Spostare le migliaia di abitanti che vivono nel rione
più vicino al siderurgico non è una follia, ma un progetto esistente. E' quanto
rivelato dal ministro dell'Ambiente, che ha anche detto di aver sottoposto il
progetto al primo cittadino del capoluogo ionico Ippazio Stefàno
Contro
l’esposizione a fattori inquinanti e cancerogeni provenienti dall’Ilva
di Taranto, una delle possibilità studiate dal governo (e dal ministero
dell’Ambiente) è l’evacuazione del quartiere Tamburi, quello più vicino
al siderurgico del capoluogo ionico.Parola del ministro Corrado Clini da
Roma, dove ha partecipato a ‘Più Libri più Liberi’. ”L’evacuazione è una
delle possibilità – ha spiegato il ministro – Sappiamo che le caratteristiche
abitative del quartiere sono tali per cui alcune aree risultano più esposte.
Queste possono essere evacuate, ovviamente se gli abitanti sono disponibili”.
Non solo.
Clini ha rivelato anche altre particolarità sulla possibilità di
evacuazione del rione. Particolari, per così dire, istituzionali: “Ne abbiamo
già parlato anche con il sindaco di Taranto – ha annunciato il ministro – per
cercare di creare una disponibilità abitativa alternativa”. Il quartiere, ha
aggiunto Corrado Clini, è stato vittima di due misfatti: “Da una parte
il parco minerario dell’Ilva è stato raddoppiato e dall’altra sono state
autorizzate costruzioni nuove sempre più vicine al parco”.
”L’area di
Tamburi – ha detto ancora il ministro – era già oggetto di un piano di
risanamento del 2005 con fondi europei che sono rimasti alle
amministrazioni locali che non sono state in grado di spenderli”. L’ipotesi di
evacuazione parziale, ha sottolineato Clini, era già contemplata nel decreto
dello scorso agosto su Taranto: “Nel provvedimento c’è una voce esplicita su
Tamburi, che può prevedere l’evacuazione. La via maestra comunque rimane il
risanamento dell’Ilva”.
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