IL NOSTRO 15 OTTOBRE
Sabato 15 ottobre una generazione che si affaccia adesso alla vita e che non ha niente da sperare
dai professionisti della politica ha preso la parola, una parola che può essere capita solo da chi
parla il suo linguaggio e vive nel suo mondo. Una generazione che ha trasformato l'indignazione in
collera.
Il nostro spezzone, quello dell’assemblea per l’autorganizzazione, ha sfilato per tutto il corteo
compatto e determinato, esprimendo gioia e rabbia, distribuendo volantini e cercando
interlocuzione con le tante e i tanti che incontravamo lungo il percorso poi….. all'incrocio fra via
Merulana e via Labicana il corteo, invece di andare dritto sul percorso autorizzato, è stato fatto
deviare dalle cariche delle forze dell’ordine ordinate al fine di spaccare il corteo e impedire così
che le centinaia di migliaia di persone presenti si ritrovassero insieme in piazza.
Vogliamo però denunciare che, nonostante la pronta reazione del nostro spezzone abbia impedito
che le cariche a via Merulana si risolvessero in una mattanza proteggendo così anche tutte quelle
e quelli che ci stavano davanti, da uno dei TIR degli organizzatori siamo stati insultati e
minacciati.
La carica ci ha investito in pieno ma grazie alla determinazione di tutt@ siamo riusciti ad arrivare
a piazza San Giovanni dove in tante e tanti hanno resistito per ore al violentissimo e pericoloso
attacco che le forze dell’ordine hanno messo in atto con gli idranti e i blindati lanciati a folle
velocità sulle persone. Di questo comportamento criminale delle forze dell’ordine non c’è traccia
nei resoconti dei mass media, e solo il lavoro svolto da Radio Onda Rossa ha consentito di dare
voce a chi altrimenti non la avrebbe avuta.
Non condividiamo i giudizi negativi sulla manifestazione al contrario siamo orgogliosi di aver
partecipato ad una grande manifestazione:
- per la quantità di donne e uomini presenti, giunti in piazza in forma autorganizzata per
esprimere la propria opposizione sociale, la propria rabbia, la gioia di ritrovarsi insieme per
costruire conflitto, spesso ignari dei contenuti espressi nei comunicati degli organizzatori;
- perché nessun sindacato o partito ha pagato la scampagnata a Roma ma tutte e tutti
volevano esserci sapendo che nessuno li rappresenta e consapevoli, in molti, di volersi
autorappresentare;
- per la determinazione e la forza con cui le molte ed i molti hanno voluto restare in piazza
anche quando sono stati investiti dalle cariche o abbandonati dagli organizzatori.
E’ proprio da questa nostra diretta esperienza di lavoratrici, studenti, disoccupati e femministe,
che nasce il rifiuto di ogni logica divisoria, criminalizzante e demonizzante all'interno dei
manifestanti.
La voglia di lotta e determinazione a non subire passivamente per l'ennesima volta la cieca
violenza di Stato sono stati un patrimonio di una parte corposa del corteo.
Se c'è un responsabile per quanto è successo, questo è unicamente il capitalismo che costringe
milioni di uomini e donne nell'oppressione e nello sfruttamento e a condizioni di vita sempre più
inumane.
Un nuovo strato sociale si sta facendo avanti. Dannat@ della terra di ogni età che fortunatamente
si rendono conto dell'inconsistenza ai fini di un reale cambiamento sociale delle proposte e dei
metodi di gran parte di gruppi, associazioni e movimenti che da parecchio tempo soffocano le
lotte utilizzandole per i loro tornaconti personali, di potere ed economici. Decidono quindi di fare
in proprio, autonomamente, partendo da loro stessi e determinando tempi e luoghi della lotta. La
crisi della rappresentanza e della politica non tocca solamente i grandi partiti ma anche il
movimento. La domanda è: chi rappresenta queste persone? Siamo sicuri che si vogliano far
rappresentare da qualcosa o qualcuno? I posti di lavoro, le scuole, i territori diventano i luoghi da
cui ripartire per confrontarsi e organizzarsi con tali soggetti per costruire collettivamente percorsi
di lotta , che sappiano andare oltre la rivolta episodica per ritrovarci in sempre più persone sul
sentiero che porta ad un mondo di liberi ed uguali.
Il nostro 16 ottobre
Per noi tutto continuerà come fino al 14 ottobre. Riprenderemo il nostro duro lavoro quotidiano
per difendere i territori e continuare le nostre lotte contro lo sfruttamento del lavoro salariato.
Consapevoli che la controffensiva del capitalismo e dello stato sarà sempre più feroce non
abbasseremo la guardia ma anzi rilanceremo sempre di più le nostre lotte.
Continueremo ad attraversare le piazze e le strade già sabato 22 ottobre: la mattina
volantineremo sul conflitto di genere davanti alle scuole dell’Alberone; a Torpignattara
volantineremo per ricordare la violenza esercitata dallo stato e dalle forze dell'ordine che ha
portato alla morte di Stefano Cucchi, il pomeriggio al corteo contro l'inceneritore e la discarica di
Roncigliano ad Albano.
Sdegnamo di nascondere le nostre intenzioni.
Libertà per tutte e tutti!!
Assemblea per l’autorganizzazione:
assemblea coordinata e continuativa contro la precarietà
c.s.o.a Ipò
collettivo femminista le mandragore
collettivo lavori in corso tor vergata
comitato di lotta quadraro
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