mercoledì 28 luglio 2021

pc 28 luglio - Grafica Veneta: attraverso il caporalato, l'ordinario sistema di sfruttamento dei padroni

Sono gli stessi padroni poi che lanciano il solito piagnisteo che non trovano braccia da sfruttare, contro i giovani che non vogliono fare i turni, attraverso le campagne antioperaie con la complicità della stampa borghese, in nome e per conto dell'intera classe padronale di cui fanno parte, quella che continua ad ingrassare nella crisi, che riceve aiuti dal governo e dalle istituzioni, che licenzia senza più freni con la complicità confederale, che delocalizza e ristruttura, che colpisce il salario con gli appalti al massimo ribasso. 


L'azienda che Zaia aveva definito “la soluzione alla veneta per un problema cruciale in tutta Italia”

ladige

Sfruttamento di lavoratori pakistani a Grafica Veneta: 11 arresti. Le vittime erano tutte  dipendenti di una società trentina

Gravissimi i reati a carico dei 9 pakistani: lesioni, rapina, sequestro di persona, estorsione, sfruttamento dei lavoro. Per Bertan e Pinton il reato contestato è lo sfruttamento del lavoro.

TRENTO. Sfruttamento lavoratori pakistani, almeno una ventina, 11 arresti. Ci sono l'amministratore delegato e il direttore dell'area tecnica di Grafica Veneta Spa, azienda leader nella stampa di libri e pubblicazioni, Giorgio Bertan, 43 anni, e Giampaolo Pinton, 60, tra gli 11 arrestati dai carabinieri di Cittadella (Padova) nell'operazione che ha sgominato un'organizzazione di pakistani che sfruttava lavoratori connazionali.

I due dirigenti, secondo la Procura di Padova, erano a conoscenza della situazione di illegalità e dei metodi violenti usati dall'organizzazione per soggiogare e intimidire i lavoratori. Grafica Veneta Spa stampa anche i libri di Harry Potter.

Le vittime erano tutte dipendenti di una società trentina con sede a Lavis gestita da padre e figlio, pakistani con cittadinanza italiana. L'azienda si occupa di confezionamento e fissaggio di prodotti per l'editoria (etichette, fascette ecc) e fornisce manodopera ad alcune grandi aziende del Nord. Gli operai venivano assunti per brevi periodi, con regolari contratti, ma venivano sfruttati per molte ore al giorno (anche 12), senza pause, ferie, tutele. 

Ci sono due date attorno a cui ruota l’inchiesta. Il 25 maggio 2020 un giovane pakistano fu trovato con le mani legate dietro la schiena, dopo essere stato picchiato, lungo la Statale 16, a Piove di Sacco (Padova). Poco dopo un suo connazionale, nelle stesse condizioni, fu trovato a Loreggia. Idem, per un terzo uomo, in provincia di Venezia. Il numero dei casi era poi salito a cinque, mentre altri cinque asiatici si erano presentati al pronto soccorso di Camposampiero, denunciando: “Siamo stati picchiati, seviziati e rapinati”. Il pestaggio sommario, che secondo le vittime era stato messo in atto dall’organizzazione, indirizzò verso le condizioni di lavoro a Grafica Veneta. Ed ecco la seconda data, il 7 luglio 2020, giorno in cui i carabinieri si presentarono nello stabilimento di Trebaseleghe.

“L’azienda sapeva” – “Grafica Veneta è perfettamente consapevole del numero di ore necessarie per svolgere il lavoro che appalta e non a caso, disponendo delle timbrature dei dipendenti Bm Service, ha fatto di tutto per non consegnarli alla Polizia giudiziaria”. Così scrive il gip nell’ordinanza anticipata da alcuni quotidiani locali, avvalorando la tesi del pm Andrea Girlando. Il procuratore di Padova, Antonino Cappelleri, ha rincarato la dose durante la conferenza stampa seguita al blitz: “La particolarità di questo caso di caporalato è la complicità, che credo siamo riusciti a dimostrare in pieno, dell’azienda italiana con quella gestita dai pakistani, nonostante le solide condizioni economiche e la possibilità di operare in maniera regolare. Sono riusciti a delocalizzare un settore nella loro stessa sede, appaltando manodopera a prezzi bassissimi”. E ancora: “È inquietante come da una parte l’azienda si sia dimostrata sensibile ai temi sociali, ad esempio fornendo mascherine nel pieno della pandemia, quando non ce n’erano, e dall’altra agisse in modo irrispettoso non solo dei diritti dei lavoratori, ma del genere umano”. Il riferimento è all’autoproduzione consegnata alla Regione Veneto, che distribuì le mascherine ai cittadini nella prima fase del Covid. Franceschi partecipò anche a una conferenza stampa del governatore Luca Zaia, che elogiò il genio e la creatività veneta.

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