si può giustificare la cosa in molti modi, si potrà riempirla di denuncia contro la politica e il sindacalismo filopadronale e filogovernativo, ma non pensiamo che questo favorisca la forza e la coscienza di classe autonoma di operai e masse popolari.
Comunque la manifestazione sarà grossa ed è bene che lo sia, ma pensiamo che se la lotta continua e va fino in fondo il tempo modificherà questo stato di cose.

SLAI COBAS per il sindacato di classe - Taranto

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