Da un sondaggio effettuato a Salerno tra il popolo dei senza diritti(disoccupati, dipendenti publici, precari, genitori con i figli disoccupati, anziani con pensioni da fame ecc…) sui fatti del 15 Ottobre a Roma è emerso che:
Il 65% di loro odia le banche, questo sistema politico finanziario e non si fida del quadro politico attuale sia di destra, di centro sinistra e di alcune partiti facenti capo ad una sinistra, sinistrata e delegittimata anche dall’elettorato, sia su scala nazionale che locale.
Il 65% del popolo dei senza diritti è quindi incavolato, non si fida di Di Pietro che invece di riflettere sul blocco nero presente nella propria formazione politica formata da tanti Scilipoti/Di Gregorio, irresponsabilmente vorrebbe riesumare la Legge Reale, mai morta tra l’altro.
Non si fida del trasformismo camaleontico di Bertinottiana pratica politica acquisita ora da Vendola, non si fida dei residui ubicati nella Federazione della Sinistra a cui si aggiungono i Verdi, i quali dimenticandosi che pur avendo avuto negli anni precedenti ruoli politici importanti sia nei governi locali (Comuni -Provincie e Regioni) che nazionali (Parlamento) nonostante i numeri( centinaia tra deputati senatori e migliaia di consiglieri comunali provinciali e regionali ) non sono stati minimamente in grado ne di affrontare e ne risolvere nemmeno 1 (uno) problema come ad esempio “il reddito per i disoccupati” che addirittura la B.C.E . e lo stesso Drahi lo enunciano nei propri programmi tesi alla ripresa economica e finanziaria.
Il 65 % di questo popolo dei senza diritti ha simpatizzato con le visioni delle vetrine blindate rotte delle banche, delle agenzie finanziarie, un po’ meno per le macchine incendiate/rotte, e con tutti i simboli di questo sistema finanziario e cannibale ed affamatore della povera gente.
Il 65% di questo popolo dei senza diritti, al contempo, ha espresso i propri timori e preoccupazioni per quelle centinaia di miglia di uomini e donne (più di settecentomila persone) che non hanno potuto come umanità /comunità, concludere la manifestazione e quindi comunicare dalla Capitale a tutta l’Italia il bisogno e la necessità di riappropriarsi dei diritti che ogni giorno vengono totalmente negati violati e privati.
Valutazione politica del C.S.A. Asilo Politico
Quel che si è verificato prima, durante e dopo il corteo del 15 Ottobre, è solo unicamente un problema politico all’interno di una vasta area politica dell’Antagonismo Politico Sindacale la quale necessita esclusivamente di determinare una fase reale di riflessione, interrottasi da quasi 6 anni.
Le ipocrite valutazioni e giudizi, a partire dai vari Vendola/ Ferrero per finire a Casarini, che del camaleontismo della politica sono dei maestri, lasciano desumere, almeno dalle interviste rilasciate a caldo, quasi un timore di una frantumazione di calcoli politici, vista l’approssimarsi delle elezioni politiche, di poter finalmente accaparrarsi qualche deputato, dopo che la gente li ha giustamente totalmente azzerati.
La frettolosità di rilasciare alcune interviste determinate forse dalla paura di perdere nei sondaggi elettorali, li ha distolti dal dovere di rivestire i panni dell’umiltà e della onestà almeno ideologica enunciando magari un minimo di autocritica, sia rispetto ai fatti di Genova che sulle proprie incapacità negli anni in cui pur essendo presenti nei vari governi Regionali e locali (vedi in Campania ed in città come Napoli e Salerno) di saper affrontare le problematiche a partire dalla disoccupazione e dall’ambiente la vicenda dei rifiuti docet. .
In Campania per la incapacità di questi signori centinaia di disoccupati ed ambientalisti debbono affrontare decine e decine di processi, contribuendo insieme a Berlusconi e company in qualche modo a quella rabbia, ben vista dal 65% del popolo dei senza diritti.
Quel che è successo, che stà succedendo e che succederà in Italia dopo il 15 Ottobre, determinerà un cliché già visto e rivisto,ma che mai come ora deve farci riflettere , sia in termini di memoria storica affinché nessuno possa lucrare sulla pelle dei movimenti e possa edificare forme repressive tese all’ulteriore smantellamento delle agibilità politico sindacale e delle libertà individuali e collettive, sia dalla dato reale che l’Italia non è la Spagna né l’Inghiltera né la Germania.
Riteniamo opportuna una riflessione collettiva tra tutte le realtà espressione dell’antagonismo meridionale e non solo, da farsi in tempi brevi tenendo presenti le esigenze di tutti.
C.S.A Asilo Politico/Associazione Andrea Proto
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