giovedì 29 luglio 2021

pc 29 luglio - Bernardo, il candidato con la pistola non si scusa e rilancia: "Mio porto d'armi per difesa, quando ce l'ho con me non devo avvertire nessuno".

Questo potenziale omicida, come il suo simile Adriatici di Voghera, non solo non dovrebbe esercitare la professione... ma men che meno può candidarsi a prossimo sindaco di Milano. Condividiamo quanto detto da Gino Strada che per soggetti così ci vorrebbe, ancor prima della polizia, di un pschiatra


ma visto che che l'unica cosa che ha da dire il suo "rivale" Sala è "non commento", non si può non scendere in campo e contestare disturbare un nuovo sceriffo ed avere nuovi Youns


ps: quello che gli viene puntato in testa è un semplice termo/scanner e non una pistola

di Federica Venni

Il medico del Fatebenefratelli candidato sindaco del centrodestra: "Posso portare l'arma anche in ospedale, in corsia, sul metro, in tram, in macchina, ovunque, ma in corsia non l'ho mai fatto e non lo

farò". Sala: "Non commento, ma ho imparato che chi si fa politica deve essere trasparente"

Luca Bernardo va avanti imperterrito con la sua autodifesa sulla pistola portata con sé in ospedale. E rilancia: secondo il candidato sindaco del centrodestra a Milano, il "porto d'armi da difesa personale" che lui, come ha dichiarato nei giorni scorsi, avrebbe "da dieci anni" perché "minacciato", gli consente di "portare l'arma addosso" sempre e comunque: "idealmente anche in ospedale, in corsia, sulla metropolitana, in tram, in macchina, ovunque, tranne che nelle aggregazioni politiche". Bernardo, dopo le polemiche, le note e le risposte all'accusa che gli ha mosso il consigliere regionale di +Europa Michele Usuelli, ribadisce la sua versione, arricchendola però giorno dopo giorni di nuovi di particolari: fino a che quell'arma "autorizzata" ma "mai indossata" e "chiusa in cassaforte" è finita con lui "in ospedale anche se mai in mezzo ai bambini" durante i turni notturni. Oggi, rispondendo al consigliere regionale del Pd Pietro Bussolati che ha presentato un accesso agli atti per sapere se l'ospedale Fatebenefratelli, dove il medico è primario di Pediatria, fosse a conoscenza del fatto che lo stesso Bernardo si recasse in ospedale con un'arma da fuoco, ha aggiunto altri elementi. L'aspirante sindaco oggi sostiene, avendo un "porto d'armi" rilasciato dalla "prefettura", di non essere tenuto ad "avvertire nessuno", nemmeno l'ospedale se porta con sé un'arma: "Il Pd ignora le cose - prova a ributtare la palla sugli avversari politici il pediatra - perché se uno ha un porto d'armi da difesa personale ha la possibilità di portarla ovunque e sempre e non deve avvertire nessuno per legge, perché si chiama 'porto occulto'. Il Fatebenefratelli non deve neanche rispondere", dice riferendosi alla struttura in cui ha - per sua ammissione - portato la pistola almeno fino a due mesi fa durante turni notturni.

In attesa che l'ospedale chiarisca se un suo primario fosse o meno tenuto a comunicare i suoi ingressi nella struttura con la pistola al seguito, la questione su allunga sulla campagna elettorale. Per il sindaco Beppe Sala, che ha chiarito di non voler entrare nel merito della vicenda in sé, si tratta più che altro di una questione di trasparenza legata al ruolo politico che ricopre chi si candida a guidare una città: "Chi fa politica vive in una casa con le pareti di vetro quindi la trasparenza deve essere totale". E ancora: "Ho promesso ai milanesi di non cercare polemiche, per cui decideranno gli elettori milanesi dove sta la verità". Intanto Bernardo, in un'intervista a Libero, ha spiegato il motivo per cui gli è stato concesso il porto d'armi da difesa: "Le minacce alla categoria sono reali e l'ha ribadito anche l'ordine dei medici ieri. Anni fa - ha precisato - venne da me a curarsi un ragazzino siriano con il suo papà. Il ragazzo era problematico. Io cercavo di aiutarlo. Ebbene il papà mi disse "ti taglio la gola", "ti scanno". A giorni alterni, per tre mesi, la polizia l'ha portato via in manette".

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