Agire contro le elezioni regionali in Sicilia è un dovere...
Ma quali elezioni? Ma che onorevoli? La corsa alla ricca poltrona questa volta è cominciata con le accuse reciproche di mafiosità e la necessità di un “codice etico”, affinché nelle liste non ci siano candidati condannati o indagati! Impossibile! Musumeci ha detto subito che usa quello che ha a disposizione, Micciché non ha cambiato idea sull'indagato Mineo...
D'altronde i numeri parlano chiaro: nel passato e nel presente sono decine i deputati indagati e arrestati e basta sentire anche le accuse che si lanciano l'uno contro l'altro, per esempio sui termovalorizzatori, terreno di caccia della mafia, o vedere l'elenco dei candidati fatto dalla stampa!
La verità è che Regione siciliana andrebbe “sciolta per mafia”, come sta avvenendo in questi giorni per diversi comuni in giro per l'Italia e per la prima volta per una grande città come Reggio Calabria, in questo senso il presidente uscente Lombardo è l'ultimo in ordine di tempo... dopo Drago, Cuffaro... insomma tutto questo fa della Regione Siciliana con la sua storia e i suoi presidenti di fatto un covo di delinquenti.
E per che cosa si candidano e ricandidano tutti? Per la “gestione della cosa pubblica”; gestione che ha fatto della Sicilia l'ultima in tutte le classifiche, dalla disoccupazione ai servizi, sprecano e buttano letteralmente miliardi di euro dei fondi dello Stato o di quelli europei, per esempio, che potrebbero servire a “dare lavoro per sempre a un sacco di persone”, come ha detto uno di loro in una riunione pubblica, un indagato che “corre” per la poltrona, che ha aggiunto “noi politici facciamo male alla Sicilia”! Più chiaro di così! E dopo tutti i guai causati ai siciliani ci vuole una sfacciataggine infinita per avere il coraggio di chiamarli a votare.
Ma i politici, come si sa, non guardano alle persone come esseri umani, ma come schede elettorali che camminano: la Regione siciliana è da sempre e solo un serbatoio di voti per garantirsi un potere nazionale e locale che impoverisce costantemente le masse popolari: i tantissimi precari storici e “moderni” non sono altro che “carne da macello elettorale”. Giocano con la vita delle persone, con la disperazione di chi non ha un lavoro e pretendono in cambio un voto per continuare a fare la bella vita...
Quanti non andranno a votare?
Ma tutti fanno appelli al voto! I politici vecchi e nuovi, la Chiesa, tutti hanno paura di quello che già si sa: e cioè che la maggioranza dei siciliani a votare non ci andrà proprio perché non ne può più! Soprattutto quei proletari, tutte le lavoratrici e i lavoratori che quasi quotidianamente protestano davanti alla Regione e si trovano a combattere con politici che non solo non danno risposte ai loro bisogni, ma per buona parte poi finiscono in galera per mafia o altro.
Questi sono i politici organizzati (contro le masse popolari) in coalizioni: da Musumeci a Micciché a Crocetta, tutti più o meno “berlusconiani senza Berlusconi”, insomma nella sostanza la vecchia classe reazionaria che ha governato fino ad ora.
Dall'altro lato ci dovrebbe essere l'opposizione della coalizione della Marano (Sel-Italia dei valori-Fds-Verdi), con Sel e Idv che a livello nazionale di fatto cercano l'accordo con il Pd sostenitore del governo Monti!
I Grillini, i Forconi e altri che prima si dicono contrari alla macchina elettorale, che conoscono bene, poi si candidano, dicono di rappresentare il nuovo, ma rappresentano solo settori della classe borghese esclusi dal potere, piccola borghesia arrabbiata perché subisce anch'essa le politiche di questi governi che vuole raccogliere il voto di protesta, ma nella sostanza continuare a usare la stessa macchina dello Stato per fare la stessa politica.
Non potevano mancare, infilati dentro quasi tutti i partiti, i sindacalisti di varie sigle che oramai ad ogni elezione fanno direttamente il salto nella politica che arricchisce. Sono veri specchietti per le allodole, come la Marano della Fiom, che dovrebbero servire a raccogliere voti tra gli operai che sanno bene però che la Fiom, per non parlare degli altri sindacati, non ha risolto un solo problema, anzi di fatto firmano accordi con la “controparte” contro i lavoratori, i “cittadini” e gli “utenti” come li chiama la Cisl.
Slogan “rivoluzionari”!
Naturalmente tutti quanti hanno a cuore la Sicilia e i siciliani e tutti vogliono fare la rivoluzione che è diventata una parola molto usata: per qualcuno la rivoluzione è già cominciata (Crocetta); Musumeci vuole fare la “Rivoluzione della normalità”, una vera perla, solo un vero cervellone poteva uscirsene con una frase così! E poi Cateno de Luca, indagato per falso in bilancio, che vuole fare la rivoluzione siciliana. Questi fanno parte di quelli che non prenderanno nemmeno un seggio ma che ci provano lo stesso, come si fa con la lotteria.
Ma come si può pensare di andare a votare? Perché si dovrebbe andare a votare, dunque? Le elezioni sono una trappola ben organizzata per ingannare le masse, un'arma nelle mani della borghesia. Non servono gli appelli alla “democrazia” anche dei migliori bene intenzionati: come dobbiamo giudicare, infatti, chi dice che è contrario alla mafia, per esempio, e partecipa a elezioni che permetteranno agli indagati e ai condannati di essere rieletti? In questo senso chiunque pensi di andare a votare è di fatto complice di una farsa e contribuisce al di là delle buone intenzioni a perpetuare l'illusione nelle istituzioni a tutti i suoi livelli.
Boicottare le elezioni!
La classe operaia e le masse popolari in Sicilia hanno la necessità di pensare alla propria organizzazione, cominciare a contrastare la borghesia sul terreno delle elezioni con azioni concrete come hanno fatto gli studenti e gli operai Gesip che hanno bruciato e strappato le schede elettorali e più in generale con il boicottaggio attivo, e devono impegnare le proprie energie per costruire qualcosa di nuovo, il partito della classe, perché è solo costruendo “rapporti di forza” diversi che si possono cambiare le cose e rottamare per sempre, buttandola nella pattumiera della storia, questa società con le sue istituzioni, dalle regioni allo Stato, dominata dalla borghesia.
Circolo proletari comunisti Palermo
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