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Russia-Ucraina: tensioni nel Mar d'Azov, colloquio telefonico Putin-Merkel
Mosca, 27 nov 09:35 - (Agenzia Nova) - Il presidente russo Vladimir Putin ha avuto una conversazione telefonica con il cancelliere tedesco Angela Merkel, per un scambio di opinioni sull'incidente nel Mar Nero che ha coinvolto navi della Marina militare ucraina. La conversazione ha avuto luogo per iniziativa della parte tedesca, si legge nel comunicato del Cremlino. "Si è discusso del pericoloso incidente avvenuto il 25 novembre nell'area dell'Azov-Mar Nero. Vladimir Putin ha espresso una valutazione delle azioni provocatorie della parte ucraina, come grave violazione del diritto internazionale da parte delle navi militari, che hanno deliberatamente ignorato le regole del passaggio pacifico nel mare territoriale della Federazione Russa", si legge nel comunicato, nel quale si aggiunge che "una seria preoccupazione è espressa in relazione alle decisioni di Kiev di portare le proprie forze armate in piena preparazione al combattimento ed alla dichiarazione di legge marziale". Il Cremlino ritiene responsabile la leadership per la creazione di una nuova situazione di conflitto e dei rischi associati.
Lo scontro tra Russia e Ucraina nel Mar d'Azov è culminato domenica con la confisca di tre navi
ucraine da parte delle forze russe, insieme a tutto l’equipaggio; alcuni dei marinai di Kiev sono inoltre rimasti feriti dai colpi provenienti dai vascelli russi. Quello che emerge con evidenza dall’incidente avvenuto domenica è che per la prima volta dall’inizio della crisi ucraina nel 2014, le forze armate dei due paesi si sono scontrate in maniera diretta, senza il coinvolgimento di gruppi paramilitari e milizie private da parte russa. Tre navi ucraine, le navi da pattugliamento classe Gurza-M Berdyansk e la Nikopol e il rimorchiatore Yany Kapu, erano partite da Odessa dirette al porto di Mariupol, nel Mar d’Azov. Spostandosi in prossimità della costa della Crimea, le tre imbarcazioni sono state intercettate da navi russe, che gli hanno poi impedito l’accesso attraverso lo Stretto di Kerch dopo un breve conflitto a fuoco. Le autorità di Mosca non hanno negato la dinamica dello scontro, attribuendo la responsabilità dell’incidente ad una “provocazione ucraina”.
La posizione di Kiev è stata chiaramente opposta, con la denuncia dell’ennesima aggressione russa e la convocazione immediata di un vertice con il ministro dell’Interno Arsen Avakov, quello della Difesa Stepan Poltorak e il segretario del Consiglio nazionale di sicurezza e difesa Oleksandr Turchynov. Nella serata di ieri il parlamento di Kiev ha approvato l'introduzione della legge marziale nella parte orientale del paese per un periodo di 30 giorni. Nelle parole di Poroshenko, l’introduzione della legge marziale nel paese “non vuol dire che rifiuteremo la prospettiva di una uscita politica e diplomatica dalla crisi, ma serve a rafforzare le difese nazionali”. Nel frattempo, le Forze armate ucraine sono state poste nel massimo stato di allerta. Dall’estero sono arrivati immediatamente appelli per una diminuzione delle tensioni nel Mar d’Azov, vista la preoccupazione diffusa che lo scontro possa ripetersi o assumere una dimensione maggiore.
Mosca, 27 nov 09:35 - (Agenzia Nova) - Il presidente russo Vladimir Putin ha avuto una conversazione telefonica con il cancelliere tedesco Angela Merkel, per un scambio di opinioni sull'incidente nel Mar Nero che ha coinvolto navi della Marina militare ucraina. La conversazione ha avuto luogo per iniziativa della parte tedesca, si legge nel comunicato del Cremlino. "Si è discusso del pericoloso incidente avvenuto il 25 novembre nell'area dell'Azov-Mar Nero. Vladimir Putin ha espresso una valutazione delle azioni provocatorie della parte ucraina, come grave violazione del diritto internazionale da parte delle navi militari, che hanno deliberatamente ignorato le regole del passaggio pacifico nel mare territoriale della Federazione Russa", si legge nel comunicato, nel quale si aggiunge che "una seria preoccupazione è espressa in relazione alle decisioni di Kiev di portare le proprie forze armate in piena preparazione al combattimento ed alla dichiarazione di legge marziale". Il Cremlino ritiene responsabile la leadership per la creazione di una nuova situazione di conflitto e dei rischi associati.
Lo scontro tra Russia e Ucraina nel Mar d'Azov è culminato domenica con la confisca di tre navi
ucraine da parte delle forze russe, insieme a tutto l’equipaggio; alcuni dei marinai di Kiev sono inoltre rimasti feriti dai colpi provenienti dai vascelli russi. Quello che emerge con evidenza dall’incidente avvenuto domenica è che per la prima volta dall’inizio della crisi ucraina nel 2014, le forze armate dei due paesi si sono scontrate in maniera diretta, senza il coinvolgimento di gruppi paramilitari e milizie private da parte russa. Tre navi ucraine, le navi da pattugliamento classe Gurza-M Berdyansk e la Nikopol e il rimorchiatore Yany Kapu, erano partite da Odessa dirette al porto di Mariupol, nel Mar d’Azov. Spostandosi in prossimità della costa della Crimea, le tre imbarcazioni sono state intercettate da navi russe, che gli hanno poi impedito l’accesso attraverso lo Stretto di Kerch dopo un breve conflitto a fuoco. Le autorità di Mosca non hanno negato la dinamica dello scontro, attribuendo la responsabilità dell’incidente ad una “provocazione ucraina”.
La posizione di Kiev è stata chiaramente opposta, con la denuncia dell’ennesima aggressione russa e la convocazione immediata di un vertice con il ministro dell’Interno Arsen Avakov, quello della Difesa Stepan Poltorak e il segretario del Consiglio nazionale di sicurezza e difesa Oleksandr Turchynov. Nella serata di ieri il parlamento di Kiev ha approvato l'introduzione della legge marziale nella parte orientale del paese per un periodo di 30 giorni. Nelle parole di Poroshenko, l’introduzione della legge marziale nel paese “non vuol dire che rifiuteremo la prospettiva di una uscita politica e diplomatica dalla crisi, ma serve a rafforzare le difese nazionali”. Nel frattempo, le Forze armate ucraine sono state poste nel massimo stato di allerta. Dall’estero sono arrivati immediatamente appelli per una diminuzione delle tensioni nel Mar d’Azov, vista la preoccupazione diffusa che lo scontro possa ripetersi o assumere una dimensione maggiore.
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