Ucciso in piazza a Voghera, la terza testimone: "Adriatici sparò rialzandosi"
A Pavia concluso l’incidente probatorio per la morte del
38enne Youns. Gli avvocati della famiglia della vittima: è stato
un omicidio volontario
Pavia - Fronti totalmente opposti sul caso dell’ex
assessore alla Sicurezza di Voghera Massimo Adriatici,
indagato per eccesso colposo di legittima difesa per aver
ucciso
con un colpo di pistola Youns El Boussettaoui il
20 luglio scorso in piazza Meardi. Chiuso l’incidente
probatorio, con l’assunzione come prova del resoconto
dell’ultima testimone oculare chiamata a ricordare i fatti, per i
legali della famiglia della vittima Marco Romagnoli e Debora
Piazza si è trattato di omicidio volontario: "L’esito
dell’incidente probatorio rende ancora più incomprensibile la
scelta di contestare l’eccesso colposo di legittima difesa.
Ritengo che bisognerebbe chiudere le indagini con un diverso capo
d’accusa e poi chiedere un rinvio a giudizio", ha commentato
Romagnoli.
Per Gabriele Pipicelli, che insieme a Colette Gazzaniga
assiste Adriatici invece si è trattato di "un episodio di
legittima difesa, dal nostro punto di vista ci sono gli elementi
per ritenere ciò". Pipicelli ha anche sottolineato: "Stiamo
svolgendo indagini difensive, su cui manteniamo il più stretto
riserbo". Ieri la testimone, una donna cittadina romena che ha
partecipato di persona all’udienza, ha ricordato che quella sera
si trovava nel locale in piazza Meardi vicino cui è avvenuto il
fatto, era con il suo cane. Dalla testimonianza emergerebbe che El
Boussettaoui avesse dato un calcio alla sedia, motivo per cui lei
si era allontanata verso il bancone del bar.
Poi, una volta fuori, aveva assistito alla dinamica
dello sparo da parte di Adriatici segnalando che Youns
si sarebbe trovato in piedi di fronte all’ex assessore, il quale avrebbe
sparato mentre si stava rialzando dopo che era caduto
a terra: particolari emersi ieri, in quanto poche ore dopo
l’accaduto aveva dichiarato ai carabinieri di non ricordare
l’esatta posizione al momento dello sparo. La donna ha poi
ricordato le fasi seguenti con i primi rilievi sul posto. Al di là
dei fatti di piazza Meardi poi, la donna ha negato la voce per cui
sarebbe stata minacciata nei giorni scorsi e che avrebbe ricevuto
chiamate volte a intimorirla. A ottobre invece erano state assunte
come prove le testimonianze di due uomini, anche loro presenti al
momento dell’accaduto. Ora l’incidente probatorio è chiuso, ma si
attende ancora la chiusura delle indagini. Infatti, dal
punto di vista puramente tecnico, toccherà alla Procura di Pavia
fare il prossimo passo nella vicenda giudiziaria, o disponendo
ulteriori indagini o chiedendo il rinvio a giudizio o proponendo
l’archiviazione. In seguito potrebbe quindi aprirsi la fase
processuale che vedrebbe Adriatici imputato: "Prematuro per noi
valutare per quale tipologia di procedimento propendere", ha
aggiunto Pipicelli.
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