giovedì 13 dicembre 2012

pc 13 dicembre - No alla criminalizzazzione del movimento degli atudenti - il caso di Pisa

Il movimento degli studenti medi pisani è sotto una pesante pressione da parte delle autorità (questore, presidi, giornali). Un appello di solidarietà per sostenere le lotte e le aspettative di una nuova generazione.

Dopo il corteo del 6 dicembre, a Pisa è stata messa in campo una vergognosa campagna di criminalizzazione nei confronti del movimento che vede in questo momento un enorme protagonismo degli studenti medi. Le interviste rilasciate dal Questore e da alcuni presidi, le falsità diffuse da i giornali Il Tirreno e la Nazione non servono ad altro che a delegittimare queste proteste facendo spazio ad una ipotesi repressiva, che in piccolo già si sta manifestando: al liceo artistico di Cascina uno sgombero violento da parte dei carabinieri della suola occupata ha provocato contusioni a due studentesse; al liceo artistico Russoli un professore irritato dall'occupazione si è permesso di colpire con una catena al viso e alla mano uno studente; l'Istituto Alberghiero è stato sgomberato subito dopo l'occupazione. nonostante questo gli studenti stanno proseguendo nella

loro protesta che sta coinvolgendo sempre più scuole. è fondamentale dare una risposta cittadina che dimostri che questi ragazzi non sono soli: per questo abbiamo pensato di promuovere un appello di solidarietà alla loro lotta e di raccogliere il maggior numero di adesioni tra soggetti collettivi e associativi. al momento è giunta l'adesione delle lavoratrici del presidio Sodexo-Comitato diritto alla salute.

Per comunicare adesioni potete scrivere a questo indirizzo mail ( prendocasa@inventati.org), la richiesta è quella di allargare il più possibile la diffusione

Qui di seguito il testo dell’appello da sottoscrivere

Dal 5 ottobre gli studenti stanno scendendo in piazza contro scuole pubbliche immiserite e massacrate dalle successive "riforme", contro il tentativo di svenderle ai privati, contro una gestione delle scuole marcata da un crescente autoritarismo che le rende ogni giorno più simili a caserme in cui soffocare i diritti di studenti e lavoratori.

Ma, oltre questo, le lotte degli studenti aprono uno scenario più ampio di quello legato all'orizzonte della scuola, andando a rappresentare una crescente resistenza a quelle misure di austerità che scippano a loro, e non solo a loro, presente e futuro.

In questo percorso trovano compagni di strada nei lavoratori e nelle lavoratrici, come quelle delle mense e della Sodexo in lotta, nei giovani precari, negli universitari condannati al lavoro nero, nei cittadini che resistono agli sfratti o aprono spazi di socialità, restituendo a tutti un altro welfare, costruito dal basso e autogestito.

A fronte dell'emergere di forme di resistenza in un Paese che vede un italiano su quattro sotto la soglia di povertà e disoccupazione, precariato e sottooccupazione a livelli da record, la risposta di partiti e istituzioni suona come un disco ormai logoro: da un lato caccia alle streghe e oscuri teoremi costruiti con menzogne, allarmismi, ricostruzioni fantasiose; dall'altro lo scenario grottesco di una città militarizzata ogni qual volta un corteo scende in strada.

Sindaco, Presidente della Provincia, Provveditore condannano come "inaccettabile violenza" anche la semplice affissione di uno striscione mentre ritengono lesivo della loro dignità incontrare e confrontarsi con studenti e lavoratori.
Scudi, manganelli e blindati sono i cattivi maestri che annichiliscono ogni dialettica per imporre austerità e sacrifici.
Al contrario, condividere le lotte è lo strumento che abbiamo per liberarcene.

sa contropiano

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