La riduzione delle tasse a lavoratori e pensionati, tanto sbandierata dal governo come uno dei punti importanti della manovra fiscale da inserire nella legge di bilancio di questo anno, si è rivelata una presa in giro! Chi ci “guadagna” da questa riforma dell’Irpef sono tutti quelli che hanno un introito annuo oltre i 40 mila euro e naturalmente le aziende che pagano di meno l’Irap.
Per i lavoratori che stanno sotto questa cifra o non cambia niente o arriva a un “beneficio” di circa 250 euro all’anno, perciò, se prendiamo in considerazione l’aumento dei prezzi di tutti i beni di prima necessità, ma non solo, la beffa è ancora più grande visto che solo di energia elettrica (il caro bollette), si arriverà a spendere, secondo le stesse ammissioni del governo, fino a 1.500 euro all’anno in più! E come si sa il governo ha deciso di dividere gli 8 miliardi che servono per questa operazione in due: 7 miliardi
destinati al taglio dell’Irpef, e 1 miliardo per il taglio dell’Irap. Questo taglio della tassa che pagano le imprese andava alle Regioni che ci pagavano le spese per la sanità! Ciò significa che le Regioni dovranno trovare da qualche parte questi soldi e la maniera più semplice è quella di aumentare le tasse!Visto che questo è sotto gli occhi di tutti, tanto che la
Cgil e la Uil hanno deciso di fare lo sciopero generale, risulta tanto più
ridicola, l’insistenza dei partiti politici che reggono il governo, da Salvini
a Letta, sui presunti benefici di questa misura, e in particolare le insistenze
del quotidiano dei padroni, il Sole24Ore, che pubblica di continuo tabelle e
“analisi” che provano a convincere della bontà della manovra!
Ma la propaganda sul “taglio del cuneo fiscale” nasconde una
ancora facile “pubblicità ingannevole”.
Tutti i partiti della borghesia si riempiono la bocca di
questa frase perché lascia intendere che si abbassano contemporaneamente le
tasse ai lavoratori e ai padroni (e qui dobbiamo per forza ricordare che
“meno tasse per tutti” era un lontano slogan di Berlusconi), tagliamo le tasse
ai lavoratori e alle aziende e siamo tutti contenti! Da Letta a Salvini
l’argomento è questo: i lavoratori possono spendere di più e i padroni avere
più soldi da investire per creare posti di lavoro.
Tutto questo non è vero.
Che non sia vero che il padrone poi usi questi risparmi, e cioè maggiori profitti, per “investire” nell’azienda e “creare posti di lavoro” lo si vede nella quotidianità: i padroni usano questi profitti per aumentare il proprio patrimonio personale e vivere in maniera sempre più sfarzosa… è anche questo che aumenta il livello di disuguaglianza, parola oramai sulla bocca di tutti ma della quale non si spiega mai l’origine!!!
Innanzi tutto, i lavoratori pagano le tasse togliendole
dal loro salario che è “basso e fisso” per fare il verso a una pubblicità,
e quando lo Stato taglia (per davvero!) un po’ di tasse ai lavoratori qualcosa
in più nella busta paga si trova, ma visto l’aumento generalizzato dei prezzi
delle merci il risultato finale non cambia, anzi: i salari continuano a non
bastare, non si arriva alla fine del mese si diceva una volta…
Quando invece lo Stato taglia le tasse anche ai padroni (e
per ora lasciamo perdere i miliardi di aiuti di Stato a fondo perduto!), questi
si ritrovano con una parte in più di plusvalore, di profitto in più in tasca!
Nessuna “manovra” intacca il profitto!
E questo perché, diceva Marx criticando un economista del
tempo: “L’abolizione di tali imposte non cambia nulla, assolutamente, nella
quantità di plusvalore che il capitalista industriale estorce in primo luogo
all’operaio. Essa cambia soltanto la proporzione in cui egli mette il
plusvalore nelle proprie tasche o lo deve dividere con terze persone.” Lo sfruttamento
avviene nella produzione! Il profitto il padrone poi lo deve dividere con la
“terza persona”, cioè lo Stato! Ma anche con le banche (interessi sui prestiti)
e i padroni dei fabbricati (rendita).
I padroni, quindi, possono “perdere” davvero qualcosa, cioè
possono avere un profitto più basso solo nello scontro con la classe operaia,
quando questa lotta per aumenti salariali e riesce a strapparli! È allora che i
padroni gridano ancora più forte dicendo che si minaccia l’esistenza stessa del
sistema capitalistico! E questo né i partiti borghesi in parlamento e al
governo né i sindacati di regime lo vogliono! Questo può essere solo
l’obbiettivo della classe operaia organizzata che vuole farla finita con lo
sfruttamento!
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