martedì 14 dicembre 2021

Lotte sociali - Occupazioni delle scuole a Roma - info

Edilizia scolastica disastrata, mancanza di professori, un futuro negato a un’intera generazione: oggi ci riprendiamo tutto”, scrivono i ragazzi dal Gullace.

Gli studenti si oppongono fermamente al modello scolastico perpetrato dal Governo Draghi e dal Ministro Bianchi”, replicano dall’Enzo Rossi, una scuola “dove la crescita formativa e lo scambio vengono prontamente azzerate, mentre viene proposto ed incentivato il modello scuola-azienda, dove vediamo presidi-manager dai poteri illimitati: la risposta repressiva alle recenti occupazioni e proteste ne è un esempio”.

La situazione più complessa sembra proprio all’Enzo Rossi, dove il preside si rifiuta di aprire un dialogo con i ragazzi in lotta e ha fatto entrare i carabinieri nell’istituto, i quali stanno assumendo l’atteggiamento minaccioso, dal punto di vista fisico e verbale, che troppo spesso in questi ultimi due mesi abbiamo visto all’opera.

La risposta studentesca è un’assemblea che si sta tenendo nel cortile della scuola, dimostrando una volta di più una maturità sociale e politica nell’affrontare collettivamente, mediante la discussione e l’organizzazione, il silenzio e il manganello proposto dalle istituzioni.

Oramai si fatica anche a contarle, le scuole romane che negli ultimi giorni sono state occupate dagli

studenti e dalle studentesse della città. Siamo sicuramente sopra i 30 istituti, e tra questi ci sono scuole di estrazione, posizione e indirizzo di tutti i tipi, dal centro alla periferia, dagli tecnici ai licei, e via dicendo.

Una vera e propria “rivolta”, scoppiata in un momento di “rinnovata”, ahinoi, incertezza sul futuro a breve di questo paese, con l’arrivo della variante Omicron sul suolo della penisola che spaventa non solo i mercati e tutto quello che ne consegue per la vita delle persone, studenti compresi.

Tutto è cominciato poco meno di due mesi fa, con tre occupazioni d’infilata, Rossellini, Albertelli e Ripetta, in un malessere montato col tempo tra le maglie della nuova generazione e definitivamente esploso nell’ultima settimana.

Un malessere che la geografia delle occupazioni indica essere trasversale, condiviso tra ragazzi e ragazze che frequentano le scuole della capitale. E come potrebbe essere altrimenti…

Un anno e mezzo di pandemia non è bastato per indicare ai governi e ai ministri che si sono succeduti la via da intraprendere per garantire in primis una scuola sicura e all’altezza della sfida posta dal Covid, dove le diseguaglianze sono letteralmente esplose a seguito delle diverse possibilità, da un punto di vista economico a sociale, di affrontare un periodo così duro.

Il fallimento della classe dirigente anche su questo aspetto (non stiamo qui a citare il numero dei decessi, dei disoccupati-inattivi, dei nuovi poveri ecc.) ha acuito tutti i problemi presenti nella “scuola di ieri”.

Oggi le questioni al centro della protesta sono gli istituti fatiscenti e inadatti a garantire un servizio di formazione nelle condizioni attuali, scaglionamenti impossibili da seguire, docenti trattati come burattini e sballottolati da una scuola all’altra (con ripercussioni sulla qualità della didattica), l’inadeguatezza (o la mancanza di volontà?)  del governo dei migliori e del ministero dell’Istruzione di affrontare decentemente le questioni poste.

Ma è l’impianto della formazione tout court che è messo in discussione nelle mobilitazioni di massa di questi giorni, con la conoscenza ridotta a nozionismo, esami di profitto manco rispondessero ai listini di Piazza Affari, e poi un linguaggio divisivo e legato alla visione aziendalistica della società (crediti, debiti, valutazione quantitativa ecc.).

C’è tutto questo in discussione tra i ragazzi, e c’è qualcosa in più. Il ruolo dei presidi-manager, che hanno dimostrato tutta la loro insipida fermezza nel trattare, citiamo, “un problema politico come una questione di ordine pubblico, col solito ruolo servile delle forze dell’ordine”.

info da contropiano

 2 - IN DUE MESI QUARANTA SCUOLE OCCUPATE A ROMA. STUDENTI FERMATI E MANGANELLATI DALLA POLIZIA (NEL SILENZIO DI MEDIA E ISTITUZIONI)

Tentata occupazione anche al classico Plauto, in zona Spinaceto. Sul posto la polizia che ha aggredito gli studenti, spintonando e gettandone a terra alcuni. Scene analoghe all’Argan. E’ arrivata però la risposta studentesca, con Osa e un’assemblea di tutte le scuole in agitazione a Roma (ormai una quarantina) all’istituto Pilo Albertelli. “Due mesi – denunciano gli studenti – e più di 40 scuole occupate non hanno ricevuto nessuna risposta dal governo. Manganelli, spintoni e repressione è quello che riceviamo dal governo come si è visto stamattina all’occupazione all’Argan e al Plauto”. Proprio al Plauto due studenti sono stati fermati. A seguito del silenzio assordante di istituzioni e media, viene lanciata una manifestazione di piazza per questo venerdì 17 dicembre.

info da infoaut

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