martedì 27 luglio 2021

pc 27 luglio - Il G20 di Napoli discute sull’ambiente, i padroni del B20 dettano le condizioni... e la classe operaia ne paga le conseguenze

Emma Marcegaglia, padrone di un colosso dell’acciaio ed ex presidente di Confindustria “è l’unico esponente del mondo imprenditoriale ad aver preso parte al summit sull’ambiente di Napoli” ci racconta il Sole 24 Ore del 24 luglio, “è stata invitata dal ministro Roberto Cingolani, regista dell’evento, in quanto presidente del B20, ora affidato alla guida italiana sotto l’egida di Confindustria”.

Questo Business20 (B20) che raccoglie i più grandi padroni dei paesi più ricchi, segue passo passo i “lavori” del G20, che raccoglie gli esponenti politici, ministri e capi di governo, dei paesi più ricchi, per dare il proprio “contributo” ai lavori.

Il ministro Cingolani in sostanza aveva bisogno di una spalla che lo sostenesse direttamente dall’interno del mondo del capitalismo nelle sue affermazioni che vedono come quasi impossibile questa “transizione ecologica”, definita da lui addirittura come possibile “bagno di sangue”!

E la Marcegaglia ha giustamente fatto la propria parte, è intervenuta e ha fatto il suo discorso, riportato dal quotidiano dei padroni.

Ha cominciato, a dir la verità, con una grande fesseria perché ha definito l’esito del G20 sull’ambiente

un risultato importante. Mentre subito dopo ha dovuto ammettere che “Su un documento di 60 punti non è stato trovato l’accordo su due, uscita dal carbone entro il 2025 e l’impegno a contenere entro 1,5 gradi l’aumento della temperatura globale.”

Cioè, niente accordo, proprio sui due punti più importanti per tutta l’umanità degli anni a venire! Cina, India e Russia erano schierate sulle loro posizioni” e “chiedono più tempo per uscire dall’uso del carbone” cioè, ancora proprio quei Paesi che inquinano di più al mondo, insieme naturalmente a Stati Uniti e Unione Europea.

La Marcegaglia (che, non bisogna dimenticare, è stata rinviata a giudizio per evasione fiscale, ma questo al ministro non interessa!) dopo aver condito con parole di rito il suo discorso per dire che “questo è un momento storico … siamo davanti a una decisione importantissima come d’altro canto i disastri ambientali di questi giorni dimostrano” e ancora: “Il mondo del business è molto responsabilizzato su questi obiettivi”… è andata diritto al punto: per questa operazione servono miliardi, 3.500 miliardi in Europa e 90mila miliardi a livello globale entro il 2050!

“Una parte di questi soldi sono stanziati nei vari Recovery Plan, ma ne servono molti altri, fondi pubblici e privati.”

E chi li deve uscire tutti questi soldi? “Mille miliardi arriveranno dai fondi pubblici, altri 2.500 devono metterli in campo i privati.

Grazie ai mille “incentivi” anche questi soldi saranno pubblici, ma… “Ma servono le condizioni perché possano agire”.

Sebbene “responsabilizzati” i padroni, i “privati”, non ci pensano nemmeno ad accollarsi tutta la spesa, e quindi “servono azioni coordinate da parte dei governi e le scelte devono andare di pari passo con la sostenibilità economica e sociale”, insomma i governi devono aiutare il capitale a “transitare” verso la produzione che sia “compatibile”… con i loro profitti e “sostenibile” per i loro profitti!

Una di queste “condizioni” è che servono “regole coordinate tra i vari Paesi e un terreno di gioco livellato per tutti” e cioè tutti i paesi che saranno impegnati nella “just transition” devono partire dalle stesse condizioni di concorrenza perché ogni Paese tenterà di “agevolare” la “transizione” dei propri padroni, soprattutto per quei “settori hard to abate, che devono essere finanziati e supportati.” E cioè, quei settori che avranno più difficoltà a uscire dal carbone o a elettrificarsi completamente dovranno essere “finanziati e supportati”.

Questa “transizione”, come si capisce bene da questi interventi, sarà scaricata appieno e in tutte le sue forme sulle lavoratrici, sugli operai (che il ministro, al contrario di ciò che ha fatto con la Marcegaglia, non ha pensato affatto di invitare!) e in generale sulle masse popolari.

Questa "transizione ecologica", che dovrebbe provare a fermare la distruzione dell'ambiente, non è per niente in buone mani, perché è nelle mani della borghesia che fa il suo lavoro al servizio dei padroni e ne perpetua il potere, il proletariato deve fare il suo di lavoro per strappare dalle sue mani questo potere!

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