Sarà l’effetto Marchionne che ha contagiato il padrone dell’impresa metalmeccanica di Gela Sicilsaldo? Questo ha infatti licenziato nove operai che hanno poi vinto la causa in tribunale, ma invece di ritrovarsi in fabbrica a lavorare si sono trovati davanti ad una proposta indecente…
È necessario ribadire che solo la lotta paga, solo la lotta dura può combattere e “prevenire” il fascismo padronale?
18/01/2011
(dal Gds online)
Licenziati e reintegrati in Algeria, protesta a Gela
Nove dipendenti di un'impresa metalmeccanica, la Sicilsaldo, erano stati mandati a casa dopo la chiusura di un ramo d'azienda. Ora riassunti e trasferiti in nordafrica. Gli operai: è un ricatto
GELA. Nove dipendenti di un'impresa metalmeccanica di Gela, licenziati dopo la chiusura di un ramo d'azienda, ricorrono in tribunale e vincono la causa, ma quando chiedono di rientrare, la ditta li mette di fronte a una difficile scelta: o accettano il trasferimento in un cantiere in Algeria o rinunciano al loro lavoro. In segno di protesta contro quello che definiscono "ricatto aziendale", i nove lavoratori hanno inscenato stamani un sit-in davanti ai cancelli della fabbrica, la Sicilsaldo, nella zona industriale di Gela.
"Con i moti popolari in atto - dicono gli operai - andare in Algeria come nel resto del Maghreb, diventa oggi estremamente rischioso. D'altra parte siamo troppo giovani per la pensione e troppo vecchi per cercare un nuovo posto di lavoro". Del problema sono stati investiti i sindacati confederali che hanno chiesto un confronto con la direzione dell'impresa per trovare una soluzione accettabile da entrambe le parti.
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