1° comunicato
Il 15 ottobre oltre 200.000 persone sono confluite a Roma per una grande manifestazione,provenienti da posti di lavoro,scuole,quartieri di tutta Italia
organizzati da tutte le forze che si oppongono al governo -non nel parlamento dove non c'è una reale opposizione - e allo scaricamento della crisi sulla pelle delle masse popolari del nostro paese; tanti sono venuti non organizzati.
La grande parte di essi è venuta a Roma per sviluppare il conflitto, per non fare una altra sia pur partecipata e colorata, tradizionale e innocua passeggiata romana, ma con la volontà, la voglia e la speranza di assediare i palazzi del potere, le banche, per colpire politicamente e socialmente i respondabili della crisi, con la volontà, la voglia e la speranza di incidere realmente nella situazione politica sociale.
Contro questa volontà, voglia e esigenza una minoranza di 'indignati', pacifisti istituzionali, e organizzazioni e dirigenti disobbedienti uniti per l'alternativa,cobas confederazione ecc hanno preteso il monopolio, imposto, agito perchè invece la manifestazione fosse tranquilla e ordinata per ascoltare i loro comizi finali e i tradizionali concerti, in sintonia con ciò che voleva l'opposizione parlamentare- che pure essi dicono di combattere - in sintonia con iquella parte del capitale finanziario e industriale che voleva utilizzare anche questa manifestazione di 'indignazione' per favorire il ricambio di governo da Berlusconi puttaniere e sputtanato a livello nazionale e internazionale a un più serio governo dei padroni; una manifestazione in accordo con il Ministero degli interni- con cui lavorando insieme i signori del comitato 15 ottobre, bernocchi, casarini- che consentiva a un percorso, volto a depotenziare la manifestazione, questaera e stata una vera strumentalizzazione delle masse affluite a Roma, un cavalcare la tigre della grande partecipazione; da politicanti esperti volevano e hanno usato i livelli attuali di coscienza di una parte rilevante del corteo ai propri fini coscienti di riformisti, politicanti, venditori di fumo e carriere personali ecc.
Era assolutamente necessario far saltare questo disegno, era necessario ribellarsi in tutte le forme possibili al fallimento vero della manifestazione, che era la sua
innocuità, il suo riflesso nel vuoto balbettio televisivo e mediatico, cosi unanimamente accolto dalla borghesia e dai suoi mass media.
La ribellione organizzata e spontanea avvenuta sin dall'inizio, prima da diverse centinaia di giovani studenti, proletari,precari, disoccupati, poi di diverse migliaia, ha visto l'immediata e pianificata reazione della polizia in assetto di guerra e con l'uso di sempre - da genova ai no tav - di mezzi militari illegali per reprimere con blindati e caroselli che mettono a rischio l'incolumità e la vita di tanti manifestanti. E allora battaglia è stata, una grande battaglia, che ha messo in varie occasioni in fuga le forze dell'ordine.
Il blindato abbandonato dalla polizia, dato alle fiamme, con la scritta 'Carlo Giuliani vive' è stata la straordinaria immagine e sostanza di questa giornata.
Ha unito questa ribellione alle ribellioni che hanno attraversato e attraversano
l'Europa, hanno indicato netto e chiaro che ciò che serve è la rivolta sociale; hanno animato lo spettro, temuto da tutti borghesi,riformisti, vendipopoli e arruffapopoli alla casarini bernocchi, lo spettro della rivoluzione necessaria e possibile, unica soluzione se si vuole uscire dalla crisi del capitale e dell'imperialismo.
Per questo non si può che essere parte dei ribelli, dalla parte dei ribelli !
Certo tutti noi avremmo voluto e noi con le attuali poche forze disponibili per questo siamo andati a roma, che effettivamente centomila persone marciassero su Palazzo Chigi e il Parlamento,- è questo voleva la maggioranza dei proletari e masse popolari italiane, sfidiamo tutti a dire il contrario - per dare un senso politico e un obiettivo di fase a questa battaglia; ma se questo non è avvenuto, non è certo colpa, di chi questa Battaglia ha sostenuto, pagando anche un prezzo di feriti, arresti, odiosa e vile campagna fascista di criminalizzazzione mediatica a cui si aggiungono in qualità di servi i pacifinti e i casarini-bernocchi; servi dei servi perchè naturalmente non ci sono dubbi sul ruolo di servizio svolto da dirigenti sindacali e dei partiti della sinistra ufficiale che sono da sempre e quotidianamente dall'altra parte rispetto alle lotte vere, ai movimenti veri, alla ribellione giovanile, proletaria e popolare quando si esprime.
Certo avremmo preferito uno sviluppo della battaglia come quella condotta prima durante e dopo il 3 luglio, il movimento No tav; ma sono altri che non hanno svolto o non sono riusciti a svolgere la propria parte a Roma non certo i ribelli.
Certo noi non siamo 'black block', noi siamo casomai 'red block' ma innanzitutto proletari comunisti impegnati quotidianamente nella lotta di classe che lavoriamo per costruire un partito rivoluzionario, un fronte unito rivoluzionario, un esercizio della forza della classe operaia, dei proletari e delle masse perchè pensiamo in tutta sincerità che solo così gli obiettivi della ribellione si possono raggiungere, ma la ribellione non contraddice, ma alimenta questa necessità urgente di marciare su questa strada.
Ora la borghesia scatena la repressione,vuole approvare leggi speciali, vuole approfittare per vietare i cortei a partire da quello previsto degli operai della fiat e della fincantieri del 21 ottobre, deviare l'attenzione delle masse dalla crisi e concentrarlo su 'macchine bruciate, impalcature bruciate di cittadini comuni'.
Il governo Berlusconi,Bossi, Romano, Scilipoti, spalleggiato dal questurino fascista Di Pietro - che torna alle origini- e dall'opposizione parlamentare balbettante e al servizio del nuovo governo dei padroni in incubazione, vuole salvarsi dal discredito e crisi di legittimità, buttandola sullo stato di polizia.
Bisogna con forza contrastare questa strada intrapresa e questo dovrebbe essere chiaro a tutti i tipi di opposizione a questo governo.
Nel farlo bisogna far leva sui proletari in lotta, il movimento degli studenti, le masse precarie e disoccupate. Difendersi dalla repressione, significa unire alla denuncia e alle buone ragioni dei ribelli,di cui siamo e ci sentiamo parte, alla lotta democratica e antifascista contro le leggi speciali, l'offensiva delle lotte sociali.
La forza di argomenti di sempre sempre dei comunisti e dei rivoluzionari:
cos'è una vetrina delle banche rotta rispetto alla rapina permanente che il sistema bancario e finanziario rappresenta sino alla crisi devastante di questi mesi come espressione naturale del sistema del capitale ?
Chi dovrebbe andare in galera in questo paese banchieri e politicanti corrotti o i
giovani che si ribellano ?
Come si può uscire da tutto questo senza una rivolta proletaria e sociale che rovesci questa classe dominante e apra la strada a una rivoluzione che ponga il potere nelle mani dei proletari e delle masse popolari ?
Serve a noi come a tutti lotta d'avanguardia e di massa, serve unità dei comunisti per il partito rivoluzionario autentico, serve un fronte rivoluzionario, serve un fronte proletario,
ma questi strumenti servono per sostenere ed essere ribelli coscienti, organizzati, non per riproporre le strade vecchie che hanno portato ai miserabili di Roma, bernocchi, casarini
ecc.
libertà con i compagni arrestati
fronte unito contro la repressione e lo stato di polizia
la repressione non spegne ma alimenta la ribellione
la rivoluzione non è un pranzo di gala..
proletari comunisti - PCm Italia
18 ottobre 2011
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