14 dicembre: contro la crisi esplode la rabbia.
L'unica risposta di governo e magistratura è la repressione.
Il 14 dicembre, a Roma, la piazza era gremita di studenti, lavoratori e
lavoratrici, precari e precarie, migranti, cittadini aquilani e di
Terzigno e molti altri ancora, a cui il governo da anni sta facendo
pagare il prezzo della crisi, negando loro qualunque prospettiva di una
vita dignitosa.
Quel giorno la piazza ha manifestato in massa la sua giusta rabbia,
mentre a poche centinaia di metri uno dei governi più corrotti che
questo paese abbia mai avuto si assicurava la sopravvivenza attraverso
la compravendita di consensi parlamentari.
Per tutta risposta le forze dell'ordine rastrellavano persone per le vie
del centro di Roma, e si scatenavano le dichiarazioni forcaiole degli
uomini politici di vario colore. Costoro, abbandonando per un momento le
loro invettive alle “toghe rosse”, hanno invocato un vigoroso intervento
della magistratura.
Quel giorno sono state arrestate 23 persone. Uno di loro, Mario, è
tutt’ora in regime di arresti domiciliari nonostante sia incensurato ed
accusato di reati “minori”. Un altro, benché minorenne, sarà sottoposto
fino a giugno agli arresti domiciliari.
Il 23 dicembre 2010 si è tenuta la prima udienza del processo contro
Mario e gli altri compagni/e arrestati\e. Il processo è stato rinviato
al 24 gennaio.
Il motivo per il quale i giudici hanno negato la libertà a Mario è la
permanenza in Italia di un “clima di tensione sociale”. Per fortuna è
stata almeno respinta l'assurda richiesta avanzata da Alemanno per la
costituzione di parte civile del Comune di Roma, in quanto a Mario non è
addossata nessuna “lesione dell’arredo urbano”.
Ai numerosi compagni/e presenti in aula – studenti, lavoratori, amici
degli imputati – l’atteggiamento dei giudici non è apparso né sereno, né
imparziale , ma anzi costoro sono sembrati partecipi e schierati con il
clima fazioso e colpevolista voluto dal governo all’indomani del 14
dicembre.
Ad oggi è ormai noto alla cittadinanza che gli arrestati sono stati
rastrellati a caso e accusati genericamente del reato di “resistenza in
concorso”.
Del resto, è fallito anche il tentativo di dividere i manifestanti in
“buoni e cattivi” sia per la compattezza del movimento, sia perché larga
parte della società ha riconosciuto alla protesta motivazioni valide e
concrete: la crisi economica e sociale che il paese sta attraversando
non solo mette in pericolo il nostro futuro, ma cosa ben più grave, è un
attacco al nostro presente e la protesta contro tutto ciò non può essere
semplicemente ignorata e repressa.
Tenere ulteriormente agli arresti domiciliari Mario è una iniqua
punizione, una pena prima della sentenza.
Inoltre si preannunciano ulteriori e numerosi provvedimenti penali nei
confronti di centinaia di partecipanti alla giornata del 14 dicembre.
E' quindi quanto mai necessario che tutti coloro che hanno animato la
piazza del 14 dicembre facciano sentire la loro voce durante la prossima
udienza per esprimere la loro solidarietà a Mario e a tutti e tutte
gli/le arrestati/e.
Lunedì 24 gennaio
Ore 9:30
Presidio a Piazzale Clodio
La nostra passione Contro la vostra repressione
Mario libero - Tutte Liberi
Sostegnolegale14dicembre@autistici.org
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