La giornata internazionale del 15 ottobre in Italia è stata il frutto di un accesso dibattito e confronto/scontro tra varie componenti del cosiddetto movimento. Tutti citano gli eventi di altri paesi come ad esempio le lotte e rivolte in grecia, paesi arabi, spagna, usa ecc dicendo a parole che anche qui la via da seguire è la protesta ad oltranza con lo scopo di cambiare lo stato di cose attuali.
A questo bisogno condiviso principalmente dal basso abbiamo assistito al solito giochetto ormai noto da tempo dell’utilizzare un’istanza giusta per incanalarla e deviarla verso l’interesse di piccoli gruppi o fazioni di movimento che si ergono a “portavoce” o ad“organizzatori”.
Così l’idea iniziale di una grande mobilitazione che doveva avere come obiettivo i palazzi del potere si è trasformata strada facendo nelle solita passeggiata romana del sabato pomeriggio sotto il diktat della questura di Roma e il patrocinio di Cobas, Arci, Fiom e la solita troika che ha attuato la medesima operazione festeggiando il proprio decennale di Genova qualche mese fa organizzando una sfilata sul lungo mare della città. Ma stavolta il gioco di prestigio non è riuscito.
Come per il 14 dicembre, quando i cosiddetti organizzatori prevedevano una sfilata e invece sono stati soverchiati dalla stragrande maggioranza degli studenti, anche ieri a Roma la rabbia proletaria e popolare rappresentata in primis dai giovani ribelli studenti ma anche da lavoratori e operai, non si è sottoposta al diktat dei fuochisti a parole e normalizzatori nei fatti che rappresentano una vera e propria stampella del sistema borghese.
Rabbia che ha superato la semplice indignazione della media e piccola borghesia che si indigna per qualche vetrina di banca o di agenzia interinale rotta e predica un’ottusa non violenza per poi trasformarsi in picchiatori se non si condividono le loro pratiche.
Si può anche entrare nel merito se rompere la vetrina di una banca o bruciare una macchina sia un obiettivo sensato o a maggior ragione se possa avere senso fare queste azioni da parte di pochi individui non comprese e slegate dalle masse che hanno un sapore di neo-luddismo inconcludente. Detto questo però, all’interno di una grande giornata di lotta questi sono fatti ultrasecondari: davanti a un sistema che produce guerre di aggressione, miseria ed impoverimento per le masse e sfruttamento quotidiano è ridicolo spendere fiumi di inchiostro per qualche vetrina rotta.
I grilli parlanti di professione che citano continuamente le rivolte oltre confine quando la rivolta ce l’hanno davanti ai loro occhi sanno cianciare solo di “violenti”, “infiltrati” e diventano più solerti degli sbirri nell’arrestare e colpire chi lotta quotidianamente. In parte è frutto di malafede, semplicemente perché una parte del corteo inquadrabile nei partiti ex parlamentari o aspiranti tali, così come i cobas o la fiom erano in piazza per i motivi sopra detti e quindi volevano strumentalizzare la voglia di ribellione che viene dal basso mettendoci il cappello, ma in parte è frutto della non comprensione del movimento reale che si svolge sotto i loro occhi perché da piccolo borghesi “indignati” in fin dei conti sono essi stessi un prodotto di questo sistema e vorrebbero solo starci meglio “migliorandolo” .
Come si fa a non vedere in una piazza intera che respinge le cariche dei blindati lanciati all’impazzata tra la folla, la presenza di migliaia (e non pochi infiltrati) di persone che ogni giorno lo subiscono questo sistema e che ieri hanno risposto resistendo ai gas cs e respingendo più volte i servi in divisa?
Dopo 10 anni si ripete ancora a vanvera come un disco rotto la storiella dei black bloc nelle modalità identiche alla stampa di regime e allo stesso tempo le stesse persone protestano contro la legge bavaglio e per un’informazione libera ma con la mente inebriata e asservita ai pregiudizi della classe dominante!
Il 15 ottobre poteva essere una data come tante con la solita sfilata o qualcosa di speciale.
Ognuno ha fatto la propria scelta, chi voleva fare la sfilata e quindi in ultima analisi data l’esperienza degli ultimi anni una pratica perdente, non ha esitato a fare arrestare dei giovani e metterli nelle mani della borghesia e delle sue galere dove si può anche morire “cadendo dalle scale”e chi ha scelto la seconda via sul sentiero rappresentato dal 14 dicembre, dalle rivolte giovanili di Londra e Parigi, dalla ribellione greca e del mondo arabo e così via.
Chi voleva farsi bello su un palco e celebrare la solita liturgia del comizio auto celebrativo e autoreferenziale ha dovuto farsi da parte di fronte alle masse che vivono e fanno la storia quotidianamente.
Siamo fiduciosi che sia solo l’inizio di una vera e propria rivolta popolare che abbia come obiettivo immediato la cacciata del governo Berlusconi e di tutti i governi dei padroni ma con la prospettiva della rivoluzione proletaria per farla finita una volta e per tutte con la propria borghesia e dare un contributo alla rivoluzione mondiale.
Red Block Palermo 16/10/11
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