I sindacati che vivono di accordi ai tavoli e concertazione, in crisi di consensi, non sanno più cosa raccontare agli operai per mantenere il controllo in fabbrica e scongiurare reazioni improvvise che li metterebbero nell’angolo, oggi per l’ennesima volta sono usciti con una nota programmatica che rimanda tra il 2021 e il 2022 la definizione dei nuovi modelli che permetterebbero agli impianti italiani di ripartire. L’unica notizia certa è che fino ad allora gli operai resteranno in cassa integrazione, spremuti quando si lavora a ritmi esasperanti e con salari che non superano i mille euro.
Abbiamo supportato gli operai autorganizzati delle fabbriche di Pomigliano, Melfi, Cassino e Grugliasco che sono rimasti invece in presidio per diverse ore denunciando la farsa dell’annuncio del nuovo piano industriale e contestando all’uscita i segretari dei sindacati padronali. In un comunicato diffuso dagli operai autorganizzati si legge “a chi attendeva risposte e soluzioni da questa messinscena diciamo che solo riprendendo il filo della lotta, solo organizzandoci unitariamente, sulle nostre prerogative e i nostri interessi, non stando più alla coda di un manipolo di servetti sindacali e dei loro partiti borghesi, possiamo uscire da questo pantano! ORGANIZZIAMOCI COME OPERAI E LOTTIAMO
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