Contro le "nuova" farsa delle elezioni regionali
Lavoro, case, ospedali, servizi... senza diritti niente voto
solo la lotta paga
27 Ottobre e oltre...Contro il governo Monti dei padroni e delle banche
sciopero generale autorganizzato
Sotto il volantino diffuso dai compagni del circolo di proletari comunisti
Contro
la farsa elettorale
Agire
contro le elezioni regionali in Sicilia è un dovere...
Ma
quali elezioni? Ma che onorevoli? La corsa alla ricca poltrona questa
volta è cominciata con le accuse reciproche di mafiosità e la
necessità di un “codice etico”, affinché nelle liste non ci
siano candidati condannati o indagati! Impossibile! Musumeci ha detto
subito che usa quello che ha a disposizione, Micciché non ha
cambiato idea sull'indagato Mineo...
D'altronde
i numeri parlano chiaro: nel passato e nel presente sono decine i
deputati indagati e arrestati e basta sentire anche le accuse che si
lanciano l'uno contro l'altro, per esempio sui termovalorizzatori,
terreno di caccia della mafia, o vedere l'elenco dei candidati fatto
dalla stampa!
La
verità è che Regione siciliana andrebbe “sciolta per mafia”,
come sta avvenendo in questi giorni per diversi comuni in giro per
l'Italia e per la prima volta per una grande città come Reggio
Calabria, in questo senso il presidente uscente Lombardo è l'ultimo
in ordine di tempo... dopo Drago, Cuffaro... insomma tutto questo fa
della Regione Siciliana con la sua storia e i suoi presidenti di
fatto un covo di delinquenti.
E
per che cosa si candidano e ricandidano tutti? Per la “gestione
della cosa pubblica”; gestione che ha fatto della Sicilia l'ultima
in tutte le classifiche, dalla disoccupazione ai servizi, sprecano e
buttano letteralmente miliardi di euro dei fondi dello Stato o di
quelli europei, per esempio, che potrebbero servire a “dare lavoro
per sempre a un sacco di persone”, come ha detto uno di loro in una
riunione pubblica, un indagato che “corre” per la poltrona, che
ha aggiunto “noi politici facciamo male alla Sicilia”! Più
chiaro di così! E dopo tutti i guai causati ai siciliani ci vuole
una sfacciataggine infinita per avere il coraggio di chiamarli a
votare.
Ma
i politici, come si sa, non guardano alle persone come esseri umani,
ma come schede elettorali che camminano: la Regione siciliana è da
sempre e solo un serbatoio di voti per garantirsi un potere nazionale
e locale che impoverisce costantemente le masse popolari: i
tantissimi precari storici e “moderni” non sono altro che “carne
da macello elettorale”. Giocano con la vita delle persone, con la
disperazione di chi non ha un lavoro e pretendono in cambio un voto
per continuare a fare la bella vita...
Quanti
non andranno a votare?
Ma
tutti fanno appelli al voto! I politici vecchi e nuovi, la Chiesa,
tutti hanno paura di quello che già si sa: e cioè che la
maggioranza dei siciliani a votare non ci andrà proprio perché non
ne può più! Soprattutto quei proletari, tutte le lavoratrici e i
lavoratori che quasi quotidianamente protestano davanti alla Regione
e si trovano a combattere con politici che non solo non danno
risposte ai loro bisogni, ma per buona parte poi finiscono in galera
per mafia o altro.
Questi
sono i politici organizzati (contro le masse popolari) in coalizioni:
da Musumeci a Micciché a Crocetta, tutti più o meno “berlusconiani
senza Berlusconi”, insomma nella sostanza la vecchia classe
reazionaria che ha governato fino ad ora.
Dall'altro
lato ci dovrebbe essere l'opposizione della coalizione della Marano
(Sel-Italia dei valori-Fds-Verdi), con Sel e Idv che a livello
nazionale di fatto cercano l'accordo con il Pd sostenitore del
governo Monti!
I
Grillini, i Forconi e altri che prima si dicono contrari alla
macchina elettorale, che conoscono bene, poi si candidano, dicono di
rappresentare il nuovo, ma rappresentano solo settori della classe
borghese esclusi dal potere, piccola borghesia arrabbiata perché
subisce anch'essa le politiche di questi governi che vuole
raccogliere il voto di protesta, ma nella sostanza continuare a usare
la stessa macchina dello Stato per fare la stessa politica.
Non
potevano mancare, infilati dentro quasi tutti i partiti, i
sindacalisti di varie sigle che oramai ad ogni elezione fanno
direttamente il salto nella politica che arricchisce. Sono veri
specchietti per le allodole, come la Marano della Fiom, che
dovrebbero servire a raccogliere voti tra gli operai che sanno bene
però che la Fiom, per non parlare degli altri sindacati, non ha
risolto un solo problema, anzi di fatto firmano accordi con la
“controparte” contro i lavoratori, i “cittadini” e gli
“utenti” come li chiama la Cisl.
Slogan
“rivoluzionari”!
Naturalmente
tutti quanti hanno a cuore la Sicilia e i siciliani e tutti vogliono
fare la rivoluzione che è diventata una parola molto usata: per
qualcuno la rivoluzione è già cominciata (Crocetta); Musumeci vuole
fare la “Rivoluzione della normalità”, una vera perla, solo un
vero cervellone poteva uscirsene con una frase così! E poi Cateno de
Luca, indagato per falso in bilancio, che vuole fare la rivoluzione
siciliana. Questi fanno parte di quelli che non prenderanno nemmeno
un seggio ma che ci provano lo stesso, come si fa con la lotteria.
Ma
come si può pensare di andare a votare? Perché si dovrebbe andare a
votare, dunque? Le elezioni sono una trappola ben organizzata per
ingannare le masse, un'arma nelle mani della borghesia. Non servono
gli appelli alla “democrazia” anche dei migliori bene
intenzionati: come dobbiamo giudicare, infatti, chi dice che è
contrario alla mafia, per esempio, e partecipa a elezioni che
permetteranno agli indagati e ai condannati di essere rieletti? In
questo senso chiunque pensi di andare a votare è di fatto complice
di una farsa e contribuisce al di là delle buone intenzioni a
perpetuare l'illusione nelle istituzioni a tutti i suoi livelli.
Boicottare
le elezioni!
La
classe operaia e le masse popolari in Sicilia hanno la necessità di
pensare alla propria organizzazione, cominciare a contrastare la
borghesia sul terreno delle elezioni con azioni concrete come hanno
fatto gli studenti e gli operai Gesip che hanno bruciato e strappato
le schede elettorali e più in generale con il boicottaggio attivo, e
devono impegnare le proprie energie per costruire qualcosa di nuovo,
il partito della classe, perché è solo costruendo “rapporti di
forza” diversi che si possono cambiare le cose e rottamare per
sempre, buttandola nella pattumiera della storia, questa società con
le sue istituzioni, dalle regioni allo Stato, dominata dalla
borghesia.
Circolo
proletari comunisti
Palermo
Nessun commento:
Posta un commento