domenica 16 gennaio 2011

pc quotidiano 16 gennaio - la catena di morti sul lavoro torna a crescere... da Ragusa a Milano

la rete nazionale per la sicurezza sui posti di lavoro prepara nuove iniziative
a Roma il 22 gennaio - in febbraio a Napoli - a Torino in occasione dell'udienza finale del processo TYSSEN - alla Fiat sul rapporto piano marchionne, sistema ergouas e sicurezza sul lavoro

rete nazionale per la sicurezza sui posti di lavoro
bastamortesullavoro@gmail.com


Ragusa, si impicca dopo licenziamento
Sindacalista: ci aveva confidato
di essere disperato
15 gennaio, 18:22
suicidato dopo avere perso il lavoro. Il protagonista di questo dramma
e' un giovane commesso licenziato qualche settimana fa da un
supermercato di Ragusa: la vittima, 30 anni, sposato e padre di un
figlio in tenera eta', ha deciso di togliersi la vita impiccandosi
nella sua casa estiva di Santa Croce Camerina. A denunciare l'accaduto
e' il segretario provinciale della Uiltucs, Angelo Gulizia, che
afferma, ''era disperato. Il dramma della mancanza di lavoro ha fatto
un'altra vittima''.

Si continua a morire di lavoro , di non lavoro, di
precarietà
A Milano il 14 -01-011, in via Ravizza 12, muore in maniera
orrenda (la testa schiacciata dall’ascensore) un giovane operaio
albanese di 32 anni; il giorno dopo un coetaneo, giovane commesso
siciliano di 30 anni sposato con un bambino in tenera età, si suicida
per la perdita del lavoro. Due crimini di questo sistema, due fratelli
“sacrificati” sull’altare del profitto padronale. E questi ennesimi
assassini nei giorni del Referendum alla Fiat di Mirafiori sul piano
Marchionne, che proprio nel capitolo sicurezza, mostra tutto il
disprezzo, di governo e padroni con l’avallo della cosiddetta
opposizione, per la salute degli operai (dal costringere per 7,30ore
continuate alla catena; o alla riduzione delle pause; o con gli
straordinari “comandati” sui riposi costringendo gli operai a lavorare
per 7 giorni continuativi e per lunghi periodi; ma anche col ricatto
fascista che suona così “o fate come dico io o niente lavoro”. C’è la
necessita, improrogabile, di rilanciare la battaglia su questo fronte,
c’è la necessita di, così come hanno fatto gli studenti, di andare allo
scontro frontale con istituzioni, governo, padroni, che quando muore un
lavoratore ipocritamente dicono “mai più” e poi legiferano per peggiore
le condizioni di lavoro e aumentare gli omicidi da lavoro/sul
lavoro/non lavoro.
Gaglio Giuseppe
Rete nazionale sicurezza sui posti
di lavoro Nodo Milano/Bergamo
retesicurezzamilano@gmail.com
16-01-011

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